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Teatro

Teatro dell’Angelo – Roma

Kaput Mundi

un progetto teatrale

di Angelo Longoni

Presentato da Break Art di Emilia Campanile e Valeria Ventrella e Titania Produzioni, sarà in scena al Teatro dell’Angelo fino all’18 novembre lo spettacolo Kaput Mundi, un progetto teatrale di Angelo Longoni. Uno spettacolo composto da due atti unici: “Angeli” e “Bravi Ragazzi”; Il primo è una novità assoluta per l’autore e regista, mentre il secondo torna in scena a Roma dopo essere stato uno degli spettacoli di maggior successo degli ultimi anni. Protagonisti sono Riccardo Francia, Lorenzo De Angeli, Valerio Morigi, Edoardo Persia; aiuto regia Eleonora Ivone.

Kaput Mundi è un progetto teatrale dedicato a Roma in particolare e a tutte le metropoli italiane in generale, ai giovani che in esse abitano, al disagio che generano, alla difficoltà d’integrazione e all’impossibilità di vivere serenamente la gioventù.

L'espressione latina caput mundi, riferita alla città di Roma, significa capitale del mondo noto, e si ricollega alla grande estensione raggiunta dall'impero romano tale da fare della città capitolina il crocevia di ogni attività politica, economica e culturale mondiale.

Il significato della parola tedesca kaputt è tristemente noto e proviene dall'ebraico koppâroth che vuol dire vittima e che si allarga a: rotto, fuori combattimento, guasto, finito, distrutto, morto.

   

Il titolo del progetto, costruito da queste due parole, è quindi un chiaro riferimento alla passata magnificenza di Roma, alla sua storia, alla gloria eterna dei suoi fasti e della sua grandiosità. L’abbinamento a kaputt, nell’assonanza, invece mira ironicamente al contrario: ai difetti della città, al disagio che vive la sua popolazione, alla rottura del patto civile tra i suoi cittadini, alla difficoltà di essere giovani in una città difficile nella quale integrazione e occupazione sono due ideali mai veramente attuati.

Kaput Mundi è anche un omaggio da parte di un autore e regista milanese, residente da quasi vent’anni nella capitale, alle coloriture del linguaggio, alle costruzioni verbali, al modo di provare ed esprimere i sentimenti, alle parole per manifestarli e alle situazioni sociali che caratterizzano Roma e i suoi abitanti.

Kaputt Mundi è anche una denuncia nei confronti di un paese, l’Italia, che si sta progressivamente dimenticando dei giovani e del loro futuro impedendo loro di proiettarsi al di là di un presente molto deprimente, confuso e squallido che francamente non meritano.

Angeli

Quattro giovani disoccupati passano le loro serate senza la possibilità di permettersi nulla che non sia una birra, una sola, da sorseggiare lentamente nel parco del loro quartiere.

I loro discorsi sono caratterizzati dalla frustrazione a causa dell’impossibilità di avere rapporti umani dignitosi con i propri coetanei e soprattutto con le ragazze alle quali non hanno nulla da offrire.

L’insicurezza rispetto al loro futuro economico li ha resi insicuri e chiusi ma ciò che maggiormente li debilita è la mancanza di un’identità sociale.

Il ruolo che ogni persona ha nella società è alla base della costruzione di un’autostima fondamentale per un’adeguata integrazione con gli altri.

In questo caso l’incapacità di definirsi socialmente a causa della disoccupazione ha generato nei quattro amici una perdita di valore agli occhi degli altri e, di conseguenza, un doloroso senso di inadeguatezza.

   

La disoccupazione prolungata li ha portati, nel tempo, a sviluppare la convinzione assoluta che dal loro stato non ne verranno mai fuori… ma una notte capita un fatto, un episodio che cambia la loro esistenza. Una bravata, un gioco nato come un dispetto, un’azione insensata che ha il sapore di un’avventura in grado però di rompere la monotonia e la rassegnazione.
I quattro amici compiono un furto tanto assurdo quanto inutile: rubano un’ambulanza credendola vuota.

Gli Angeli

“Poiché il mio angelo è con voi, egli avrà cura di custodire le vostre vite”
(Baruc 6,6).

“Ecco, invio il mio messaggero; egli preparerà la via davanti a me. Subito entrerà nel suo santuario il Signore che voi cercate; l’angelo dell’alleanza che voi desiderate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti” (Malachia 3,1)

“Ecco, io mando un angelo davanti a te, per vegliare su di te nel cammino e farti entrare nel luogo che ho preparato.” (Esodo 23,20)

“L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li libera”. (Salmo 34,8)

Ciò che troveranno all’interno però li costringe a riflessioni nuove e ad affontare la vita con un rinnovato senso di speranza nei confronti della bellezza del mondo.

L’incontro con un angelo potrà essere il loro punto di ripartenza.

Angeli è una commedia surreale e poetica, un tenero apologo sulle speranze infrante dei giovani e sulla necessità di un cambiamento in grado di innescare la loro capacità di reazione.

Bravi Ragazzi

Sono anni ormai che le periferie delle città italiane sono sede naturale dei campi nomadi e sono anni che la tensione tra gli abitanti dei quartieri e gli “ospiti” di etnia Rom, albanese o rumena cresce in maniera esponenziale.

