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Cinema

Mai su questi schermi

Inquadratura sul cinema italiano indipendente

di Giada Gentili

Parlando di cinema indipendente italiano non si può, questa settimana, non parlare del Roma Indipendent Film Festival, RIFF, che si terrà nella capitale, presso il Nuovo Cinema L'Aquila dal 4 all'11 Aprile.

Durante questo periodo verranno proiettate prime visioni per l'Italia, nazionali e non, tra corti, lungometraggi e film d'animazione tra cui dieci lungometraggi stranieri.

   

L'eterogenità è tanta all'interno nel festival quanta tra i membri della giuria che premieranno il Miglior lungometraggio (internazionale ed italiano), Miglior documentario, Miglior cortometraggio e Miglior sceneggiatura; tra i diversi giurati citiamo Fiamma Arditi, giornalista de La Stampa, Wilma Labate, regista di documentari, David Pope, produttore cinematografico e Nicolas Vaporidis, tra i più conosciuti attori italiani.

Per conoscere tutti i nomi della giuria: http://www.riff.it/festival/giuria/

      

Parliamo del RIFF, giunto alla sua dodicesima edizione, con Fabrizio Ferrari, attuale direttore artistico e fondatore del festival.

Da dov'è nata l'idea e la volontà di creare una vetrina in Italia dedicata alle produzioni indipendenti?

Anzitutto dal fatto che dodici anni fa non c'era un festival a Roma dedicato al cinema indipendente, a parte Arcipelago che però si occupava solo di cortometraggi. La mia idea è nata dopo aver preso parte e lavorato in America per un festival Indie, tornato in Italia ho pensato di importare l'idea qui.

Il RIFF è giunto alla sua dodicesima edizione. Un vero successo guardando invece le difficoltà in cui si trova, dopo poco tempo, il Festival del Cinema di Roma. Com'è stato possibile mandarlo avanti in questi anni?

Perchè è nato dalla volontà di promuovere un cinema diverso e dal fatto che non ci siano interessi politici all'interno. Il festiva del Cinema di Roma ha un budget altissimo ogni anno, stanziato con fondi pubblici tra l'altro, e non riesce a rientrare nei costi. Credo anche che il problema sia la costanza, noi da anni proponiamo un programma fisso con variazioni in termini di eventi e lo arricchiamo. Il festival di Roma solo quest'anno ha creato un vetrina apposta per i lungometraggi italiani, scelta che noi, tanto per dirne una, abbiamo fatto dall'inizio.

Quante possibilità ci sono che un ipotetico film, vincitore del RIFF, arrivi nelle sale e abbia distribuzione?

Forse negli anni passati poca, da quest'anno, un po' per l'avvicinarsi al circuito indipendenti delle produzioni stesse e un po' perché tra i nostri premi c'è anche la possibilità per i film di ottenere distribuzione le possibilità sono più alte.

È capitato, negli anni passati, di veder vincere dei film che però nessuno successivamente ha distribuito?

Certo. Un esempio è quello di Angel di François Ozon che abbiamo presentato al RIFF in anteprima italiana cinque anni fa, e non ha ottenuto distribuzione in Italia. Due anni fa lo stesso regista è stato candidato alla Mostra internazione d'arte cinematografica di Venezia con il film Potiche-La bella statuina e le produzioni italiane hanno distribuito anche Angel.

Le produzioni quindi difficilmente compiono un salto nel buio nel distribuire film indipendenti.

Si perchè in sala vengono distributi principalmente film indipendenti che hanno ottenuto grandi premi a festival come il Sundance, ma in questi ultimi anni, forse per la crisi, c'è un avvicinamento da parte delle produzioni sia al nostro festival sia al cinema Indie italiano in generale.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)