arte
Bertina Lopes
I Colori della Pace
Auditorium Parco della Musica, Roma
a cura di Claudio Crescentini e Massimo Domenicucci
“I colori della pace”, espressione del gesto pittorico di Bertina Lopes,
tramite il quale l'impegno politico, sociale e umanitario
va di pari passo con la forza incontrastata del colore
utilizzato per la creazione delle sue opere
Nel ventennale dalla sigla, a Roma, dell’ “Accordo Generale di Pace” (4 ottobre 1992), tra il governo del Mozambico e gli oppositori della Resistência Nacional Moçambicana (Renamo), raggiunto dopo una lunga opera di mediazione – 27 mesi con 11 sessioni di lavoro – iniziata e portata a termine dal Prof. Andrea Riccardi e Don Matteo Zuppi della Comunità di Sant’Egidio, dal Governo Italiano rappresentato dall’On. Mario Raffaelli e da Don Jaime Gonçalves, Arcivescovo di Beira e rappresentante della Chiesa mozambicana, l’Ambasciatore della Repubblica del Mozambico in Italia, S.E. Carla Elisa Luis Mucavi, d’intesa con il Ministero degli Affari Esteri italiano, l’Archivio Bertina Lopes e Roma centro Mostre, e grazie al patrocinio dell’ENI, hanno promosso una mostra tematica della famosa artista luso-mozambicana e italiana d’adozione, Bertina Lopes (1924-2012), dal titolo Bertina Lopes, i Colori della Pace.
La mostra e il catalogo (Palombi Editori), curati da Claudio Crescentini e Massimo Domenicucci e sostenuti da un autorevole Comitato Scientifico internazionale - Agostino Bagnato (“Sapienza” Università di Roma); Alda Costa (Università Eduardo Mondlane, Maputo), S.E. Carla Elisa LUIS MUCAVI (Ambasciatore della Repubblica del Mozambico in Italia), Elise K. Porfyrogenis (Centre des Études d’Art contemporain, Atene/Basilea), Claudio Strinati (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) - nasce proprio lungo la scia di questa fondamentale eredità umanitaria e pacifista dell’artista e dal sentimento stesso del suo gesto pittorico, tramite il quale l’impegno politico, sociale e umanitario va di pari passo con la forza incontrastata del colore utilizzato per la creazione delle sue opere.
Proprio quel colore che tanto fu ammirato da Giulio Carlo Argan, il quale riteneva, da storico dell’arte e Sindaco di Roma (1976-79), l’arte della Lopes come una delle espressioni più congeniali a giudicare Roma “communis patria” di ogni forma di cultura.
“Africa, respireremo insieme per vincere” (1988), “La realtà inizia dove finisce la nostra illusione” (1993), “L’Africa dentro” (1996), “Una ventata è un soffio di libertà” (1997), “Noi dell’Africa immensa” (2000), “I drammi del mondo” (2005), sono solo alcuni titoli dei grandi dipinti realizzati negli ultimi venticinque anni di attività dell’artista, presentati nella nuova personale all’Auditorium e dai quali bene si evince la forza delle radici della Lopes e soprattutto la passione “mondialista” e libertaria immessa nella sua creazione pittorica.
Del resto nel corso della sua lunga carriera, intensa e importante, iniziata negli anni Cinquanta a Maputo e proseguita a Lisbona e, dagli anni Sessanta, a Roma, la Lopes ha lasciato al mondo dell’arte e della cultura internazionale una grande eredità morale, etica e spirituale che ha attraversato tutte le sue diverse fasi stilistiche e che possiamo tradurre nell’urgenza della sua arte come viva espressione dell’amore per gli uomini, dove la Pace, la Solidarietà, la Tolleranza e la Comunicazione positiva fra i popoli ne sono di sicuro l’elemento preordinante e fondante.
Proprio grazie a questa coerente linea interpretativa dell’arte contemporanea, Bertina Lopes ha ottenuto significativi e fondamentali riconoscimenti internazionali, che vanno, solo per citarne alcuni, dal “Gran Prix d’Honneur” dell’Unione Europea Critici d’Arte (1988) al Premio Mondiale della “Rachel Carson Memorial Foundation” (1991), dalla nomina a “Commendatrice” (per meriti), direttamente dal Presidente della Repubblica del Portogallo Mario Soares (1993), alla mostra, per ora unica artista ad averla realizzata, presso la Sede mondiale della FAO di Roma in occasione del “Vertice Mondiale dell’Alimentazione” (1996). In questo stesso anno l’artista ha anche ricevuto il Premio “Messaggero della Pace - UNIPAX” e, in seguito, il “Premio Internazionale Arte e Solidarietà” (1998).
Fra le ultime importanti mostre ricordiamo la grande antologica, espressamente voluta dall’allora Sindaco di Roma Walter Veltroni, per il decennale della firma dell’ “Accordo Generale di Pace”, tenutasi presso il Sacro Palazzo Apostolico della Cancelleria sotto l’egida della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa (2002), alla quale ha fatto seguito la consegna ufficiale della Targa d’argento del Presidente della Repubblica Italiana (2002). La citata mostra è stata organizzata in collaborazione con il Consiglio Italiano per i Rifugiati e dedicata alle persone costrette all’esilio, in fuga da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. Ricordiamo anche che, nel 2006, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha organizzato una grande antologica della Lopes presso il Museo della Città di Rimini e l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, in occasione delle quali è stato diramato un saluto augurale, “con sentimenti di vivo apprezzamento per il valore culturale dell’iniziativa”, del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.
Nel 2012, a seguito della scomparsa dell’artista, Bertina Lopes è stata omaggiata a titolo postumo in Mozambico nel luglio del 2012, con una cerimonia capeggiata da S.E. Armando Emilio Guebuza, Presidente della Repubblica del Mozambico, in riconoscimento del suo prezioso contributo e impegno attraverso le sue opere ed il suo talento, nella causa della decolonizzazione e pacificazione del Mozambico.
Le opere esposte in questa mostra trasmettono la brillante e ricca traiettoria artistica e culturale di “Mamma B”, come era affettuosamente chiamata Bertina Lopes, donna umile e creativa, affabile e combattiva, generosa ed esigente ha tradotto la sua arte in uno strumento di critica sociale e le sue opere con i suoi colori sono l’espressione dell’amore per il suo Paese.
Viene inoltre creato, l’Archivio Bertina Lopes (Maputo/Lisbona/Roma), per la raccolta e il riordino di tutto il materiale artistico e documentario, di cui il primo nucleo è presente on line proprio in occasione della presente mostra, sul sito www.archiviobertinalopes.net.