f



Ambiente

21 novembre

Festa dell'Albero

Si celebra oggi in tutta Italia la Festa dell’Albero,
e analoghe feste si celebrano in tutto il mondo.
A ricordarcelo è il Movimento Azzurro,
un’associazione ambientalista tra le più note.
In onore di questo grande amico dell’uomo,
accanto alla breve storia della sua festa,
si propone una ideale visita all’orto botanico di Palermo,
una poesia di Minou Drouet,
e infine un breve omaggio alla quercia,
albero simbolo d’Italia, di Dante Fasciolo.

 

Breve storia della festa dell'albero

Gli alberi, comparsi sulla Terra circa 300 milioni di anni fa, costituiscono un elemento indispensabile dell’ecosistema, per il ciclo della vita, per l’equilibrio climatico e per la sopravvivenza delle specie. Circa 10 mila anni fa, finita l’ultima glaciazione, l’Italia era abitata da non più di 30-35 mila persone e, il bosco ricopriva quasi l’intera penisola. Con l’aumento della popolazione e il fiorire della pastorizia e dell’agricoltura, iniziò in modo sistematico l’uso del legno e la conseguente diminuzione del patrimonio boschivo. Ad esempio per costruire le fondamenta di Venezia sono stati impiegati dai 10 ai 12 milioni di pali di legno provenienti dai boschi della Pianura Padana e delle Alpi.

Ma l’albero è anche fonte di alimentazione, favorisce le scoperte mediche, ha ispirato l’arte, la religione,il mito.

Molte sono le rappresentazioni legate all’albero, infatti, è il luogo dove si celebravano giuramenti, feste,riti e avvenimenti storici

Presso i Greci e gli antichi popoli orientali era diffusa l'usanza di celebrare feste in occasione della piantagione di alberi.

I romani precorsero l'odierna "Festa dell'Albero", questi erano tutelati e conservati anche per motivi legati alla religione ed era consuetudine consacrare i boschi al culto delle divinità dell'epoca. La più grande festa in epoca romana era la "Festa Lucaria" che cadeva il 19 luglio, nel corso della quale, oltre ai riti propiziatori si festeggiavano gli alberi impiantate nei mesi precedenti. Anche nei secoli seguenti l’albero, oltre alle sue valenze simboliche, e fu spesso soggetto artistico, letterario e di realizzazioni, molto diffusa in Italia, di ville, giardini storici e orti botanici, dove l’albero spesso l’attore principale.

In epoca moderna si è affermata negli Stati Uniti, una celebrazione per gli alberi, in conseguenza di gravi disastri naturali dovuti principalmente ai grandi disboscamenti che interessarono quei territori. Nel 1872, il Governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, decise di dedicare un giorno all'anno alla piantagione di alberi, fu chiamato Arbor day.

In Europa si diffuse negli anni successivi e, in Italia la prima "Festa dell'albero" fu celebrata nel 1898 per iniziativa dal Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli. In seguito fu istituzionalizzata con la “legge forestale” nel 1923. Nel 1951 il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la “Festa degli alberi” si dovesse svolgere il 21 Novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna.

La celebrazione si è svolta con rilevanza nazionale fino al 1979, poi è stata delegata alle Regioni che hanno provveduto a organizzare gli eventi celebrativi a livello locale. Più recentemente, con la legge n. 113 del 1992, ogni Comune deve curare la messa a dimora di un albero per ogni neonato registrato all’anagrafe.


Ambiente  

In occasione della Festa dell’Albero

L’Orto Botanico
di Palermo

Reportage di Eva Mari

Minou Drouet -
Albero amico mio -


Albero, amico,
tanto simile a me,
così greve di musica
sotto le dita del vento
che ti sfogliano
come una fiaba,
albero
che, come me,
conosci la voce del silenzio
che dondoli
nel profondo le tue ciocche verdi
il fremito delle tue mani vive,
albero
amico,
 amico mio
perduto come me
perduto nel cielo
perduto nel fango
verniciato di luce danzante
dalla pioggia,
albero,
eco della pena del vento
della gioia degli uccelli,
albero spogliato dall'inverno,
ti guardo per la prima volta...

L’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Palermo è una tra le più importanti istituzioni accademiche italiane. Considerato un enorme museo all’aperto, esso vanta un’attività di oltre duecento anni che ha consentito tra l’altro lo studio e la diffusione, in Sicilia, in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, di innumerevoli specie vegetali, molte originarie delle regioni tropicali e subtropicali. La peculiarità di questo Orto è rappresentata, infatti, dalla grande ricchezza di specie ospitate e dalla monumentalità di alcune di esse: le favorevoli condizioni climatiche di Palermo ne fanno, infatti, un luogo ricco di espressioni di flore diverse.

“Tutte le piante che io ero abituato a vedere imprigionate entro grandi vasi, qui vivono gaie e libere sotto il libero cielo...”

Così, nel 1787, Johann Wolfgang Goethe, nel suo libro "Viaggio in Italia", scrive della Villa Giulia, accanto alla quale, di lì a poco, doveva sorgere il nuovo Orto Botanico.

