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Costume e societÀ

Contro Astensionismo

e Antipolitica

di Bartolo Ciccadini

Celebrato a San Donato Milanese il XVI Congresso dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani – Una mozione di plauso e riconoscenza al Presidente Napolitano – La proposta a tutte le Associazioni cattoliche di un’iniziativa contro l’astensionismo e l’antipolitica – Eletto Presidente ANPC l’On. Giovanni Bianchi (già Presidente Acli e Partito Popolare Italiano)- Fondazione dei “Gruppi di Lavoro Resistenza e Costituzione”

È la mattina del 24 Ottobre 2012. Emerge nella nebbia mattutina lombarda, il bel disegno della Chiesa di Santa Barbara, voluta da Enrico Mattei in quel San Donato Milanese che egli rifondò come centro e motore propulsivo della sua impresa. Il più grande viale si chiama ancora: “Viale Cortemaggiore”.



La Preghiera del Ribelle

di Teresio Olivelli e Carlo Bianchi

Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libera vita,
dà la forza della ribellione.
Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura.
Noi ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso, nell'ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell'indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell'amarezza.
Quanto piú s'addensa e incupisce l'avversario, facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra.
Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fa' che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu che dicesti: ``Io sono la resurrezione e la vita'' rendi nel dolore all'Italia una vita generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Signore della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore.


San Donato non è più il centro dell’ENI e della SNAM. I momenti propulsivi di quella impresa non sono più qua. Ma una cosa è restata, così come Enrico Mattei l’aveva voluta: la Chiesa di Santa Barbara. Essa è qua, la sua facciata è già illuminata dal sole alto, mentre noi siamo ancora immersi nella nebbia. È qua col suo bel disegno architettonico moderno di Mario Bacciocchi che accenna orgogliosamente alla gotica bellezza del Duomo di Milano. È qua, con le sue porte di Arnaldo e Giò Pomodoro, con la sua via Crucis di Pericle Fazzini, con la sua grande Crocifissione che copre l’intero abside narrata da Vincenzo Tomea, che sceglie il mosaico ed abbandona per questa impresa il suo pennello timido ed intimo di pittore di fiori e non di crocifissioni. È qua con il suo soffitto decorato da Tommaso Cascella e con la sua bellissima “Madonnina”.

È la Chiesa voluta da Enrico Mattei, il quale, come ha chiamato per la sua Eni le intelligenze più moderne del Paese, ha chiamato per la sua Santa Barbara i valori artistici più importanti degli anni ‘50.

   

Sono qui convenuti, per ricordare Enrico Mattei, i Partigiani cristiani. Oggi si svolge a San Donato il XVI Congresso nazionale di questa Associazione che fu fondata nel 1947, appunto, da Enrico Mattei che era stato uno dei capi della Resistenza e che nel Governo del CNL rappresentava la partecipazione militare attiva dei cattolici. Mattei si era deciso al passo di fondare un’Associazione autonoma, per difendere una Resistenza cristiana, dura combattente, ma senza odio e senza progetto di egemonia, promessa di libertà per tutti.

Sono qui i "vecchi eroi stanchi", con gli anni carichi di ricordi che pesano sulle spalle, che una volta portarono il peso duro di una guerra liberatrice. Si guardano, si riconoscono, si contano, si abbracciano i partigiani cristiani.

Entriamo in Chiesa, il parroco ci saluta, e spiega con una premessa il senso della liturgia. Accenna alla speranza cristiana per la resurrezione di Enrico. Poi dice: “Nella nostra liturgia ricorderò Enrico in tutte le preghiere appropriate, con il suo nome. E ricorderò con lui gli uomini con cui ha spezzato il pane, il simbolo vero della fratellanza cristiana, che si esprime proprio nel gesto di spezzare e di donare il pane. Cum-pane è l’origine vera della parola compagni. E ricorderò i compagni col significato antico e cristiano di questa parola. E nei luoghi appropriati della liturgia pregheremo per Enrico ed i suoi compagni”.

E così incomincia il rito ambrosiano, magro e breve rispetto al rito barocco romano, intenso come un pasto fugace in una marcia sui monti. Ed abbiamo pregato e spezzato il pane per Enrico ed i suoi compagni. La cerimonia si chiude con una sommessa, pacata e durissima lettura della “Preghiera del ribelle”.

Ci accorgiamo di quanto sia attuale, necessario e dedicato a noi italiani del 2012 questo dono che ci viene offerto gratuitamente dal sacrificio di coloro che dettero la loro vita per la libertà e per l’Italia.

Ritroviamo così lo spirito del XVI Congresso: insieme laboriosamente nel rispetto dello Statuto, ma ritrovando le ragioni di fondo, della fraternità fra compagni, apriamo lo scrigno delle nostre memorie e lo applichiamo alla odierna situazione politica italiana.

Sergio Giliotti, il cui nome di battaglia era “Sparviero”, racconta i fatti degli ultimi tre anni, le opere ed i giorni dell’Associazione, il ricordo di Mattei, il fondatore, l’orgoglio ferito per la sentenza dei tribunali tedeschi e per la elezione del mausoleo a Graziani.

Andrea Olivero spiega nel suo messaggio: “Senza il valore, la dedizione e il sacrificio dei protagonisti della lotta partigiana la nostra Repubblica, tutto l'associazionismo democratico e le stesse Acli non sarebbero esistite.”

“Il dialogo tra le generazioni – ha aggiunto Pasquale Orlando – è premessa fondamentale per trasmettere la memoria e promuovere ancora oggi i valori della democrazia e della partecipazione.”

