Fotografia
Museo delle Generazioni Italiane del ’900
G. Bargellini
Magi ’900, Pieve di Cento (BO)
Marco Bucchieri
A cura di Valeria Tassinari
Backwaters - Fotografie e opere su carta 1988-2013.
Ai lavori fotografici più recenti, che presentano architetture e luoghi misteriosi immersi in luci e tinte stranianti, sono accostate opere del passato, in cui gli elementi fotografici venivano utilizzati in una ricerca più tecnica e spesso affidata a variabili casuali, oppure a frammenti di immagini montate su carta secondo i canoni della poesia visiva
Si è inaugurata presso il Museo Magi ‘900 di Pieve di Cento un’ampia monografica dell’artista Marco Bucchieri, che raccoglie una significativa selezione di lavori fotografici ed opere su carta, riferiti agli ultimi 25 anni della sua ricerca.
Il significato più letterale della parola inglese Backwaters, con cui l’autore ha voluto intitolare la mostra, è “stasi o stato di pausa mentale”, ma è chiamato così anche il fenomeno idrologico che riguarda le acque di un fiume che, prima di sfociare nel mare, sono costrette indietro da una ostruzione, e finiscono per ristagnare immobili, in ambito separato, ma vicinissimo al mare.
Le opere saranno così presentate seguendo l’idea portante della ricerca di Bucchieri: la poesia e la memoria che le immagini fotografiche trattengono, quella che lui definisce una “memoria senza direzioni come certe acque che corrono per migliaia di chilometri per gettarsi nel mare e poi... rimangono un po’ indietro, a occupare una parte di territorio immobile, e stanno lì, stagnano, senza tempo, come se ci dovessero pensare ancora un po’.”
Proprio per privilegiare il senso e la coerenza dell’idea guida di questo percorso, ai lavori fotografici più recenti, che presentano architetture e luoghi misteriosi immersi in luci e tinte stranianti, sono accostate opere del passato, in cui gli elementi fotografici venivano utilizzati in una ricerca più tecnica e spesso affidata a variabili casuali, oppure a frammenti di immagini montate su carta secondo i canoni della poesia visiva.
La mostra - che rimarrà aperta fino al 4 aprile - è curata da Valeria Tassinari, nuova curatrice del MAGI, e costituisce la prima tappa di un percorso di approfondimento sulla fotografia contemporanea come territorio di ampia sperimentazione poetica, cui il museo dedicherà diversi eventi nei prossimi mesi.