Terra Madre
di Ermanno Olmi
Le attese che furono per Terra Madre alla luce dell’Albero degli zoccoli
Politico e Preveggente, così doveva essere il nuovo documentario di Ermanno Olmi. Sarà riuscito nell’intento? Lo sapranno molto presto i fortunati che avranno l’opportunità di assistere alle proiezioni speciali in programma durante la 59. Berlinale.
Il cosiddetto nuovo rinascimento sarà segnato probabilmente da un ritorno all’amore per la natura, alla riscoperta di quel legame, ormai quasi perduto, tra l’uomo e la terra. Questo fu il tema del Forum Mondiale a Torino nel 2006, organizzato dallo Slow Food di Carlo Petrini, da cui Olmi trae il suo film documentario intitolato proprio come il Forum : Terra Madre e dove si afferma che: "Saremo la generazione che riconcilierà il genere umano con la terra." Prodotto dalla Cineteca di Bologna e ITC Movie, Terra Madre è frutto del lavoro di due anni, che ha visto impegnate ben sette troupes, composte in gran parte dagli studenti di Ipotesi Cinema, la non scuola di cinema fondata da Olmi nel 2001, attiva nella sede della Cineteca di Bologna.
Che meglio del regista dell’Albero degli Zoccoli per mettere in scena un progetto di sensibilizzazione nei confronti della politica e dell’economia del cibo, che inevitabilmente si ricollega all’importanza della tutela e del rispetto per il lavoro della terra? Oltretutto il lavoro di Olmi non si limita a mettere a fuoco una realtà nazionale, ma estende la visuale al lavoro di altri popoli. “Al Forum di Terra Madre ho riconosciuto i contadini come li ricordavo nelle nostre campagne, al tempo della mia infanzia”, dichiara Ermanno Olmi. “I volti dei contadini si somigliano in ogni angolo del mondo. Sono volti su cui si riconoscono le medesime tracce di vita, così come le fisionomie dei paesaggi con i campi arati, le colture, i pascoli.”
Partendo dalle postazioni di osservazione disseminate all’interno del Forum, Olmi raggiunge i luoghi d’origine di alcuni dei protagonisti incontrati a Terra Madre. Nel 2008, a Dehradun (regione Uttaranchal, Nord dell’India) una troupe si occupa delle riprese della raccolta del riso, nei pressi della Navdanya Farm, la fattoria di Vandana Shiva, dove sono custoditi i semi del riso tramandati di generazione in generazione. La realizzazione di queste trasferte non è sempre così semplice. Alle isole Svalbard (Nord della Novergia), dove una troupe si era recata per filmare l’inaugurazione della Banca Mondiale dei Semi, siglata dal presidente dell’Unione Europea Josè Manuel Barroso, non è stato concesso di entrare durante la cerimonia. Infatti, le immagini di quell’evento sono state fornite dal Global Group Diversity Trust.
Le ultime riprese avvengono a Quarto d’Altino, Comune di Roncade nel Veneto ad ottobre 2008. Alla presenza di Ermanno Olmi, che ha diretto le riprese e partecipato al confronto fra Vandana Shiva, Carlo Petrini, Angelo Vescovi, Aldo Schiavone, Pier Paolo Poggio, Maurizio Gelati, Marco Rizzone, Ampelio Bucci.
C’è una denuncia importante nel lavoro di Olmi, un attacco al sistema economico attuale, che implica l’inquinamento dell’ambiente, non tiene conto delle esigenze dei lavoratori e sfrutta l’opera dei contadini per guadagnarci : “Oggi quel mondo dei contadini è assediato dalle grandi imprese il cui scopo è nel profitto. Anche il contadino vuole guadagnare, ma il suo attaccamento alla terra è anche un atto d’amore ed è in questo sentimento solidale che si genera il rispetto della Natura” come egli stesso afferma in un intervista.
Per la storia dell’ ‘uomo’ che ha vissuto per più di quarant’anni in quello stesso luogo che ha costituito la location di questa parte del documentario, Olmi si è avvalso di testi tratti dal libro Un uomo senza desideri di Ignazio Roiter, di fotografie di Fulvio Roiter e di immagini girate da Ignazio Roiter.
La comune convinzione che l’attaccamento del contadino alla terra è anche un atto d’amore, sentimento da cui si genera il rispetto per la Natura, ha visto la stretta collaborazione fra Ermanno Olmi e Franco Piavoli, cui si devono le riprese del ‘contadino e l’orto’ nella Valle dell’Adige.