La prima decisione del Congresso è un forte ringraziamento a Napolitano per l’Alto Patronato concesso ai Partigiani Cristiani. Alla fine sarà votata anche una mozione di plauso e di ringraziamento per l’opera che il Presidente Napolitano svolge con tenacia per il bene della Patria, per la salvezza della libertà e della democrazia, in un momento difficile. A lui il saluto e la riconoscenza dei Partigiani Cristiani.

Ma a questa attualità estrema non ci sottraiamo. L’Associazione di fronte alla delusione ed allo sconforto di tanta parte dei cittadini, largamente diffusi purtroppo anche fra i cattolici, decidono di proporre alle Associazioni vicine una forte azione comune per combattere l’astensionismo e l’antipolitica. Qualcuno ricorda come fu difficile scegliere durante la Resistenza, come era forte la tentazione dell’attendismo, il rifugio della zona grigia, ma come fu giusto e necessario partecipare, impugnare senza odio le armi in difesa di coloro che erano perseguitati, condannati, uccisi.

I 400 sacerdoti caduti nella Resistenza furono la prova più viva della partecipazione dei cattolici alla rinascita dell’Italia. Non possiamo tradire la nostra storia in questo momento così difficile.

Viene anche confermato nel Congresso l’accordo con le Acli per fare insieme un lavoro per i giovani, non solo per ricordare la Resistenza e la Costituzione, ma per rendere vivi oggi fra i giovani i valori che sono il loro fondamento.

Enrico Mattei: Scritti e discorsi.

È questo il titolo di un libro per i tipi della Rizzoli con prefazione di Paolo Mieli e i saggi di Daniele Pozzi e Valerio Castronovo.
In successione si legge di Mattei partigiano, i suoi discorsi sulla resistenza , i Volontari della Libertà,; poi il suo pensiero da deputato democristiano, infine il suo impegno per l’Eni.

Si tratta di una raccolta di oltre 200 documenti e immagini, molte dei quali pubblicati ora per la prima volta, grazie all’Archivio storico dell’Eni.

   

Il congresso elegge il suo Consiglio Nazionale, le cariche previste dallo Statuto e, dopo aver ricordato, il Presidente Gerardo Agostini ed il Segretario Nazionale Bruno Olini, recentemente scomparsi, all’unanimità viene eletto Presidente, l’On.Giovanni Bianchi, già presidente delle Acli dal 1987 al 1994, poi deputato e presidente del Partito popolare italiano. “La nostra storia è il nostro futuro – ha dichiarato il neo-presidente dei Partigiani cristiani – I valori della Resistenza e della Costituzione possono essere di guida ai nostri passi anche in questa fase di forte crisi dello Stato, delle Istituzioni e dell'etica pubblica e privata.”

Il pranzo comune somiglia ad un rancio di “campagna”, dove l’idea del dono volontario offerto come sacrificio si unisce al chiasso allegro della compagnia che ha depositato le armi. I “vecchi eroi stanchi” si riconoscono anche nel rancio, che è un altro modo di spezzare il pane.

Il dibattito continua serio e puntuale. Si sente nell’attenta presenza di tutto il pomeriggio, nonostante che la incombente nebbia serale possa essere pericolosa per i viaggi di ritorno, racconta come si cerchi in ogni modo di prolungare la gioia di stare lì insieme.

Il tutto si scioglie nella allegra fotografia di gruppo finale. I “vecchi eroi stanch” con i loro giovani accompagnatori si concedono rumorosamente all’obiettivo. Illuminati dal sole, che (direbbe Carducci sbagliando) “cala dietro il Resegone”. Invece il sole cala nella nebbia di ottobre. Che la primavera sia per te fausta e felice, cara Italia dei Partigiani cristiani!




Costume e societÀ  

Ribelli per Amore

Clero e cattolici nella resistenza
(Mondo Nuovo – LDC)

Una Porta Aperta

di Dante Fasciolo

Dall’esempio di Don Aldo Mei al sacrificio dei 400 sacerdoti
uccisi negli anni della Resistenza.

Molte porte si chiusero in faccia al giovane ebreo in cerca di aiuto.

Le montagne della Lucchesia echeggiavano di furiosi combattimenti, e ai morti, ai lutti, alla paura, all’impossibilità di opporsi, ecco aggiungersi la fuga.

La folle corsa trovò in cima alla sua disperazione una casa, l’ultima di quel paese percorso dal terrore.

Non si aprì la porta... perché era già dischiusa: pronta a sottrarre alla furia nazista il giovane ebreo ventenne.

E li un altro giovane, al pari intimamente tormentato, don Aldo Mei, severa figura di prete, generosa immagine d’uomo.

Una storia breve: una vita salvata; una vita donata consapevolmente, per gridare in faccia tutti la parola “amore”.

Don Aldo Mei, condannato dai nazisti con la fucilazione, al riparo delle mura che cingono la sua città, Lucca, colpevole di aver nascosto e salvato la vita a un “ebreo”, così scrive nel suo diario:

- Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell’odio,io che non ho voluto vivere che per l’amore! Dio non muore: Non muore l’Amore! Muoio pregando per coloro che mi uccidono. –

Era il 4 agosto 1944, anno tra i più difficili: i nazisti e i fascisti compivano atti feroci di barbarie, soprattutto nel nord: Resistere era diventato oltre che un dovere, anche un modo – l’unico modo – per difendere la propria vita e la propria dignità: per riscattare – alfine – dal gioco dell’oppressione quel senso di libertà cui il popolo italiano tendeva...


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)