Sebastiao Salgato
“Genesi”
9 anni di fotografie per narrare la terra
Durante la presentazione, avvenuta il 13 u.s. presso la Casa del Cinema in Roma, Sebastiào Salgado ha dichiarato di aver preferito abbandonare la foto di denuncia, che tanto l'ha fatto apprezzare al mondo, per un progetto fotografico di proposta. Lo scopo del progetto è di ricongiungerci con il mondo com’era prima che l’uomo lo modi?casse ?no quasi a s?gurarlo.
“Personalmente - dice Salgado - vedo questo progetto come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L'ho chiamato Genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all'aria, all'acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati; agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umane. Nonostante tutti i danni già causati all'ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d'innocenza. Con il mio lavoro intendo testimoniare com'era la natura senza uomini e donne, e come I’umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale”.
Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastiào Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo: uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Il mondo come era, il mondo come è: quel 45% del nostro mondo ancora preziosamente intatto da conservare o da ricostituire, ove è stato depauperato per la modernità, per non far morire l'umanità; la terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. In mostra saranno oltre 200 fotografie eccezionali, che ci sono state mostrate in venti minuti di proiezione: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell'Africa, fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia. Genesi di Sebastào Salgado è un viaggio fotografico nei cinque continenti per documentare, con immagini in un bianco e nero di grande incanto, la rara bellezza del nostro principale patrimonio, unico e prezioso: il nostro pianeta.
Salgado ha realizzato le fotografie che saranno esposte all’Ara Pacis andando alla ricerca di quelle parti del mondo ancora incontaminate, di quei segmenti di vita ancora intatta, in cui il nostro pianeta appare ancora nella sua grandiosa bellezza e dove gli elementi, la terra, la flora, gli animali e l’uomo, vivono in un‘armonia miracolosa, come in una perfetta sinfonia della natura. La mostra è suddivisa in cinque sezioni che ricalcano le zone geografiche in cui Salgado ha realizzato le fotografie: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l’Africa, il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. La mostra presenta una serie di grandiose fotografie di paesaggio realizzate con l’obiettivo di immortalare un mondo in cui natura, animali ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l'ambiente. Un'altra parte del lavoro mette insieme le fotografie che ritraggono animali, impressi nell'obiettivo di Salgado attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat naturali. Il fotografo ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguana e leoni marini.
Ha viaggiato tra le zebre e gli altri animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania, rispondendo al richiamo annuale della natura alla migrazione. In mostra anche le immagini che mostrano diverse varietà incontaminate di popolazioni indigene: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto namibico; le tribù delle più remote foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi indigeni per raccogliere una serie di scatti che mostrassero popolazioni in totale armonia con gli elementi, con le piante native e con gli animali selvatici. Le immagini di Genesi, in un bianco e nero lirico e di grande potenza, sono una testimonianza e un atto di amore verso il nostro mondo. Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l'ultimo progetto di Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare una sorta di grande antropologia planetaria. Ma è anche un grido di allarme per il nostro pianeta e un monito affinché si cerchi di presentare questo mondo ancora incontaminato, per far si che nel tempo che viviamo, sviluppo non sia sinonimo di distruzione.
"Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall'essenza della nostra natura. È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di popolazioni e animali riusciti a scampare l’abbraccio del mondo contemporaneo. La prova che il nostro pianeta accoglie tuttora vaste regioni remote, dove la natura regna nel silenzio della sua magni?cenza immacolata. Autentiche meraviglie scovate ai poli, nelle foreste pluviali tropicali, nella vastità delle savane e dei deserti roventi, tra montagne coperte dai ghiacciai e isole solitarie. Regioni troppo fredde o aride per qualsiasi cosa salvo per le forme di vita più resistenti, aree che ospitano specie animali e antiche tribù la cui soprawivenza si fonda proprio sull’isolamento. Tessere mirabili del mosaico della natura, ammirata in tutto il suo splendore incontaminato. Fotografie, quelle di Genesi, che aspirano a rivelare tale incanto. Un tributo visivo a un pianeta fragile che tutti abbiamo il dovere di proteggere". (Lélia Wanick Salgado)
Dopo aver visionato le foto, la domanda che sorge spontanea è, perché, pur avendo ringraziato più volte l'Italia per l'aiuto finanziario per la realizzazione del progetto, il ministro Clini per l'illuminato video intervento, aver affermato il forte apprezzamento per la bellezza del nostro paese, perché in mostra non c'è neanche una foto sull'Italia? E come l'Italia, l'Europa tutta. Forse perché non c'è più niente da recuperare o di vergine, che ricordi la Creazione?