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Bella Italia

Ninfa

di Gigi Oliviero

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Weekend  

Ninfa:
mistero e magia nel verde

di Federica Fasciolo

Quando si costruisce un edificio particolare, solitamente si usano tecniche architettoniche per far nascere delle sensazioni in chi lo osserverà. Certo, capita che tali sensazioni non siano molto piacevoli (in tv mi capita di vedere architetti che propongono di abitare in case con deprimenti pareti color grigio cercando di farlo passare per un "affascinantissimo blu balena"), ma aldilà dei gusti personali resta il fatto che è alla nascità di interesse ed emozione che tutti gli sforzi sono dedicati .

Il meglio, però, si ottiene quando alle nostre attenzioni si fa conciliare l'unicità della natura: sembra un curatissimo giardino inglese questo di Ninfa. E invece siamo nel Lazio e lo testimonia lo stile delle antiche costruzioni rimaste. E qui tutto appare davvero "costruito" apposta per far nascere quelle sensazioni di cui si parlava all'inizio.

   

Non so se sia necessario essere dei fan di fumetti, cartoni animati, Harry Potter o chissà cos'altro, per avere la fantasia di osservare questo luogo immaginandolo come una terra di fate e misteri. Appena l'ho visto, ho capito che ne dovevo scrivere; a causa di quel verde intenso delle piante, o dei colori dei fiori che sembrano brillare anche con le nuvole? Per quel castello, subito al di fuori dalle mura, che una volta era una prigione e la cui storia sembra contrastare con la purezza e la magia di questo luogo, o perché invece proprio quello è un elemento che contribuisce a creare oggi un'aria di mistero?

Lo so che sembra tutto romanzato, ma non è sempre stato anche il farci vedere le cose in modo diverso il compito della natura? Mi viene da pensare a Wordsworth che vedeva i narcisi ballare: se fossi in vena di cinismo potrei tranquillamente dire che doveva essersi fumato qualcosa di molto strano prima di comporre quella poesia e, diciamocelo, siamo tutti bravi a fare i cinici se ci mettiamo d'impegno. Per osservare la natura, invece, bisogna lasciarsi andare. E quello sì che è più difficile.

Quindi immaginatevi pure a piedi scalzi, sull'erba di questo giardino. è umida, e fresca. E iniziate pure a correre perché tanto non vi vede nessuno. Correte, correte ancora. Guardate dove mettete i piedi fino a quando non vi accorgete di tutti i colori intorno a voi, che basta spostarsi di qualche passo per avere di fronte dei punti di vista completamente diversi. Spero abbiate smesso di correre a questo punto, o catturati dal panorama stareste rischiando di sbattere la testa sul tronco di qualche albero e io non ne sono responsabile, sia chiaro! Prendetevela comoda adesso, invece. E continuate a camminare. Perché se anche non credete che un folletto possa davvero nascondersi da qualche parte, ciò non toglie che siete liberi di immaginarlo.

Nessuno sforzo, è il paesaggio che qui vi invita a farlo. Specialmente vicino alla riva del fiume Ninfa, in cui le piante si riflettono totalmente creando un altro mondo, capovolto... chissà come sarebbe se potessimo visitarlo.

E invece, possiamo solo immaginarlo. Che, forse, è ancora meglio.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)