Cinema
Le Belve
Il nuovo film di Oliver Stone
di Giada Gentili
Oliver Stone è tra i registi più famosi, amati e contestati di Hollywood.
Volutamente polemico e poco incline a realizzare “americanate” di sorta, martedì 25 settembre ha presentato a Roma il suo prossimo film, “Le belve”.
Il cast presenta nuove e vecchie conoscenze, i due protagonisti Taylor Kitsch e Aaron Taylor-Johnson, hanno alle spalle abbastanza gavetta per un film così impegnato, e al loro fianco ci sarà la splendida Blake Lively, protagonista del telefilm Gossip Girl; per lei questo film sarà la prova del nove che potrebbe consacrarla a star non solo bella ma anche capace, oppure potrebbe rispedirla a fare definitivamente la modella.
Attorno a loro alcuni dei colossi del grande schermo, Salma Hayek, Benicio Del Toro, John Travolta, Uma Turman.
Tornando al film, chi conosce, anche solo per sentito dire, qualche produzione di Stone e non si aspettava un film leggero o una commedia americana è stato accontentato, Le belve, ha come fil rouge il mondo della droga, farcito di una storia d'amore a tre e intrecci tra spacciatori e governo.
Il regista non è nuovo a film politici o che trattano argomenti spesso roventi e all'ordine del giorno. Ha intervistato Fidel Castro per due documentari, e un terzo l'ha realizzato sulla storia del presidente venezuelano Chavez; dirigendo poi una vera e propria inchiesta sull'assassinio di John Kennedy e un film alla tragedia dell'11 Settembre.
La droga, comunque, non è certo un argomento nuovo nei film hollywoodiani, da Blow a Traffic, Easy Rider fino a Scarface, di cui la sceneggiatura è dello stesso Oliver Stone, il cinema americano ha trattato l'argomento un po' in tutte le salse, in modo drammatico, tragicomico, realistico, scioccante, violento.
Ma oggi, il tema droga, è ancora tanto attuale quanto démodé e un bravo regista può sempre riservare delle sorprese e trovare un punto di vista diverso da cui inquadrare la storia.
Lo ha sottolineato lo stesso Stone: “Gli americani devono fare in conti con questa lotta alla droga che dura da 40 anni. Una lotta in cui c'è confusione su chi sia davvero cattivo. A volte c'è chi pensa che solo chi la usa sia quello da colpire”; al di là delle considerazioni socio-culturali che vi ruotano attorno, ri-puntare i riflettori (sempre se fatto in maniera intelligente e non promuovendo i protagonisti a eroi) su un problema che affligge praticamente tutti i paesi è già di per sé interessante.
Attendiamo il 25 Ottobre.