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Arte

I ritratti
di Silvia Conciatori

Fisionomia e vissuto interiore

di Dante Fasciolo

Il ritratto è uno dei più antichi generi pittorici che la storia dell'arte ci abbia tramandato. Il suo successo è sicuramente sostenuto dall’antico sogno faustiano dell’immortalità che non ha mai abbandonato l’uomo di tutti i tempi.

In realtà il ritratto non è solo un genere pittorico, ma la rappresentazione della percezione che gli artisti di ogni epoca ebbero di sé e del genere umano, testimoniandone al contempo la cultura, la storia, la capacità artistica. Ed è proprio un grande artista, Leonardo da Vinci, a dare una svolta al modo di rappresentare i volti inaugurando la nuova teoria che, superata la visione documentaria, tende ad acquisire una nuova coscienza della percezione dell’Io: il ritratto pittorico diventa tramite tra fisionomia e vissuto interiore.

Silvia D’Agostino Conciatori ha assorbito tutta intera questa nuova teoria e i suoi ritratti possono ben definirsi “Ritratti dell’anima” nel senso che la fisionomia dei soggetti rappresentati supera l’aspetto fisico esteriore per mettere in evidenza caratteri psicologici e morali e offrire quindi nuova immagine e più autentica espressione.

I Volti ritratti di Emilio Conciatori, suo maestro e compagno nella vita; così pure quelli dell’attore Robert de Niro e Tony Montana, sono esempi eloquenti di compenetrazione artistica, volontà di scavare oltre gli sguardi, tensione nel tessere i segni antichi del pensiero e delle risposte capaci di darci per una nuova trama umanistica.

   

La pittura intelligente di questa giovane artista non si limita ai volti, ma spazia tra paesaggi, nature morte, composizioni varie... ove si esprime una vena creativa capace di conferire un’atmosfera di vivace attualità artistica e di quella rara magia di cui è memoria in poche delle espressioni artistiche di questo nostro confuso tempo presente.

Guardare il profilo pittorico di Franco Battiato, sembra di provare un parallelo sul filo del suo pensiero... e già emergono le sue melodie mediterranee, orientaleggianti, fini, leggere, problematiche: la sua anima è in questa fisionomia.


Emilio Conciatori

Un lungo viaggio nel sogno

di Dante Fasciolo

C’è un grande cerchio screziato di verde, e al centro due indistinti, evanescenti fasci di luce proiettati verso l’esterno, titolo: “Il Volto degli Angeli”; e un altro grande cerchio dipinto di un forte color rosso che, pur nelle sue variegate sfumature, poco spazio lascia al nero che lo compenetra, titolo: “Una Nuova Alba”.

Due intense tele di un metro di diametro che potrebbero essere assumente come paradigma della pittura di Emilio Conciatori, artista di fama internazionale, minatore/escavatore del pensiero e dell’animo umano.

   

La sua esperienza artistica lo ha portato in lungo e largo per i continenti e da ogni luogo, dall’incontro con le genti, ha saputo accumulare e custodire storie e sentimenti che hanno trovato la via della rappresentazione attraverso i suoi vivacissimi colori e le espressioni/esplosioni che caratterizzano la sua esplorazione pittorica.

Una parabola artistica che ha saputo restituire e distribuire i suoi saperi con l’aggiunta di un di più che solo una forte vocazione all’arte può rendere possibile ed evidenziare.

Decine e decine di tele ripercorrono fasi alterne della vita e interagiscono col pensiero corrente, ma la cifra pittorica di Emilio Conciatori non smentisce mai se stessa... poiché la coerenza in arte è un valore, e questo lui lo sa e lo testimonia.

Dalla “Placenta” alla “Nuova Alba” al “Volo degli Angeli” il viaggio è lungo e questo instancabile esploratore ha percorso tutto il labirinto, tutte le strette strade, tutti i confini che si frappongono all’arte, e le sue tele hanno ben spaziato tra le geografie “A Est di Sumatra” a “Triangolo delle Bermuda” fino a “L’Odissea dello Spazio”. Ha poi scandagliato a lungo “Alle radici del Pensiero”, “...dalla Divina Commedia” all’“Omaggio a Beethoven”.

Passione, genialità creativa, sentimento, il cammino parallelo al suo “viaggiare in arte”, e in tasca sempre il “sogno”, vigile di quell’”animo” che non lo lascerà mai.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)