Pagine preziose
Roma scopre gli ex libris
500 anni di capolavori alla Biblioteca Angelica
In programma una triplice mostra dal titolo
“Invito all’incisione”: selezione di antichi segnacoli illustrati,
collezione di Ex Libris, l’opera incisoria di Nino Palleschi.
Ma anche laboratori di arte calcografica
Può essere donato o ereditato, venduto oppure scambiato, perso e rubato.
Dalla stampa all’approdo in una biblioteca, ogni libro ha una sua storia, spesso avventurosa.
E questo passaggio di mano in mano lascia delle tracce tra le sue pagine.
Le più significative sono i marchi di proprietà, in primo luogo gli ex libris (“dai libri di”).
Usati in prevalenza sui volumi delle biblioteche private, a volte sono piccoli capolavori dell’incisione, realizzati da artisti famosi.
Una grande occasione per scoprire l’universo dell’arte incisoria è stata offerta al pubblico della Capitale presso la Galleria della Biblioteca Angelica a Roma, con la mostra “Invito all’incisione”, permettendo così un approccio al cospicuo ma poco conosciuto patrimonio della nostra cultura figurativa.
Il ricco percorso espositivo, curato dall’artista e critico d’arte Gianluca Tedaldi, è stato articolato in tre sezioni: una selezione di antichi segnacoli illustrati (ovvero ex libris) tratti dai volumi appartenenti alla Biblioteca Angelica; un’antologica dell’opera incisoria della Scuola di via Buonarroti del maestro Nino Palleschi e dell’Associazione Four for Art; la collezione di ex libris di Carlo Ciampichini.
Fra gli ex libris in esposizione, quelli del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, del principe di Piemonte Umberto, del compositore Johann Strauss, del pittore Renato Guttuso, di Benito Mussolini, del cardinale Antonio Caetani, che sono stati proprietari di corpose biblioteche e hanno lasciato la loro “impronta” sui volumi posseduti. Gli ex libris hanno solitamente le dimensioni di un biglietto da visita. I più antichi contengono lo stemma del proprietario, ma in epoca moderna si arricchiscono di simboli, motti e citazioni. L’ex libris, infatti, non serve ad indicare soltanto l’identità del possessore di un libro, ma deve contenere anche un’immagine ideata per rappresentare la sua personalità.
L’invito (espresso fin dal titolo della mostra) è stato rivolto soprattutto al pubblico non esperto, che ha potuto ammirare una rassegna di meraviglie dell’arte calcografica: da esemplari incisi in epoca barocca fino a raffinatissime opere di inizio Novecento, mentre alle pareti ha trovato accoglienza la retrospettiva di Nino Palleschi, attivo da quarant’anni nella promozione della calcografia.
Nei giorni dell’esposizione, inoltre, sono state allestite delle sessioni dimostrative di stampa con torchio a rullo, per rendere a tutti fruibile questa affascinante dimensione dell’arte figurativa.