Pagine preziose
2012: Anno della Fede
Bisogna riconoscere che ciascun uomo comporta in sé, oltre al corpo e all’anima, una certa entità fisica che lo riferisce tutto intero all’Universo (finale) in cui soltanto trova il proprio compimento … per chi ha inteso la natura di questa ‘composizione cosmica’ dell’essere creato, per chi ha valutato l’intimità e l’universalità dei legami in cui questa composizione stringe il Molteplice, i lineamenti del Cristo assumono un rilievo e una prossimità straordinari e il senso della Scrittura s’illumina sino a insospettate profondità. Il Cristo, come ci hanno detto san Giovanni e san Paolo, è il Centro della Creazione … in ogni creatura, oltre ai caratteri materiali e spirituali individuali che conosciamo, esiste fisicamente (in forza dell’elezione del Cristo a Capo dell’Universo) una certa relazione di tutto l’essere a Gesù, un adattamento particolare dell’essenza creata a Gesù: qualche cosa di Gesù...
- Teilhard de Chardin
Il Cuore di Cristo
Centro dell’Universo
Una proposta per il terzo millennio
Un libro di Luciano Mazzoni Benoni
Edizioni Appunti di Viaggio
Postfazione di p. Eugenio Costa
Concludendo la lettura di queste pagine, dense e luminose, e di quanto lasciano nell’animo, provo, con pochi tratti, a compendiare un possibile itinerario e un eventuale esercizio spirituale. Ambedue, non vogliono essere più che un contributo, una voce sommessa che si affianca, e non un’analisi di contenuti e di metodi.
Tutti percepiamo l’ampiezza e la complessità di questo approccio all’universo, all’uomo e a Dio, il Dio di Gesù Cristo, che il padre Teilhard ci squaderna. Come, in mare aperto, la rotta di attraversamento non ha un percorso obbligato ma può scegliere come orientarsi, così l’itinerario che oso proporre è soltanto uno dei molti possibili: lascia certamente da parte elementi preziosi, ma forse offre una via percorribile. Anzi, è un invito a ritracciare, ciascuno personalmente, un proprio cammino.
Teilhard è sensibile alle polarità dell’esistente: terra/cielo, materia/spirito, cristianesimo/ tempo moderno, natura/fede, Cristo/Mondo. Identificarle è per noi un primo passo, che permette di uscire da una visione confusa, umanamente pesante e criticamente insoddisfacente. A distanza ormai di molti decenni dallo svilupparsi del suo pensiero possiamo, nel nostro contesto attuale, riconoscerne anche altre, in specie quelle che, interiormente, provocano tensione e disagio, e rischiano di nutrire in noi dei dualismi irrisolti. Identificare le polarità è soltanto un inizio: non significa accettare passivamente opposizioni e conflitti.
Teilhard ha combattuto la sua battaglia, sul piano personale e su quello della ricerca, e poi su quello della comunicazione della sua riflessione, con il desiderio ardente di superare estraneità reciproche e irriducibili, separazioni e rotture. Si è costantemente dedicato a trovare non semplicemente una composizione e un accomodamento fra polarità, ma una direzione unificante, che scopre iscritta nel grande processo evolutivo del creato. “Non distruggere niente, ma far salire. Perché tutto ciò che sale converge verso il Cristo”, il quale tutto assume e tutto dona di sé. La prospettiva è nuova, nel senso di un nuovo orientamento del nostro vivere e del pensare il nostro vissuto. Ma anche nel senso che è rinnovabile e va rinnovata costantemente, senza considerarla compiuta una volta per sempre.
Nasce così una spiritualità calda e insieme vigile. Il dinamismo evolutivo, accolto in profondità, provoca un benefico disgelo e sblocca inerzie deleterie. Rende ciascuno presente a tutta intera la realtà del cosmo, dell’umano, del singolo e della moltitudine. Non consente selezioni, preferenze, particolarismi. L’accettare di muoversi verso il Cristo, centro e cuore irradiante dell’universo, comporta il riconoscimento della consistenza di tutto il creato, di una, e unica, nuova polarità, di una crescente divinizzazione dell’esistente, “divinizzato, divinizzante, divinizzabile”.
La vigilanza si estende alla “verità sulla nostra situazione: (…) in questo mondo, siamo in croce”. Teilhard non distoglie lo sguardo dal dolore umano e dai fallimenti di una vita. Alcune vicende familiari, la sua esperienza al fronte nella guerra del ’14-’18, le ripetute e mai sopite contrarietà che il suo pensiero ha incontrato, fino alla fine, hanno a più riprese fatto di lui un uomo provato, che ha conosciuto il soffrire. Ancora e sempre, Cristo è al centro, “centro di confluenza e di pacificazione di tutte le sofferenze terrestri”. Senza di lui, “la sofferenza e il peccato erano come le ‘scorie’ della Terra (…). Per virtù della Croce, tutto quel cumulo di rottami è diventato prezioso”. La Croce è “un aprirsi largamente e teneramente, con il Cristo e nel Cristo, alla simpatia di ogni dolore, alla compassione cosmica”. Nella visione teilhardiana nulla rimane escluso: sta a noi collocarci in modo vitale entro questo vasto orizzonte, mosso perché potentemente attratto.
Un esercizio spirituale possibile, a partire da queste pagine, potrebbe essere quello di una preghiera meditativa, che sceglie di nutrirsi dell’uno o l’altro dei temi rievocati, o di altri che si sentono più consoni. Il capitolo centrale del volume offre un’ampia scelta di testi di Teilhard. Data per scontata una concreta ‘messa in condizione’, che renda possibile un tempo tranquillo, appartato, provare a scorrere, molto lentamente e assaporando, il testo prescelto, pagina o paragrafo, fermandosi, senza fretta, là dove si coglie un senso più spiccato, o che comunque ha a che fare con se stessi. Lasciare che parli, porgendo l’orecchio interiore. Confrontare gli spunti con la propria situazione personale, qui e ora.
Fra le pagine, specie verso la fine, ve ne sono alcune che riportano quelle forti preghiere di cui padre Teilhard dissemina, quasi improvvisamente, i suoi scritti nei momenti in cui la riflessione si fa più incandescente. Sono sovente parole appassionate, che sgorgano da un suo colloquio interiore, ma che egli volentieri condivide. Se ci sentiamo in consonanza, possiamo farle nostre, riprendendole liberamente e partecipando allo slancio che le anima. La loro stessa collocazione all’interno del pensiero che Teilhard va sviluppando suggerisce di non estrarle dal contesto, ma di porle sul buon terreno di una meditazione o di un momento libero, per se stessi.
Con l’augurio che il libro apra strade buone e ‘convergenti’.