Pagine preziose
Frida Kahlo
La Bellezza terribile ha le ali per volare
Questo il titolo del libro di Gérard Roero di Cortanze, fresco di stampa per i tipi della Gaffi editori – traduzione dal francese Salvatore Santarelli, lettera introduttiva di Giuliano Soria.
Nel settembre del 1925, la vita di una giovane messicana di diciotto anni cambierà per sempre. L’autobus sul quale ha preso posto viene travolto da un tram. La colonna vertebrale cede. Impiegherà due anni prima di riuscire a camminare di nuovo.
Sensuale, indipendente, coraggiosa, nel 1929 si sposa con Diego Rivera, il celebre pittore muralista. Lei si chiama Frida Kahlo e questo libro narra la sua storia.
Dopo la biografia di Le Clézio sulla stessa figura e il film in cui Salma Hayek interpreta quella che è considerata una delle pittrici più rappresentative del ’900, Gérard Roero di Cortanze ricostruisce il percorso sentimentale e artistico di Frida: dalla sua adolescenza tormentata e rabbiosa alla carriera di pittrice vissuta al fianco di Diego, in Messico e negli Stati Uniti.
Con una lingua asciutta e precisa, l’autore francese elabora un racconto ben documentato, ricorrendo spesso alle testimonianze di chi l’ha conosciuta, alle sue lettere e alle pagine più intime del suo diario.
Si delinea così un ritratto di una donna minata nel fisico e nel morale da una malattia che non lascia scampo, da cui si difende con tenacia coltivando l’impegno politico e abbandonandosi a tumultuosi amori extraconiugali: Léon Trotsky, Nickolas Muray, Tina Modotti fra i tanti.
Ma questa fu anche una reazione al libertinaggio di Diego Rivera, uomo tanto geniale quanto mostruoso, infaticabile dongiovanni agitato da forze telluriche, capace di attrarre a sé, come una calamita, le donne più affascinanti dell’epoca (compresa la sorella di Frida), e di ignorare all’occorrenza il dolore di Frida.
Le opere della Kahlo, colorate e terribili, potenti e crude, vengono sistematicamente ricondotte ai momenti chiave della sua vita.
Cortanze mostra bene quanto per Kahlo sia inestricabile il nodo gordiano tra vita e arte, nel senso che le vicende personali segneranno e valorizzeranno sempre le sue scelte estetiche. Del resto, per lei, tutto ha origine da una ferita, da quell’incidente, quando costretta a letto, supina, iniziò a ritrarre se stessa guardandosi in uno specchio montato su un cavalletto speciale.
Quello specchio la accompagnerà per tutta l’esistenza, farà di lei il suo stesso modello, le rifletterà una realtà da ridisegnare per nutrire la speranza. E la sua ultima tela, Viva la Vida, è proprio un inno alla gioia di vivere e alla luce: “i piedi? Perché dovrei volerli se ho le ali per volare?.