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Cinema

Blue Jasmine

E’ di recente uscito nelle sale italiane il nuovo film
di Woody Allen Blu Jasmine, parliamone.

di Federica Fasciolo

Jasmine, viziata dal marito ricco e traditore, perde tutto quando quest’ultimo viene arrestato a causa delle sue truffe. Costretta a lasciare la sua bella casa a New York e a trasferirsi dalla sorellastra decisamente più povera (e che ha quasi sempre ignorato) a San Francisco, tenta di rifarsi una vita… con scarsi risultati.

   

Il pessimismo di Woody Allen di certo non manca in questo suo ultimo lavoro, e lo sguardo a tratti distaccato e ironico (dovuto anche a una colonna sonora buffa rispetto ai temi trattati) anziché alleggerire la situazione, sembra quasi accentuarne la drammaticità: come se tentare di cambiarla fosse assolutamente inutile. L’ipocrisia di Jasmine, la mancanza di un’etica che la guidi e allo stesso tempo la ferma convinzione di essere nel giusto, le impediscono di aprire gli occhi e giudicare obiettivamente la sua vita.

Infatti, totalmente in balìa degli eventi e delle circostanze, insieme alle vecchie abitudini perde anche la capacità di ripartire da se stessa. Capacità che del resto non aveva mai avuto, maestra nell’affidare la propria esistenza ad altri e nel nascondere la verità a se stessa per continuare a vivere felice. Fino all’inevitabile momento in cui le carte vengono scoperte, impietosamente.

Inevitabile riconoscere la solita abilità di Allen nel costruire dialoghi efficaci, capaci di rivelare totalmente il vero spirito dei personaggi. Una Cate Blanchette impeccabile interpreta una Jasmine progressivamente sempre più persa in se stessa, con gli alti, i bassi e i picchi estremi che solo una simile confusione mentale e psichica riesce a portare con sé.

   

Sally Hawkins ottima nel ruolo della sorellastra, spirito forse più semplice ma ancora una volta insicuro, in cerca di conferme e approvazione. Ostinata nel trovare uomini decisamente imperfetti ma con almeno dei progetti di vita insieme a lei, finisce invece tra le braccia del peggiore di tutti proprio quando inizia a dare ascolto a Jasmine. Si lascia contagiare dalla sua insicurezza, senza però sprofondarci alla fine, più fermamente aggrappata all’idea di una qualche felicità concreta.

Anche se qualche flashback di troppo ne spezza la fluidità, il ritmo è ben mantenuto e la tensione c’è. Cari amanti dell’happy ending non prendetevela: da amante dell’happy ending dico che un finale felice in questo film sarebbe stato probabilmente inutile (o non ci sarebbe stato abbastanza tempo per svilupparlo senza che sembrasse affrettato e banale).

La rappresentazione del baratro in cui cade la protagonista è impietosa, spietata.

Non indimenticabile come svariate opere del passato, ma certamente in perfetto stile Allen.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)