Anche in questo atto unico quattro amici compiono una bravata, un’azione insensata per vendicare un torto subito che però, in questo caso, coinvolge degli innocenti.

Ciò che si vuole indagare con Bravi Eagazzi è la percezione, da parte degli italiani, soprattutto giovani, di un mondo straniero e diverso che si sovrappone al nostro e che succhia linfa vitale provocando l’asfissia della nostra organizzazione sociale.

La percezione del nomade, apolide, senza lavoro, senza dimora, senza leggi e regole è assimilabile a quella di un parassita che trae un vantaggio a spese dell'ospite creandogli un danno biologico.

Bravi Ragazzi racconta di come questa percezione da parte di un gruppo di giovani residenti nella periferia romana si possa trasformare in violenza e in dramma. Il vuoto dei loro discorsi, la vacuità delle loro opinioni, l’ottusità del loro conformismo, l’assenza di modelli di riferimento sono il paradigma di una società che lentamente sta abbandonando il mondo giovanile ad un destino di solitudine e di torpore culturale.

C’è la tendenza a pensare che le vittime di questo stato di cose siano unicamente le persone che subiscono violenze e ingiustizie ma in qualche modo lo sono anche coloro che le praticano. Il vuoto che circonda esteriormente i giovani e quello che pervade le loro teste e i loro cuori colloca anch’essi tra le vittime.

   

Prima caratteristica di questo vuoto è sicuramente il linguaggio che si è fatto, negli anni, sempre più povero, sempre più essenziale, sempre più piatto.

Ed è proprio nel linguaggio che si trovano i primi segni di una violenza che fa presto a superare il livello puramente lessicale per trasferirsi sul piano fisico generando aggressività.

Bravi Ragazzi verrà presentato in matineè in esclusiva per le scuole.

Durata spettacolo: due atti unici della durata di 1ora l’uno

Hanno scritto di Bravi Ragazzi

“Longoni esplora le sorgenti del razzismo fino a un epilogo tragico e ragionevole: osserva come nel nulla l’odio nasce e si fissa su un bersaglio. La differenza fra la bravata e il crimine sta nella genesi delle motivazioni, nello scarto fra il non essere e il voler avere”. Marcantonio Lucidi – Left

“Angelo Longoni e forse l’unico autore – regista che potesse elaborare da noi il corrispettivo violento, teppistico e razzista del branco che dava vita a Freddo di Lars Noren, e lo fa con il suo Bravi Ragazzi”. Rodolfo Di Gianmarco – La Repubblica

“Una commedia tipica dello stile di Longoni: drammaturgia ridotta al minimo, attenzione alle sfumature della lingua parlata analisi di comportamenti sociali patologici. Chi sono questi bravi ragazzi? Quattro bravissimi attori: Lorenzo De Angelis, Riccardo Francia, Valerio Morigi e Eduardo Persia”. Franco Cordelli – Il Corriere Della Sera

“Va via in un’ora, in un battito di cuore, Bravi Ragazzi scritto e diretto da Angelo Longoni. I suoi personaggi interpretati dagli ottimi Lorenzo De Angelis, Riccardo Francia, Valerio Morigi ed Eduardo Persia – sono scolpiti a cera persa nel fuoco dell’azione, quasi non hanno il tempo di raccontarsi. Ma è proprio questa stilizzazione tragica che permette a Longoni di andare dritto al cuore del problema che non è solo l’ordinario razzismo e la piccola banalità del male e la distanza (fisica, mentale, linguistica) che segrega la periferia.” Attilio Scarpellini – L’unità

“Bravi Ragazzi ha un obbiettivo preciso: quello di focalizzare e analizzare, al di là delle polemiche politiche in tema di immigrazione, il punto di vista del mondo giovanile, per comprendere se il linguaggio dei giovani e i loro codici siano adatti per capire un fenomeno sempre più complesso che rischia di sfuggire di mano”. Giuliano Malatesta – Il Messagero

“Uno spettacolo spiazzante, disarmante duro ed dal forte impatto emotivo che fa riflettere i giovani e non solo. La storia è di quelli che rimbalzano sulla cronaca dei quotidiani con inquietante frequenza. Una storia di oggi, di Roma, di giovani seduti su un muro imbrattato da cui guardano le storture della società, i vuoti della politica, i falsi miti della tv, i vicoli ciechi del futuro, a da cui prendere coraggio per trasformarsi in teppisti”. Laura Novelli – Il Giornale

“Angelo Longoni racconta i disagi della cosiddetta “Generazione X” e lo fa con temi emotivamente forti, duri, spesso spiazzanti per scuotere i giovani e farli riflettere”. Barbara Nevosi – Metro

“Un testo asciutto e affilato che evidenzia le contraddizioni di un paese in perenne contrasto, scarico di responsabilità e crescente senso di impotenza. Bella prova morale dei quattro giovani attori che danno il giusto risalto ai singoli quadri con sapiente sottolineatura della tensione drammaturgica. Un intenso atto unico suggellato dai convinti e ripetuti applausi del pubblico”. Claudio Ruggiero – Latina Oggi

“Una storia ben scritta, con personaggi ben tratteggiati e ben interpretati dai quattro giovani attori”. Marcello Isidori – Dramma.it

“Bravi Ragazzi avvince e turba il pubblico grazie ad una tensione che cresce costantemente ed esplode nel dramma finale”. Gloria Bondi – Cinelab


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)