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Il Museo Africano
di Verona

Conoscenza e dialogo.

Il teologo John Mbiti scrive “In Africa io sono perché noi siamo”, significando che solo il senso di appartenenza ad una comunità riconosciuta dà al singolo gli elementi per definire la propria identità. Sentendosi parte dell'eterno ciclo vitale del cosmo, entro il quale viene spesa la propria esistenza, nella tradizione africana si intende la vita come viaggio che, scandito da speciali tappe marcate da riti di passaggio, sfocerà nel ritorno a quel mondo degli spiriti e degli antenati cui ogni individuo è destinato. Si comprende così il motivo per cui in tutte le culture africane temi come la vita, la fecondità e la fertilità, la relazione con gli altri, hanno una così grande rilevanza e vengono celebrati nei modi più diversi. Tutto questo spiega anche il significato del percorso, didattico ed etnografico, offerto dal Museo africano dei Missionari Comboniani. Il Museo africano intende farsi punto di riferimento nel territorio, nell'ambiente, multietnico e multiculturale, di Verona e dell’Italia stessa, offrendo opportunità di conoscenza e dialogo con l'Africa, cercando di diventare sempre più luogo di convivialità delle differenze. Quindi incontrare, conoscere ed amare l'Africa, quella lontana e quella presente oggi in Italia, è il triplice obiettivo che i Missionari Comboniani si augurano possano conseguire le persone in visita al Museo.

   

CONTATTI
Museo africano - Fondazione Nigrizia onlus
Vicolo Pozzo, 1
37129 Verona
Tel 045.8092199
Fax 045.8092291
www.museoafricano.org
info@museoafricano.org

ORARI DI APERTURA
Martedì-Sabato
9.00-12.30 / 14.30-17.30
Domenica e festivi
14.00-18.00
Giorno di chiusura: Lunedì

BIGLIETTI
Intero 3,00€
Ridotto 2,00€ (insegnanti, studenti universitari, adulti oltre 60 anni, soci Fnac, soci FIAF)
Ridotto 1,00€ (da 8 a 18 anni)

SERVIZI AL PUBBLICO
Guardaroba, accesso per disabili, biblioteca, mediateca, fototeca, ampio parcheggio, parco privato.

PER ARRIVARE
Autobus
n. 31, 32, 33 da Castelvecchio: fermata Piazza Isolo
n.73 da stazione Fs Pta. Nuova: fermata Piazza Isolo
n.72 da stazione Fs Pta. Nuova: fermata Via Carducci
n.91 (giorni festivi): fermata Piazza Isolo
In auto
Uscita autostradale consigliata: A4 - Verona sud : seguire indicazioni per il Centro con direzione Teatro Romano, arrivare in Piazza Isolo e seguire la segnaletica Museo africano e Missionari Comboniani.

Nell'esposizione degli oggetti artistici, il Museo Africano intende trasmettere valori culturali ed esistenziali di natura universale che sottolineano l'importanza di guardare e ascoltare per conoscere ed imparare. La collezione permanente, di natura etno-antropologica, accompagna i visitatori in un viaggio sul Ciclo della vita.

Le 26 vetrine mostrano le maggiori produzioni di cultura materiale in un percorso tematico che si snoda tra le tappe fondamentali della vita: nascita, infanzia, educazione, pubertà, iniziazione, fidanzamento, matrimonio, maturità, anzianità, morte e ritorno agli antenati, con oggetti rituali artistici, manufatti, suppellettili, strumenti di lavoro e di uso domestico e maschere.

Nella sala polivalente del Museo, inoltre, sono organizzate mostre temporanee monotematiche, proiezioni e conferenze che cercano di avvicinare il pubblico di visitatori al contesto della realtà sociale e culturale africana attuale. Inoltre molto importante è l’attività educativa e di sensibilizzazione che il Museo riserva agli studenti di ogni ordine e grado che hanno la possibilità di visitare il Museo e di partecipare ai laboratori didattici, per migliorare la conoscenza del continente africano e stabilire un dialogo costruttivo e un confronto paritario tra le diverse culture.

