Humour - Tempi... moderni?
Single
di Giuseppe Sanchioni
Sembra impossibile ma nel Regno di Caciara più le cose sono evidenti e meno si comprendono. Infatti, dalla stampa si apprende che le Autorità sono tutte intenzionate a diminuire le tasse alle famiglie, specialmente quelle numerose. Lo chiamano, molto matematicamente, quoziente familiare.
Eppure dovrebbe essere chiaro che sono i single quelli che creano meno problemi allo Stato.
Hanno bisogno di case più piccole, di macchine più piccole, di carrelli del supermercato più piccoli, di discariche più piccole.
E quindi negli stessi metri quadri entrano più appartamenti, alle casse fanno code più corte, nella stessa fila entrano più auto, nella stessa discarica più mondezza.
Producendo meno mondezza inquinano meno e quindi si possono considerare automaticamente euro 5.
Migliorano il commercio perché tendono a mangiare fuori. E migliorano anche il calcio, perché possono andare allo stadio tutte le domeniche.
Non avendo figli da portare e riprendere non contribuiscono alle seconde file davanti alle scuole. E di conseguenza neanche sono responsabili degli studenti fuori corso parcheggiati nelle università.
E, last but not least, non producono schiere di disoccupati, che con i tempi che corrono non è poco.
Certo gli avvocati divorzisti, a causa della perdita di clienti, non saranno d’accordo. Ma, nel Regno, c’è sempre qualcuno che si lamenta.
Le Autorità dovrebbero invece premiare i single che con notevole sacrificio personale e sprezzo del pericolo evitano di mettere su famiglia e di creare nuovi cittadini anzi, come detto sopra, nuovi disoccupati.
Forse sarebbe meglio che le Autorità, dimostrando una buona dose di lungimiranza, si adoperassero per tassare pesantemente chi si sposa. Per esempio costringendoli ad un’assicurazione obbligatoria contro i disastri che provocheranno alla società col matrimonio oppure facendo versare una cauzione alle coppie che si sposano.
Sì, ormai ne sono certo: il mondo sarà salvato dai single…
Amerigo Storie da Utopia
Il delitto
di Laura Palmerini
ventisettesima puntata
di Alessandro Gentili
Sono arrivati. Alle 13,53 di lunedì. Ora solare. Parliamo dei “FORCONI”, cribbio! Erano un centinaio, tutti gli allevatori della Val di Stubbia, Val Celata, Val Parrocchia, Val Tre Teste, Val Carbone, Valle Laurentina, e tutte le altre Valli della zona che circonda il bel paese di Amerigo.
Tutti armati dei FORCONI con cui girano il fieno al sole. Belli, grossi, alti, competenti in materia, educati, signorili, dall’aspetto nobile e sanguigno, pudici quanto basta, eleganti nel doppio risvolto dei pantaloni e la giacchetta a tinta unica con i due bottoni ascellari a penze ridotte e la tipica sforbiciata sul didietro. Le scarpe maculate con i laccetti di plastica riciclata e i calzini variopinti a scacchi. Il cappello sulle ventitré indica l’attesa di tempi migliori e il futuro apocalittico, l’attesa della “Parusia”, il ritorno del Signore nella notte di Pasqua con tutti gli angeli e gli eletti al gran seguito. La tromba disegnata sul davanti della camicia: esplicito riferimento al suono dell’ultima tromba a richiamare i “giusti”, di cui i FORCONI sono la legittima avanguardia. Pare che a porgere l’orecchio alla tromba disegnata, qualcuno riesca a sentire un lontano suono proveniente da chissà dove (come si usa fare con le conchiglie).
A vederli scendere dalla grandi pasture delle Valli a ridosso di Amerigo hanno prodotto un certo effetto, un vago timore in chi li ha visti, un timore prodotto, appunto, dalla leggendaria storia che precede i FORCONI, l’avanguardia dell’”Apocalisse”. Ecco un estratto del testo leggendario che gira da millenni da queste parti:
“E allora, nel silenzio ottuso delle valli, a ridosso dell’ultimo sole e della luna argentata, d’improvviso, essi appariranno, in gran segreto, in un giorno dell’anno, quasi richiamati da un suono o una parola misteriosi. Scenderanno armati dei FORCONI, verso le Valli, verso le Città, verso gli Uomini che, come ai tempi di Noè, bevono e mangiano incuranti del suono che non sentono.”
Peccato che questi FORCONI hanno dimenticato l’Apocalisse e tutta questa bella storia e si sono sbracati sui prati a mangiare e a bere come i peggiori turisti delle nostre belle città. Subito ubriachi, hanno iniziato a ruttare e gorgogliare canzoni oscene. Poi hanno tentato di abborracciare le donne di Amerigo, poi i gatti o i cani, poi i fiori e le erbe, poi tutto quello che passava sotto i loro occhi e le loro mani. Finito di mangiare, hanno schiacciato un pisolino pomeridiano per poi riprendere i FORCONI e tornarsene su, alle alte pasture, alle loro mandrie e greggi lasciate incustodite per quel giorno.
Qualcuno di loro ha però dimenticato l’attrezzo. Qualcuno lo ha raccolto ed ora gira per le notti nelle strade di Amerigo. È il fantasma di Laura Palmerini che sta cercando ancora chi l’ha uccisa.