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Piccoli grandi musei italiani

“una cosa bella è una gioia per sempre” John Keats

Museo dei Marmi
a Soriano Calabro

di Alessandro Gentili


La storia sociale, civile, religiosa e culturale di Soriano rivive nel nuovo Museo dei Marmi: “uno dei più singolari musei esistenti in Calabria, se non in Italia Meridionale”, come afferma Mario Panarello, 40 anni, docente di storia dell’Arte presso l’Unical, già consulente scientifico, successivamente progettista per l’allestimento museale. La singolarità del museo di Soriano è in ciò che vi è esposto e dei locali dov’è ubicato. «Raccoglie opere di età barocca, è strettamente legato al complesso conventuale del San Domenico di Soriano, struttura a tutti gli effetti barocca, e ai suoi splendori come complesso monumentale». I locali, ristrutturati, rappresentavano in epoca passata l’ambiente del refettorio e della cucina del convento. La realizzazione della struttura museale apre adesso porte impensabili fino a qualche anno addietro. Intendiamo dire che il Museo dei Marmi di Soriano ha tutte le carte in regola per entrare in un circuito museale nazionale, nell’ambito di un turismo religioso. Non solo.  Non mancherà l’amministrazione comunale, in sinergia, per esempio, con la Biblioteca Calabrese e con l’Associazione dei Commercianti Ambulanti Calabresi di Soriano, di studiare e divulgare magari in rete un percorso ad hoc per un turismo di massa, offrendo la possibilità di conoscere da vicino l’arte antica e preziosa del “mostacciuolo”, dolce tipico esportato in lungo e largo per la Penisola ed oltre. Senz’altro, grande merito per questa struttura va riconosciuto al sindaco attuale Francesco Bartone, architetto, che nel 2005/2006 (come progettista e direttore dei lavori di ristrutturazione dei locali del Convento-Santuario di Soriano) ha avuto l’intuizione della progettazione del museo, ma soprattutto di averla portata a compimento, con interventi in economia, una volta eletto sindaco.

      

La realizzazione, però, non è stata un’operazione semplice. Anche perché ulteriori scoperte delle opere o pezzi di esse sono avvenute da poco, in fase cioè di ultimazione dei lavori di restauro del complesso monumentale. In particolare, è scaturita la possibilità di assemblare alcuni pezzi che erano stati frantumati dal sisma del 1783. I circa 200 pezzi pertanto hanno potuto trovare una degna sistemazione grazie all’allestimento del prof. Mario Panarello, che li ha divisi in tre sezioni. La prima: raccoglie alcuni frammenti dell’altare maggiore del ’600, opera di Martino Longhi, con sculture di Matteo Boselli. La seconda: comprende frammenti della decorazione marmorea della navata, opera di Giuseppe Scaglia, che l’ha esemplata sulla decorazione della basilica di S. Pietro. La terza e ultima: è dedicata al cospicuo gruppo di frammenti provenienti dall’altare maggiore settecentesco (il primo complesso è del 1640, completato nel 1757); si raccolgono alcuni busti decorativi di grande pregio, fra i quali spicca il S. Domenico, di Giuliano Finelli, l’opera più prestigiosa dell’intera esposizione, poiché l’artista appartenne alla “scuola” del Bernini. Sicuro pregio artistico, poi, hanno altresì una “Madonna degli Angeli” attribuita a Giuseppe Scaglia e ritrovata in un’edicola votiva, nonché un “Angiolone”, di cui è autore lo scultore Antonio Corradini. La raccolta annovera, inoltre, opere di Cosimo Fanzago, Matteo Bottigliero, Francesco Pagano e Francois Dusqunois. La presenza di tanti artisti è prova tangibile dell’importanza di cui ha goduto il complesso architettonico di Soriano nei secoli passati, ingigantita dalla tradizione secondo cui la sua costruzione venne “ordinata” da S. Domenico apparso in sogno tre volte a fra Vincenzo da Catanzaro nel 1510, ma soprattutto secondo un’altra tradizione legata alla “calata”, nel 1530, del quadro con l’immagine del santo, una tela acherotipa che sarebbe stata depositata da tre donne, tra cui la Vergine Maria, il cui potere miracoloso e taumaturgico si diffuse presto in mezzo mondo.

      


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)