Poesia
Calabria al sole
di Antonio Bruni
Sotto la curva sbocciano case
sconcluse scocciate dal sole
senz’ombra né cupole verdi
cicale assediano il giorno
che abbaglia spietato i giardini
su bassi recinti odorosi
rosseggiano siepi abbondanti
trapelano acerbe le arance
tra palme festanti i limoni
La tormenta sul Dente
di Filippo Parodi
Marosi di vento bianco schiaffeggiano guglie e pinnacoli
che non amano essere imbiancati come invece piace
a valli e pianori, sempre docili e disponibili.
Picchi e croda si scuotono di dosso i cristalli di ghiaccio
e rivendicano alla luce i bei colori caldi della roccia nuda.
I lastroni verticali delle pareti inaccessibili
si sentono immuni dalla contaminazione del bianco
e mostrano la loro indifferenza alle folate impetuose
dei venti del nord.
Nel cielo impazzano le correnti colorate dal gelo
che preferisce i toni freddi tra il bianco e il nero.
Le gole, aperte al salto nel vuoto, fungono da acceleratori
Delle velocità: da esse schizzano
geyser freddi che spezzano le rotte dei venti maggiori
che vengono da lontano.
Nelle ombre proiettate dallecime vicine,
si riconoscono punte acuminate che incidono la roccia
creando riflessi di buio.
Al Dente piace la tormenta, sembra disposto al gioco
e gode della solitudine che il vento fa
risuonare di echi antiche come il mondo.