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Cinema

Il nuovo film di Kathryn Bigelow

Zero Dark Thirty

Quando sono le donne a dirigere

di Giada Gentili

Kathryn Bigelow, per chi non lo sapesse, è l’ex moglie di James Cameron e nel 2010 con The Hurt Locker strappò l’Oscar per la miglior regia ad Avatar, se a questo si aggiunge che il suddetto premio Oscar è stato l’unico della storia ad essere assegnato ad una donna ci si può fare un’idea della portata della personalità e bravura della donna in questione.

   

In questi anni in cui si insegue equità tra i sessi e l’unica via per conseguirla, almeno in Italia, è varare le quote rosa, nell’America dalle milleeuna problematiche (leggi sulle armi, sanità) almeno non si può accusare il Paese a stelle e strisce di poca meritocrazia.

È uscito la scorsa settimana il nuovo film della Bigelow Zero Dark Thirty e per la prima volta sul grande schermo si racconta, con dati reali, di come l’esercito americano riuscì a scoprire dove si nascondeva Bin Laden e ad ucciderlo, nel momento della notte in cui si compiono le operazioni segrete (tra mezzanotte e mezzo e le quattro di mattina), il 2 Maggio 2011.

   

La regia è l’elemento più evidente del film, la trama intrisa di storicità e poco drammatizzata, è stata in qualche modo salvata e cinematografizzata dall' intensa interpretazione di Jessica Chastain.

Niente retorica sulla tragedia dell’11 Settembre, niente immagini: fondo nero a inizio film e le voci delle persone che quel giorno si trovavano all'interno delle torri, se ne accenna poi in qualche raro momento durante il film senza rincarare la dose.

   

Con The Hurt Locker, quest’ultimo film ha in comune solo il fil rouge della guerra, Zero Dark Thirty si concentra sulla difficoltà di una donna, in un microcosmo maschile, di rendere credibili le sue teorie sul nascondiglio di Bin Laden e della sua assoluta e incessante dedizione al lavoro e la Bigelow, per le capacità sopra-elencate, ha impregnato la sua protagonista della sua personale essenza.

La critica evidente in The Hurt Locker alla guerra, alla violenza è molto più sottile e nascosta durante il corso di Zero Dark Thirty ed emerge in modo evidente solo alla fine del film nel volto della protagonista inquadrata in primo piano in lacrime, senza marcia trionfale per il successo della missione a cui ha dedicato più di 10 anni della sua vita, o un'espressione soddisfatta per aver messo fine alla vita di un essere umano, sia pure il colpevole dell'ecatombe dell’11 settembre 2001.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)