   

Il contenuto tematico della collezione permanente Nascita e maternità: punto di partenza del ciclo vitale ed elemento di fondamentale importanza in un paese in cui i figli vengono considerati incremento di vita e di ricchezza in quanto simbolo di continuità. Di qui il grande valore dato alla fertilità e alla fecondità, e l’importanza della donna che incarna la più alta espressione nella trasmissione della vita.

Infanzia ed educazione: diversi sono gli aspetti dell’infanzia in Africa, in un continente in cui coesistono città moderne e popolazioni che seguono un ordine sociale trasmesso per generazioni. Il processo verso la modernità sta oggi apportando ovunque grandi modifiche all’educazione tradizionale, informale e basata sull’imitazione e sull’imparare sperimentando.

Pubertà ed iniziazione: ricca è la varietà di rituali messi in atto in tutta l’Africa nel periodo dell’iniziazione. Questa è vissuta realmente come una seconda nascita. Un passaggio liminale che fa entrare giovani e ragazze a pieno titolo nel mondo degli adulti. Un nuovo nome viene imposto e oggetti simbolici che i giovani iniziati conservano per tutta la vita.

Il Museo fu fondato per volere di Francesco Sogaro, primo successore del fondatore dei Comboniani, Daniele Comboni.

Nel 1882, Sogaro chiese a Giuseppe Sembianti, rettore degli Istituti Africani, di "istituire in Verona un Museo africano, per raccogliere gli oggetti interessanti, la scienza o la curiosità che dall’Africa saranno spediti dai missionari".

I primi oggetti iniziarono ad arrivare nel 1892; inizialmente sistemati presso la Casa Madre dei Comboniani, furono in seguito trasferiti presso la Fiera di Verona per una mostra (nel 1937) e poi negli edifici che ancora oggi costituiscono il Museo.

L'importanza culturale del Museo crebbe notevolmente nella seconda metà del XX secolo. In particolare, esso divenne un punto di riferimento per molti studenti di etno-antropologia veronesi.

Al Museo fu associata anche una biblioteca antropologia (la Biblioteca di Nigrizia, circa 20.000 volumi) e, più tardi, una foto-cineteca. Il Museo ebbe un primo periodo di ristrutturazione fra il 1978 e il 1981, e un secondo nel 1996, in occasione della beatificazione di Daniele Comboni.

Matrimonio e famiglia: il matrimonio in Africa costituisce l’ultimo atto di un processo finalizzato ad assicurare la continuazione della famiglia estesa e a incrementare il suo benessere. Numerosi sono gli oggetti legati a questo fondamentale passaggio della vita. Le vetrine ne illustrano alcuni riguardanti il prezzo della sposa, l’abbigliamento, la vita domestica e il lavoro.

Dogon : si è voluto dare risalto all’etnia dogon del Mali sia per gli oggetti artistici di valore in possesso del Museo sia per la ricca cosmogonia rappresentata nell’arte dogon in genere. Da sottolineare lo stile architettonico della tradizione dogon, secondo il quale sia le abitazioni private che i villaggi sono costruiti seguendo un modello antropomorfo.

      

Maschere: le maschere – uno dei mezzi con cui attrarre la forza sovrannaturale degli spiriti per porla a servizio del gruppo sociale – sono suddivise in varie categorie e indossate in danze organizzate a seconda del tipo di celebrazione: riti d’iniziazione, celebrazioni per propiziare pioggia e buoni raccolti, rituali funebri, danze di specifiche società segrete, ricorrenze e festival d’intrattenimento.

Strumenti musicali: con danza e canto, la musica nella tradizione africana costituisce una delle più rilevanti espressioni artistiche. La pluralità di culture del continente ha dato origine ad una grande varietà di strumenti musicali, diversi dei quali esposti nelle vetrine. La tradizione musicale africana, inoltre, è stata d’ispirazione a generi musicali occidentali e moderni.

