letter@perta
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a Papa Benedetto XVI
Santo Padre, semplicemente e confidenzialmente
- come ci ha abituati Giovanni Paolo II -
mi rivolgo a Te con una lettera aperta,
certo di interpretare il sentimento sincero di migliaia di giovani;
e Ti prego di accettare con cordialità le mie parole.
Repentina, la tua nomina al Soglio Pontificio
è stata per tutti la misura di un cammino senza soste e senza indugi
lungo la ”strada larga” della fede che tutti accoglie.
E lo sguardo stupito;
l’incontenibile gesto d’abbraccio ai fedeli vocianti di gioia,
paternamente catturati tra le mani ancora smaniose di tendere all’alto;
e le tremanti prime parole accompagnate da quell’incerto, smarrito sorriso;
hanno rivelato il Tuo “codice” umano con indelebile impronta.
Dal cuore del “Vecchio Continente” accerchiato da egoismi,
da distruttive filosofie economiche e politiche,
da inqualificabili stili di vita,
da tentazioni di guerra, da sopraffazioni e avventurismi,
s’avanza decisa la richiesta di “rigenerazione” dell’uomo
e “riqualificazione” del suo operare.
Ho ascoltato con trepidazione:
e sintonizzato il mio pensiero lungo l’itinerario della Tua Parola.
Fede, Speranza, Carità
Santo Padre, invoco il Tuo aiuto.
Cattura al cielo, per me, ogni giorno, la luce che illumina la mia fede,
affinchè la notte dei tormenti venga sconfitta:
le Tue braccia e le Tue mani protese siano il “ponte” del mio “credo”.
Penetra con il Tuo sguardo la mia anima,
e aiutami a leggere e a capire cosa muove dentro di me
nell’incerto vivere quotidiano:
il tremore per i miei cari, “vicini”; l’angoscia per gli sconosciuti, “lontani”.
Riscalda con il Tuo sorriso il mio cuore;
perché regoli il suo ritmo con il respiro del creato,
e accompagni il pensiero lungo sentieri di verità.
Infine, per tutti i “fratelli” della Terra,
sia la Tua parola “vomere” per un profondo “solco” di rinnovata “speranza”.
Questo Ti chiedo, Santo Padre; rendimi tuo capace “messaggero”:
di Fede, per quanti le antepongono stolte ideologie e vergognosi profitti;
di Speranza, per quanti soffrono miseria e ingiustizie;
di Carità, per quanti sappiano riconoscere, oltre le loro miserie terrene,
il senso vero della vita che siamo chiamati ad onorare.
21 aprile 2005
Dante Fasciolo
Abdicazione
di Antonio Bruni
Il vento che gonfia la vela
esige un pilota possente
nei libri ha un volto il pensiero
governo degli uomini è storia
si afferma in umane passioni
è vile lasciare la sfida?
o umile l’uomo si inchina?
parola si chiude in tormento
il servo si affida al silenzio
undici febbraio duemilatredici