Parchi e oasi dello spirito
Monselice
Eremo di Santa Domenica
di Dante Fasciolo
La storia inizia nel 1200, quando il Comune di Monselice, nel padovano, cede sul Monte Ricco a 330 metri sul livello del mare, un terreno isolato ma ridondante di verde: un balcone naturale che dai Colli Euganei affaccia sulla circostante fertile pianura.
Il dono era condizionato alla costruzione di un convento, una chiesa e un cimitero, dunque, una piccola Oasi ove i monaci potessero svolgere le loro preghiere.
Furono monaci seguaci della Regola di San Benedetto ad occuparsene, che realizzarono un Cenobio di impronta eremitica e penitenziale molto attivo e operoso, poiché ebbero modo di occuparsi anche di produzioni agricole attraverso altri due punti strategici della loro azione situati a Monselice e Tribano.
Nel 1258 la piccola comunità fu attratta dalla città. Si trasferì nel convento di San Giovanni Evangelista a Pontecorvo nei pressi di Padova. Il vecchio eremo ospitò allora anonimi eremiti, ma il decadimento bussava alle porte... siamo nel 1448 quando il Vescovo di Padova prese possesso dell’eremo, e bisognò aspettate il 1679 perchè gli eremitani di Sant’Agostino edificassero un piccolo romitorio sulle mura che avevano resistito all’usura del tempo.
La storia più recente – siamo nella prima metà del ‘900 - narra di una modifica delle finalità del luogo: accanto al romitorio è sorta come impresa privata, una villa per ospitare pellegrini e turisti
dediti ad esercizi spirituali dei quali si curano i frati Minori Conventuali.
Oggi, l’eremo, dedicato a Santa Domenica, si presenta ai visitatori con il suo chiostro, la piccola chiesa, e raffinate architetture, molte delle quali risalenti all’origine, al XIII secolo, quando furono poste le prime pietre di quell’oasi sul Monte Ricco, detto anche Monte delle Vigne.