Alimentazione
Numeri che pesano
di Eva Mari
36 milioni di persone nel mondo muoiono di fame. Per contro 30 milioni ne muoiono per eccesso di cibo. Bastano questi due recenti, drammatici dati, emersi nel corso dei lavori del seminario Ambrosetti a Cenobio, per farci comprendere che qualcosa nel mondo sul piano dell’alimentazione non va bene.
È certamente un problema di produzione e di distribuzione degli alimenti; certamente una speculazione sui costi e sui prezzi, sicuramente un problema di cattiva volontà nell’affrontare il problema.
Anche se è vero che la fame nel mondo è remota, e pur vero che si è accentuata negli ultimi 100 anni a discapito delle popolazioni di paesi che sono stati depredati di beni naturali e resi incapaci ed ostacolati nella crescita economica. Agricolture un tempo autosufficienti sono via via andate distrutte, rese improduttivei; i terreni abbandonati libera preda della desertificazione, anche a causa delle forzate ripetute migrazioni e delle decine di guerre locali, tribali palesemente create e finanziate per proteggere o accapararsi ricchezze e poteri. Tutto ciò proprio in un tempo che, al contrario, potrebbe offrire tecnologie e strumenti finanziari sufficienti a riequilibrare – almeno un po’ – le condizioni di vita di milioni di uomini.
Ancora incredibili statistiche: la Fao ha calcolato che ognuno di noi europei e nordamericani sprechiamo ogni anno 300 kilogrammi di cibo, ovvero il 30% del cibo che acquistiamo finisce nei rifiuti.
Nel mondo ci sono circa 3 miliardi di animali: bovini,ovini, suini, avicoli... e, correlato, un dato: il grano e la soia che li alimentano nei soli Stati Uniti, potrebbero sfamare più di un miliardo di persone.
Di decennio in decennio gli organismi internazionali hanno dovuto ammettere l’inefficienza delle soluzioni adottate. E a fianco dei mancati progressi nel settore agro-alimentare sono sviluppate e cresciute altre criticità correlate in campo educativo, assistenziale, sanitario.
Ancora una speranza: un cambiamento dei programmi politici finanziari in atto... Ci sarà una nuova ripartenza per una convivenza civile più dignitosa per tutti? vedremo la fine di questa mortificazione che tocca la coscienza di ciascuno di noi?
Nell’attesa sarà bene che ciascuno di noi adotti uno stile di vita più serio e responsabile... visto mai!