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Teatro

Teatro d’innovazione Il Vascello – Roma

Colture de L’amour

Chi amiamo quando amiamo?

Un uomo e una donna raccontano la violenza di un amore che muore.
Uno spettacolo di Pascal Rambert con Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi. Rivelazione all'ultimo Festival di Avignone, un testo già rappresentato in 8 lingue che è valso al suo autore il Gran Premio della Letteratura Drammatica in Francia.

 

   

Emilia Romagna Teatro Fondazione porta in scena a Roma, fino al 14 aprile, presso il teatro diretto da Manuela Kustermann, un lavoro sulla crisi di una coppia, un lavoro sulla fine della loro storia d’amore.

Soli in scena in un grande stanza bianca, vuota, quasi asettica, un uomo e una donna si affrontano in due monologhi taglienti che non arriveranno mai a farsi dialogo.

È lui che inizia la conversazione recitando un lungo e denso monologo che introduce il pubblico nei meandri della sua mente, alla ricerca delle ragioni della fine del suo amore.

I pensieri e le parole si fanno lame taglienti e scintillanti, ordinate e pronte all’uso.

   

Saranno solo alcuni impercettibili movimenti delle mani e del corpo a tradire la lucidità apparente del suo ragionare, mentre vengono messe in fila le ragioni primarie e secondarie del suo disamore. È il corpo che parla, che tiene le fila di questo lungo monologo mentre le mani, la bocca, le gambe si spingono oltre lo spazio scenico.

Lei ascolta a lungo e attentamente, mentre il suo corpo sottile e delicato respira, arriva a toccare acuti picchi di tensione emotiva per poi scivolare di nuovo nel più completo silenzio.

Il corpo. Le sue posture, sanno come creare silenzio, come chiedere silenziosamente. È come se dicesse: “E allora? Sono qui. Sono qui (nonostante il mio silenzio) per riempire il tuo spazio. Sto aspettando. E continuo a farlo”. Dopo un lungo e profondo respiro inizia anche lei la sua replica, per poi chiudere il tutto con una tagliente frase assassina.

   

Pascal Rambert, drammaturgo e regista nonché direttore del parigino Théâtre de Gennevilliers, introduce il pubblico in una vera e propria maratona tra paura e liberazione, tra domande e risposte che si concatenano.

È nella brutalità di una parola onnipresente, nell’incredibile rigore di una scrittura fredda e aguzza che si esprime la forza universale di una pièce come Clôture de l’amour.

C’è il maschile e il femminile. Ci sono due sguardi, due silenzi, due dialoghi che esprimono con le loro parole la potenziale violenza di un amore che muore.

www.teatrovascello.it promozione@teatrovascello.it


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)