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Parchi e Oasi dello Spirito

Montalcino

Abbazia di Sant’Antimo

di Dante Fasciolo

Seguendo la Francigena, la via dei pellegrini verso Roma, nelle terre toscane della Val D’Orcia ci si imbatte nella maestosa costruzione di Sant’Antimo magnificamente inserita in uno scenario naturale, tra i più significativi nella conta dei paesaggi italiani.

   

Questa chiesa, di antiche origini - fu consacrata nell’814 – si può collegare al volere di Papa Adriano I, che affidò – almeno secondo la tradizione orale – a Carlo Magno le reliquie di San Sebastiano e di Sant’Antimo con l’intesa di fondare un monastero capace di ospitarle con rispetto e dignità.

Così fu, e comunque l’originale basilica venne ristrutturata in stile romanico all’inizio del XII secolo., protetta da pontefici e imperatori, questa Abbazia Benedettina rappresentava un centro religioso di grande prestigio e potere.

      

L’imponente costruzione però divenne economicamente insostenibile e subì una fase di decadenza, e a nulla valse l’assegnazione e la custodia ai Guglielmiti che nel 1462 la cedettero alla diocesi di Montalcino.

Si dovettero aspettare l’ottocento e il novecento per ripristinare l’antica struttura ad opera dei Canonici Regolari di Sant’Antimo che riportarono l’Abbazia all’antico splendore ed alla originale spiritualità.

La Chiesa, le cui forme si ispirano in larga misura all’Abbazia di Cluny, si presenta con un imponente campanile romanico-lombardo ed un mirabile portale. Le mura sono in travertino e le numerose decorazioni in onice, proveniente dalle vicine cave di Castelnuovo.

Le tre navate dell’interno sono luminose, divise da colonne con pregevoli capitelli; e suggestivi sono la sacrestia e la sottostante cripta dell’XI secolo.

   

Di Sant’Antimo, oltre gli squisiti dettagli delle decorazioni e la magia delle architetture, sprigiona un atmosfera particolarmente mistica... e il silenzio e la luce invitano alla meditazione e alla preghiera. Due momenti che si uniscono al fascino dei luoghi, il degradare del paesaggio, l’ergersi di eleganti cipressi, lo snodarsi dei sentieri tra il verde dei prati e l’ocra dei campi... e ancora, la suggestione del canto gregoriano che irradia l’atmosfera delle funzioni religiose...

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)