Fotografia
Galleria Biblioteca Angelica - Roma
Due Orizzonti
Raffaella Franci espone a Roma la sua mostra fotografica “due Orizzonti” ospite della Galleria della Biblioteca Angelica.
I lavori presentati sono divisi in tre distinti settori: Frammenti di vita, vedute d’insieme, momenti di arte, puntualmente riportati in un elegante volume Intermedia edizioni di Orvieto.
“Un volto, un paesaggio, un angolo, un pescatore, un animale e via discorrendo, solo apparentemente immagini e basta. – così scrive Davide Petri nella prefazione - In realtà ognuna di esse rappresenta una storia, un momento, un vissuto unico e irripetibile”.
E le immagini si susseguono come un lento dipanarsi di frammenti di vita umana, che l’artista ha saputo cogliere nella loro semplicità quotidiana, e ce li restituisce con sapienza oltre la testimonianza fotografica: Ecco “la chiave” forgiata simbolicamente al femminile, gelosa custode di un’antica porta e unica capace di muovere il suo cuore; ecco il rassicurante “sorriso” di una giovane nubiana fiera del suo ricco, finissimo scialle; ecco attenti bambini sostenere tipiche “bambole di pezza” forse doni simbolici per una cerimonia di cui non afferrano a pieno il significato; e ancora gli sguardi interrogativi di un ragazzo e di una scimmia reciprocamente autoeletti come “amico”.
“Si ha la sensazione di stare in un set cinematografico guardando queste immagini che ci restituiscono storie che sembrano appartenere un po’ a tutti e che pure emanano una soggettività fortissima e unica. E’ ancora Davide Petri a parlare – La distanza con la cinematografia di Pasolini è breve, ma la Franci la rielabora dando la parola ai suoi muti interlocutori la cui parola è semplicemente restituita da uno sguardo, da un sorriso…totale temporalità di queste immagini, assai di rado popolate da elementi che possono richiamare la chiassosa temporaneità”.
Ancora: uomini al lavoro evocano ritmi di una “danza” quotidiana nel dipanare preziose reti; e il “lustrascarpe” è pronto a ricevere chi torna dal deserto e che vuole presentarsi lindo, dopo il “mercato dei cammelli”, al “mercato delle spezie”.