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Costume e SocietÀ

L'arte di fare la differenza

5 Mostre d’Arte Contemporanea a Torino

19 ottobre - 20 novembre

di Francesca Evangelisti

5 mostre diffuse sul territorio accoglieranno le opere nate dall’incontro e dal dialogo di giovani artisti e educatori con le collezioni etnografiche del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, la cui valenza scientifica e culturale affianca una straordinaria potenza artistica.

      

Un progetto di Anna Maria Pecci, a cura di Arteco e Tea Taramino, con la collaborazione del Museo di Antropologia ed Etnografia - Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università degli Studi di Torino, del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino e della Città di Torino - Direzione Centrale Politiche Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Servizio Disabili

Dal confronto con questo patrimonio, pretesto e stimolo al dialogo sull’arte e sulla differenza, attraverso esplorazioni e sperimentazioni, ha preso il via la fase creativa, frutto di un percorso interdisciplinare che combina arte, antropologia, storia dell’arte, educazione, abilità e disabilità, disagio, lontananza geografica e culturale.

È un progetto appassionante che in un momento tanto difficile riesce grazie alla collaborazione e al dialogo a realizzare qualcosa di particolarmente significativo sia dal punto di vista artistico che sociale, capace di tenere conto della crescente diversità culturale e dello straordinario potenziale comunicativo dell’arte contemporanea.

Un progetto complesso: mesi di lavoro, dialogo e formazione per 5 gruppi di giovani artisti emergenti ed educatori affiancati da storici dell’arte, antropologi ed educatori professionali; un evento espositivo autunnale diffuso sul territorio ed infine una Giornata internazionale di studi a dicembre, momento di riflessione e di confronto per permettere la restituzione e l’acquisizione a livello istituzionale delle conoscenze e delle abilità sviluppate in questi mesi.

Se il seme di ogni percorso è stato il confronto con l’arte irregolare, potente espressione dei limiti delle “etichette” sono state le esperienze degli artisti e i personali vissuti di marginalità e disagio a stimolare sviluppi diversi per le opere collettive.

   

Le Mostre

Mirko Dragutinovic, Virginia Gargano, Enrico Partengo
Dal 20 ottobre al 12 novembre 2012
Rizomi Art Brut

Dalla riflessione sulla scultura “il Nuovo Mondo” che Francesco Toris, internato a Collegno agli inizi del Novecento, realizzò con ossa animali provenienti dalle cucine del manicomio, si è sviluppato un percorso sul concetto di casa/dimora in cui confluisce anche l’esperienza di lavoro nel laboratorio di ceramica di un centro diurno per disabili.

Partendo dall’osservazione di uno dei reperti più noti della collezione di Art brut, un intero mondo di figure umane, idoli, animali immaginari e fiori, sta nascendo un’installazione in cocci di ceramica che, a differenza del lavoro solitario di Toris, è un’opera condivisa, frutto di più mani e molti sguardi: tutti i ragazzi del centro diurno hanno partecipato, chi offrendo la propria definizione del concetto di casa, chi collaborando alla realizzazione della scultura, chi con la sola presenza e l’affetto.

Caterina Cassoni, Ario Dal Bo, Arianna Uda
Dal 20 ottobre al 12 novembre 2012
Spazio Bianco

Colpiti dalla “tavola del Broca” e da altri strumenti antropometrici custoditi nel Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino, Arianna, Ario e Caterina hanno avviato un confronto con il concetto e la pratica ottocentesca della misurazione come strumento per “classificare” le persone, e di conseguenza con la definizione di normalità/anormalità.

Da queste riflessioni sta prendendo vita un’installazione: ordine/caos, normalità/anormalità emergono come concetti inevitabilmente relativi, soggettivi ed arbitrari, frutto di paure e convenzioni che l’arte, porta d’accesso ad un necessario disordine, può rivelare e scardinare.

   

“I 71”: Marcello Corazzi, Giulia Gallo, Isabella Mazzotta
Dal 27 ottobre al 15 novembre 2012
Ingenio Arte Contemporanea

A colpire “i 71” è stata una delle creature bizzarre di Mario Bertola, internato a Collegno agli inizi del Novecento, che in un album chiamato “Il Mondo in rivista” ha dato vita a un mondo fantastico con riferimenti alla magia e alle fiabe, all’astrologia e alla religione, espressione e desiderio di una nuova e diversa realtà.

Ispirandosi in particolare a una figura che Bertola aveva battezzato l'Uccentauro, “i 71” hanno creato un multioggetto che, a seconda del punto di vista adottato, sembra prendere più forme contemporaneamente. Una nuova figura fantastica dalla forma di drago realizzata con materiali e tecniche molto diversi, che incorpora nella sua struttura oggetti quotidiani e oggetti d’affezione, cui offre nuovi ruoli e significati.

Simone Bubbico, Cheikh Diop, Beatrice Rosso
Dal 27 ottobre al 15 novembre 2012
nb:notabene

Il forte impatto delle collezioni etnografiche del Museo di Antropologia ed Etnografia, in particolare di quelle africane, ha stimolato una riflessione sull’identità e la lontananza in cui è confluita l’esperienza di migrante di Cheikh, cantante senegalese.

Ne è nato un percorso condiviso sulla potenza dell’identità, sulla memoria, sulla migrazione, sul confronto con gli sguardi altrui e la percezione di sé. Le installazioni di Simone Bubbico si confrontano e si fondono con i testi, le musiche e le suggestioni che raccontano l’esperienza di Cheikh, in uno scambio continuo di stimoli e rimandi.

   

Michela Depetris, Daniela Leonardi, Marius Pricina
Dal 31 ottobre al 20 novembre 2012
Cecchi Point Hub Multiculturale

Nelle lenzuola e nei tessuti ricamati dagli internati di Collegno, conservati nella collezione di Art brut del Museo, è racchiuso un mondo di cura e affetti domestici. Il letto è nido, riparo, famiglia e, se i tratti dei ricami sono spesso leggeri e i colori vivaci, da tutti traspare un malinconico senso di abbandono e disagio. L’impatto di questa narrazione con le esperienze personali nel mondo dei senza fissa dimora ha dato origine alla riflessione artistica.

Dal confronto tra il vissuto forte, complesso e complementare di un’artista, un ospite e un’educatrice di un centro di accoglienza, è nata una riflessione composita sulle nostre molteplici identità, un dialogo empatico, un tentativo di scambio di punti di vista sui concetti di precarietà e benessere, dal quale sta prendendo vita un’installazione-performance sui dormitori.

Gli orari di apertura delle mostre saranno a breve disponibili sul sito www.artedifferenza.it

Informazioni: stampa.arteco@gmail.com


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