Anzianità e potere: l’anziano è colui che acquista stima e rispetto e a cui vengono affidate posizioni di rilievo all’interno della società in ambito sociale, politico e giuridico. A questo periodo dell’esistenza sono legati oggetti artistici che simboleggiano autorità e potere, saggezza e valori spirituali. Il bastone, lo scettro e il trono sono i più comuni tra i simboli del potere.

Morte, antenati e aldilà: nella morte inizia una nuova forma di legame tra lo spirito del defunto e famiglia e comunità di cui ha fatto parte. Presso tutti i gruppi etnici si trova testimonianza di questo in oggetti e manufatti tra cui spiccano sculture funerarie che personificano il defunto e simboleggiano il senso di unità tra la persona scomparsa e i famigliari.

Religioni tradizionali africane: nella tradizione africana, la persona cerca l’armonia non solo con l’ambiente naturale e sociale in cui è inserita, ma anche con l’Essere Supremo, come pure con il cielo, gli astri e tutto ciò che simboleggia l’eternità. L’esistenza è immersa nel movimento cosmico, e avvolta nella sfera spirituale che riconduce a Dio Creatore.


Arte africana

Cosmo, umanità
ed eterno ritorno

Opere della Collezione Corso
fino al 30 settembre 2012

Resterà aperta fino al 30 settembre p.v., presso il Museo Africano di Verona, la mostra "Arte africana: cosmo, umanità ed eterno ritorno - Dalla nascita del mondo alla dialettica degli esseri".

Fabrizio Corsi è nato a Pesaro. Ha lavorato per 25 anni soprattutto come consulente della FAO in Africa. Sensibile conoscitore e divulgatore di arte africana, ha organizzato parecchie mostre in diverse città italiane, al fine di avvicinare ed appassionare il pubblico all’Africa. Inoltre, ha avuto occasione di collaborare con alcuni Istituti di scuola superiore, organizzando insieme agli stessi studenti, mostre monografiche a supporto dell’attività scolastica.

Un percorso artistico-etnografico realizzato con le opere più importanti della Collezione di Fabrizio Corsi. In perfetta sintonia con l’esposizione della collezione permanente del Museo, la mostra Arte africana: cosmo, umanità ed eterno ritorno, aiuta ad ammirare la bellezza dell’arte tradizionale di alcuni gruppi etnici dell’Africa sub-sahariana.

      

Il ciclo dell’esistenza umana, così importante nella visione sacrale della cosmogenesi africana, ci conduce dall’apparizione dei primi animali, intrisi di simbologia mitologica, ad altri più evoluti e ben presto all’apice della creazione: l’essere umano nella duplice identità di maschio e femmina. La descrizione della relazione dialettica nella diversità di ruoli tra maschio e femmina lungo le diverse fasi dell’esistenza, costituisce il fulcro del percorso etnografico presentato.

Sottolineando la signoria dell’essere umano sul resto della creazione, il significato del percorso, iniziato con la nascita della vita, ci conduce al suo sbocco finale, richiamando la filosofia dell’eterno ritorno, nell’incontro con gli antenati in vista di una rinascita della vita stessa.

Con questa esposizione il Museo africano vuole completare un ‘trittico collaborativo’ avviato insieme a Fabrizio Corsi già con due precedenti percorsi etnografici presentati negli anni scorsi: Il Cantico delle creature e Il Tempo ritrovato. Il progetto consiste nel migliorare la conoscenza del continente africano per stabilire un dialogo costruttivo e un confronto paritario tra le diverse culture.

Da febbraio a giugno, il secondo sabato del mese sono previste visite guidate alla mostra con il collezionista Corsi, dalle 10 alle 11.30, al costo di 3.00€ comprensivo di entrata al Museo e visita guidata. (Prenotazioni al numero 045 8092199)


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)