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Teatro

Teatro di Documenti

di Loredana Fasciolo

Intensa l’attività di questo teatro, all’ombra della Piramide
del parco della resistenza all’Ostiense, in Roma

A seguito della versione cinematografica di Emidio Greco (1974), “L'invenzione di Morel” di Adolfo Bioy Casares è stato presentato, per la prima volta in Italia, in versione teatrale, nel suggestivo spazio del Teatro di Documenti e con il Patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia.

Grande attenzione per il testo e gradimento assicurato dal pubblico e dalla critica, che hanno potuto godere dell’interpretazione di Fernando Cormick ,Giuseppe Alagna e Chiar Catalano diretti da Paolo Orlandelli.

Fuggiasco e perseguitato, il protagonista de "L'invenzione di Morel", celebre romanzo di Adolfo Bioy Casares (1914-1999), si rifugia in un'isola maledetta, dove le persone che vi si avventurano muoiono per una malattia sconosciuta. L'isola deserta si popola improvvisamente di personaggi che ripetono sempre le stesse parole e gli stessi movimenti. Una macabra parata nella quale il protagonista finirà per rimanere invischiato.

Riprodurre figure umane in carne ed ossa è stato il sogno di ogni inventore, ma è in teatro che questo incantesimo si avvera quotidianamente. Così, "L'invenzione di Morel" diventa realtà sul palcoscenico, intrappolando lo spettatore in una dimensione magica e spettrale, sospesa tra fantasia e fantascienza.

   

Terminato questo lavoro, eccone subito un altro, ed altri ancora…

Dal 18 al 21 aprile “Cristalli d’Acqua” ovvero Storia di una fanciulla che si trasformó in acqua, di e con Ivana Pantaleo, collaborazione di Paolo Orlandelli, musiche di Valerio Vigliar, videoscenografie di Michele Ricchetti .

Una storia che invita alla riflessione: Una fanciulla, il suo amato gatto, un anziano saggio… Una favola, o un sogno: per raccontare la reale magia dell’acqua, la sua sensibilità, la sua libera essenza. Scoprire di poter scorrere come l’acqua. Scoprire come parole, suoni, pensieri, possano concretamente influenzare ogni cosa vivente che – dalle nostre cellule al nostro pianeta - d’acqua fatta è.

   

Anche i bambini – dai 4 agli 11 anni - avranno lo spettacolo per loro, con tanto di merenda alla fine della rappresentazione.

11 e 12 maggio, 18 e 19 maggio 2013 “Raccontami una storia”, uno spettacolo di Anna e Carla Ceravolo.

“C’era una volta...!”, bastano queste parole, e la magia ha inizio. La magia dell’immaginazione, la magia di essere bambini e di ritornare bambini. La magia di un lieto fine dopo tante avventure. La magia dell’impossibile che impossibile non è. Un mondo fatato, dove gli animali parlano e i maghi segnano il destino degli uomini, è ancora il luogo più dolce per sognare ad occhi aperti.

Godibile per un’ ampia fascia di pubblico, consigliato dai 4 agli 11 anni.
Al termine dello spettacolo merenda!

Dal 28 maggio a 16 giugno “Tredue” testo e regia di Anna Ceravolo, scene e costumi di Carla Ceravolo, con Alessandro Belardinelli e Domitilla Colombo

Fratello Sorella, Uomo Donna, Madre Figlio. Tre caustici atti unici incentrati sul rapporto a due. Tre spaccati sulle tipologie di relazione che piú condizionano le nostre vite. Tre quadri di irridente, consueta, raggelante incomprensione relazione che piú condizionano le nostre vite. Tre quadri di irridente, consueta, raggelante incomprensione.

   

Frattanto, sta per volgere alla fine il Corso di recitazione finalizzato alla messinscena di un testo a scelta dei partecipanti., che iniziato il 12 ottobre terminerà il 24 maggio.

Come in una compagnia professionista, i partecipanti verranno accompagnati da Paolo Orlandelli lungo il cammino che porterà all’ allestimento ed alla rappresentazione dello spettacolo, partecipando al processo creativo e alla realizzazione non soltanto dal punto di vista attoriale, ma anche autorale, registico, musicale, scenografico ecc...


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)