Aperto al pubblico nel 1795, dette i natali ad un'attività che, ininterrottamente, ha consentito la diffusione di innumerevoli specie vegetali, sia a Palermo che in Europa.

L'edificio in stile neoclassico, denominato "Ginnasio", progettato dal francese Dufourny, in collaborazione con architetti locali (Trombetta, Marabitti e Marvuglia), all'interno del quale troviamo pregevoli decori, veniva utilizzato dai dimostratori per esporre le piante medicinali.
Non dimentichiamo che l'Orto Botanico di Palermo è un'istituzione dell'Università degli Studi, e rappresenta il centro nel quale si sono sviluppati gli studi sulla botanica, a partire dal 1795.

   

L'Orto Botanico raggiunse la sua dimensione finale, di circa 10 ettari, nel 1898. Non solo giardino e non solo piante: nei suoi viali troviamo l'immancabile statua del "Genio" di Palermo, due sfingi, ovviamente di dimensioni ridotte, bassorilievi, statue e busti, dedicati a grandi naturalisti dell'epoca.

All'interno del Ginnasio una raccolta di semi e frutti che oggi può apparire insignificante ma che, rapportata al periodo in cui nacque il complesso, dimostra l'impegno profuso dai suoi fondatori nella ricerca di piante in tutto il mondo.

Tra le curiosità, una vasca ospita la "Victoria Amazonica", una caratteristica pianta dalle grandi foglie galleggianti; in Italia, un'altra pianta dello stesso genere è presente, in una serra ben protetta dei giardini di Villa Taranto, a Pallanza, sul lago Maggiore.

Altre ville cittadine, tra le quali il Giardino Inglese e la villa Garibaldi, i centenari viali alberati all'interno del Policlinico Universitario, traggono le loro origini dall'attività dell'Orto Botanico.

Come presumiamo abbia fatto Goethe, questo è un giardino da assaporare con la mente libera e con gli occhi pieni di curiosità. Ogni pianta, ogni viale, ogni cespuglio, non è soltanto un prodotto della natura, ma rappresenta lo sforzo compiuto per dare alla città un documento vivente della flora mondiale e, naturalmente, aumentarne la visibilità internazionale.

   


Ambiente  

21 novembre

Giornata Nazionale della Festa dell’Albero

La Quercia, albero
simbolo d’Italia

di Dante Fasciolo

Hai un nome che indica possanza, forza e vigore, generosità.
Ti vanti della tua chioma, rigogliosamente verde,
e mostri le tue foglie lobate ed ondulate,
gelose nel custodire la ghianda, frutto oblungo, prima che cada in terra.

Le tue robuste radici spingono nel profondo argilloso o sabbioso,
in cerca di sali minerali per nutrirti a dovere,
e in cerca d’acqua per smorzare l’arsura quando il sole picchia d’estate.
E se è vero che adori il caldo, anche afoso,
è pur vero che non ti lasci intimidire dal gelo dell’inverno.

Vivi a volte isolata, e spicchi in cima a dune di sogno,
ma ami anche essere in compagnia nei boschi:
querceti di antica storia come “la Mesola” bagnata dal Po;
o della “Fontana” in piena padania; o del silenzioso “Ticino”.

Trovi comodo ogni dove, in pianura e in collina, dal mare ai monti,
e hai spinto le tue dimore dal Mediterraneo al Caucaso
fraternizzando con tante specie dell’universo vegetale,
a cui fai da padre o fratello maggiore con severità:
austera effigie, scultura naturale protettrice.

Tra le tue foglie, sicuri nidi di uccelli sono riparati;
lungo i tuoi rami, miriadi di piccoli insetti trovano rifugio;
e dai spazio ai giochi di ragazzi acrobati che scalano la tua cima.
Sotto la tua ombra, consuma il suo desco l’umile contadino;
mentre giovani coppie nascondono effusioni d’amore.

Maturo e consapevole offri il tuo robusto legno all’uomo:
in tempo memorabile hai permesso navi forti e durevoli;
hai piegato le tue toghe per botti di prezioso vino;
hai custodito pane e formaggio nelle mattere contadine,
e hai preso raffinate sembianze in mobili di pregio,
infine hai ceduto al fuoco per scaldare mani tese al camino.

Le tue ghiande hanno nutrito a lungo animali,
e apparecchiato ottime bevante caffeinizzanti per l’uomo;

cotte alla brace e macinate hanno lenito ferite,
con esse, la medicina dei nonni ha guarito tosse,
e insieme a foglie e corteccia, preparato decotti miracolosi.

Anche gli Dei ti hanno reso l’omaggio che meriti:
Zeus ha scelto un querceto per sposare Era
e ti ha elevato a simbolo insieme all’aquila e al fulmine.
Sei stata quercia tagliata da Atena per la prua della nave Argo,
e il Campidoglio di Roma ha scelto di erigersi sul querceto amico.
Perfino Robin Hood, ti ha amato e presso di te dimorato.

Oggi, pochi fanno attenzione alla tua presenza, ma tu ci sei:
intorno a noi, più viva che mai, albero simbolo d’Italia.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)