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Alberi d’Italia

Alberi Simbolo d’Italia

La Vite

di Federica Fasciolo

“Vive presso il mare la donna della vigna…”: Terzo secolo avanti Cristo, i Sumeri già conoscono il prezioso nettare di vite; e già numerose sono le pitture murarie egizie di viti e grappoli d’uva. Presso i Greci la vite, già nota nel minoico medio, aveva raggiunto in epoca omerica una notevole importanza; e Esiodo descriveva vite, uva e vino nel suo "Le opere e i giorni".

La vite ha un esile fusto una incerta corteccia, non ha la vanità di crescere molto in altezza, le bastano tre metri, ma ammanta i suoi tralci con numerose foglie e tra loro nasconde con accortezza e furbizia grappoli preziosi.

   

Approda in Italia nell’età del bronzo sulle rotte dei mercati cartaginesi, prima in Sicilia, quindi in Europa per merito dei Basiliani e dei Benedettini che la promossero ad ornamento e pratico uso negli orti delle abbazie.

Stradone e Plinio il vecchio tracciano mappe e specie di viti, ma prima, e dopo, la letteratura si innamora della vite: Livio racconta l’invasione dell’Etruria da parte dei Celti, grandi bevitori; e studi sempre più aperti a concetti biologici e tecnici sono offerti da Catone, col De agricoltura, a Marco Terenzio Varrone, con Res rusticae , fino a Publio Virgilio Marrone con Georgic, e nel De re rustica di Lucio Columella. Non da meno è la poesia: dal Cantico dei cantici ai poemi omerici; dagli eleganti versi di Alceo, fino ai vari poeti latini, e successivamente, ai Carmina Burana; dalle composizioni goliardiche di Morando da Padova, al Bacco in Toscana di Redi, ai poeti contemporanei, Carducci, Pascoli, Pavese, senza dimenticare Trilussa e gli stranieri: Petöfi, il poeta della rivoluzione ungherese che assimilava il vino alla poesia e in particolare Baudelaire.

      

Giocosi, caricaturali o sarcastici, altri didascalici, sono circa cinquemila i proverbi sulla vite e sul vino dalla Bibbia a noi; ma un velo di tristezza aleggia in questo albero d’Italia: di recente le hanno tolto il sostegno di un marito, l’antico generoso Olmo, verso il quale tendeva i suoi tralci e le hanno appaiato pali inerti di cemento e fili di ferro: il prezzo da pagare, oggi più di ieri, alle esigenze del rendimento e del mercato.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)