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arte

Maxim Kantor

Fondazione Stelline, Milano

a cura di Alexandr Borovsky e Cristina Barbano

Vulcano. Il cuore di questa esposizione è il portfolio 'Vulcanus. Atlas' (incisioni, litografia e matite colorate) realizzato nel 2010 dal pittore e scrittore di origine russa. A questo fanno da cornice 20 dipinti di grandi dimensioni realizzati dai primi anni '80 ad oggi e 20 opere grafiche dai cicli 'Wasteland. Atlas' e 'Metropolis. Atlas'

Dal 26 ottobre 2012 la Fondazione Stelline di Milano, in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, presenta per la prima volta in Italia in maniera completa ed esaustiva l’opera di Maxim Kantor, pittore e scrittore di origine russa.

Il cuore dell’esposizione è il portfolio Vulcanus. Atlas realizzato nel 2010, a cui fanno da cornice un nucleo di venti dipinti rappresentavi dell’intera attività pittorica di Kantor (1980-2012).

L’opera di Maxim Kantor è conosciuta in Italia, dove l’artista ha esposto in tre precedenti occasioni. Nel 1988 presso Studio Marconi Milano, all’interno della mostra collettiva “Artisti Sovietici Contemporanei”; nel 1997 alla XLVII Biennale di Venezia, con la mostra “Criminal Chronicle”, a cui fu completamente dedicato il Padiglione Russo e nel 2005 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.

Tuttavia le numerose mostre tenute dall’artista a partire dalla fine degli anni Ottanta in diverse città in Europa e negli Stati Uniti, oltre a quelle italiane appena citate, sono sempre state dedicate a un particolare periodo del suo lavoro o ad una singola serie grafica.

   

Questa mostra, che occuperà entrambe le Gallery della Fondazione Stelline, si differenzia invece dalle precedenti in quanto accosta al portfolio Vulcanus, realizzato nel 2010, un nucleo di venti dipinti, alcuni di grandi dimensioni, rappresentativi dell’intera attività pittorica di Kantor (1980-2012).

Maxim Kantor (Mosca 1957) è pittore, incisore e scrittore russo contemporaneo, figlio dell’intellettuale e filosofo Karl Kantor, scomparso nel 2008, con il quale ha sempre avuto un profondo rapporto di vicinanza, di scambio, di confronto. La sua produzione artistica si divide in tre periodi principali.

Il Periodo Rosso (Periodo Sovietico, 1980-fine anni Novanta). Dipinti che rappresentano case, prigioni, lager, ospedali, metropolitane, ma anche e soprattutto uomini che, pur oppressi da un regime disumanizzante, conservano “umanità” nel senso più ampio e più profondo del termine. I colori preferiti sono il giallo, il rosso e l’arancione. Lo stile di quegli anni è definito di “resistenza” ed è spesso brutale. L'eroe più ricorrente è il padre ed il simbolo più importante Giobbe. Sono presenti in mostra opere significative di questo primo periodo, come Stato (1991) e La mia famiglia (1996 – 1997).

      

Il Nuovo Impero (Fine anni Novanta – 2008). La caduta del comunismo, alla fine degli anni Ottanta, rappresenta per Kantor la possibilità di viaggiare per il mondo, di abitare in altre città come Berlino, Londra, Parigi.

Inizia un'epoca di grandi speranze, caratterizzata anche dalla perdita di orientamento. La Russia crolla, ma anche l'Europa attraversa una profonda crisi. L’opera riassuntiva di questi dieci anni è il portfolio di litografie Metropolis, del 2001-2003, ma anche quadri intensi come La Torre rossa (2005) e Requiem per un terrorista (2003-2004), che si possono ammirare in mostra.

Atlantide (Dal 2008 a oggi). Negli ultimi anni la consapevolezza della fine di un certo “ciclo storico”, non solo in Russia, è diventata evidente. Il mondo è entrato in una crisi profonda, non solo politica, ma anche intellettuale.

Il compendio del lavoro di questo periodo si ritrova nell'ultimo portfolio grafico Vulcanus (esposto integralmente in mostra), dove Kantor si ritrae nella prima incisione con il titolo Autoritratto tra Lenin e Putin (2010). In esso Kantor con segno mirabile, acuto e con ironia sferzante ripropone la storia del XX secolo fino ai nostri giorni, con particolare attenzione agli eventi legati alla Rivoluzione Russa e alla Prima Guerra Mondiale. I soggetti delle sue incisioni sono i protagonisti della storia, da Lenin, a Stalin, a Trotsky da Churchill a Roosvelt, e gli intellettuali da Tolstoy a Cecov, a Majakovskij, all’Achmatova. L’artista critica i personaggi famosi della storia con implacabile severità e mostra compassione per le vittime: la gente comune. La sua critica non è solo nei confronti dei fantasmi del comunismo, ma anche degli spaventapasseri del capitalismo. In mostra, tra le opere recenti, anche Ritratto di Marx (2011) e Sala d'aspetto (2011-2012).

   

Ogni periodo ha una propria geografia. Per il Periodo Rosso è Mosca. Per il periodo del Nuovo Impero sono le città in cui ha viaggiato, Berlino, Londra, Parigi ecc. Negli ultimi anni Kantor passa sempre più tempo in un'isola vicino alla costa della Francia, l'Ile de Ré. L’immagine centrale nelle sue opere pittoriche è Atlantide che si inabissa nell'oceano, come racconta Platone.

La mostra, alla Fondazione Stelline dopo la tappa al Museo di Stato di San Pietroburgo, è accompagnata da un ricco catalogo (Palace Edition; pagg. 192; 30,5x30 cm), con prefazione di Camillo Fornasieri, un saggio introduttivo di Erik Hobsbaum e testi dei curatori Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, degli autori Vittorio Hosle, Ulrike Göschenen, Alexander Zinoviev e dell’artista. Le immagini a colori illustrano il nucleo principale della produzione pittorica di Kantor e le opere della serie Vulcanus.

L’esposizione è promossa e organizzata dalla Fondazione Stelline in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, il supporto della Fondazione Russa Actual Realism Collection e con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano e del Comune di Milano.

      


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