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Ambiente

Ilva di Taranto

Danni ambientali
e tutela del lavoro

di Loredana Cruciani

Dove eravamo rimasti?

Appena quasi in prossimità dell’estate, avevamo cominciato a sentir parlare dello Stabilimento ILVA di Taranto, al centro di un vasto dibattito per il suo impatto ambientale ed in particolar modo delle iniziative della Magistratura a carico dell'impresa per i reati di inquinamento ambientale.

Da una parte l'Ilva, una delle maggiori aziende siderurgiche italiane del XX secolo la cui storia è centenaria e dall’altra il più importante stabilimento italiano situato a Taranto, uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell'acciaio in Europa.

   

Riunioni istituzionali e tavoli tecnici si sono susseguite, durante questi ultimi mesi, in un clima di forti tensioni, per esaminare lo stato delle iniziative in corso in relazione all'autorizzazione ambientale integrata degli impianti, alla bonifica del sito industriale e alle fonti di finanziamento.

Le molteplici indagini dei carabinieri del nucleo operativo ecologico avevano portato alla luce illeciti commessi dalla Società e la consequenziale richiesta da parte delle stesse autorità giudiziarie del sequestro del centro siderurgico, senza facoltà d'uso dell'intera area a caldo dello stabilimento siderurgico... varie le tipologie di reati commessi: disastro ambientale colposo, omissioni di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento di beni pubblici, sversamento di sostanze pericolose.

Nell'ordinanza del GIP si legge, testualmente, che “Chi gestiva e gestisce l'Ilva ha continuato nell'attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza” (da La Repubblica del 27 luglio 2012). Lo stesso GIP aveva disposto, pertanto, oltre il sequestro degli impianti, anche gli arresti del Presidente dell'Ilva Spa e di altri dirigenti e funzionari del medesimo stabilimento.

Le dannose conseguenze derivanti dalle attività svolte all’interno dello stabilimento per le emissioni inquinanti, le malattie, gli eventi mortali diffusisi nel corso di questi ultimi venti anni e la forte preoccupazione per una dilagante disoccupazione in caso di chiusura della stessa azienda, lamentate e manifestate da associazioni ambientaliste, organizzazioni sindacali e dagli stessi cittadini del luogo, hanno portato istituzioni e amministratori verso un senso di responsabilità nella direzione del bene comune. Un vero e proprio disastro non solo ambientale ma anche economico!

      

Come superare allora il conflitto tra ambiente e sviluppo? Con grande soddisfazione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Corrado Clini, il Senato ha recentemente approvato il decreto legge “Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto”, un chiaro segnale istituzionale per risanare e rilanciare la città, dando attuazione al protocollo d'intesa del 26 luglio scorso, stipulato tra i ministeri dell'Ambiente, delle Infrastrutture, dello Sviluppo economico, per la Coesione territoriale, la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Taranto e il commissario straordinario del porto di Taranto. Il decreto prevede la nomina di un commissario straordinario, in carica per un anno senza diritto ad alcun compenso e senza altri oneri per la finanza pubblica, la disponibilità di finanziamenti ed il riconoscimento di Taranto come “area in situazione di crisi industriale complessa”. Un provvedimento finalizzato non solo al recupero dell’area urbana, al superamento delle gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria appurate in merito al sito di bonifica di interesse nazionale di Taranto ma anche allo sviluppo di tutti quegli interventi di riqualificazione produttiva, infrastrutturali e occupazionali tali da garantire lo sviluppo sostenibile dell’intera area.

   

Come annunciato già dal ministro dell’ambiente Clini, applicando da subito regole che in Europa entreranno in vigore dal 2016, oltre a salvaguardare ambiente e salute, il predetto impianto sarà messo in condizioni di vantaggio sui mercati. Per ora si attente il parere tecnico della commissione Aia (autorizzazione integrata ambientale) che dovrà esprimersi sul piano di lavoro preparato a fine settembre.

Il dramma dell’Ilva ha insomma sollevato una serie di importanti e delicati interrogativi: tutelare la salute o garantire il lavoro. Noi tutti auspichiamo una giusta e solerte soluzione e soprattutto la tutela dell’interesse collettivo!

Link

Il testo del decreto convertito in legge
Disegno di legge presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri (Monti) e dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Clini) di concerto con il Ministro dello sviluppo economico (Passera) e con il Ministro dell'economia e delle finanze (Grilli).

L'accordo del 26 luglio
Protocollo d’Intesa per gli interventi di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto tra il Ministeri dell’ambiente, delle Infrastrutture, dello Sviluppo Economico, per la Coesione e la Regione Puglia, la Provincia di Taranto, il Comune di Taranto e il Commissario Straordinario del Porto di Taranto.


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