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Fumetto

Francesco nasce quando i barbari la facevano da padroni in Italia.

Il padre per simpatia verso la Francia dove aveva i suoi commerci, lo chiama Francesco.

Il giovane Francesco era viziato, scapestratello, ma simpatico.

Sollecitato dai racconti della madre sogna di diventare un nobile cavaliere.

Parte per realizzare i suoi sogni, ma si ammala e la malattia è come un misterioso messaggio da parte di Dio.

A San Damiano, ascolta la voce del Cristo Crocifisso: “Va e ripara la mia casa”. Francesco carica di stoffe un cavallo e vende tutto per obbedire alla voce.

Imprigionato dal padre Pietro di Bernardone in un sottoscala di casa, viene liberato dalla madre.

Il padre lo cita in giudizio davanti al Vescovo. Francesco allora si spoglia dei lussuosi vestiti e glieli rende.

Dopo varie peripezie torna a San Damiano per ricostruire la chiesa.

Si presenta al Papa per chiedere l’approvazione della vita di povertà che intende intraprendere con dodici primi seguaci. Il Papa approva la Regola.

La parola di Francesco fa proseliti ovunque. Anche Chiara, ricca ereditiera di Assisi, lo segue.

Per Francesco la perfetta letizia è il perdono.

Francesco s’imbarca e raggiunge i crociati in Egitto e lì predica la fratellanza fra i popoli.

Francesco rimette in riga i frati disorientati per la sua assenza.

A Gubbio il lupo cattivo ascolta la riprensione di Francesco e diventa buono.

Ama la natura e si sente protettore dell’ecologia.

Parla agli uccelli e insieme cantano le lodi di Dio.

A Greccio Francesco rappresenta la prima volta il Presepio.

Sul monte della Verna riceve le stimmate.

Alla “Foresta” compone il meraviglioso “Cantico delle Creature”; torna. ad Assisi, ormai quasi cieco.

Prossimo alla fine, Francesco si fa portare alla Porziuncola per aspettare “sorella morte”.

Laude de Jesu Cristo. Amen.

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)