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Parchi e oasi dello spirito

Abbazia di S. Andrea
in Flumine

Ponzano Romano

di Dante Fasciolo

Da lontano si annuncia con il suo alto campanile.

Tutt'intorno campi coltivati punteggiati da ampie aree boschive. Sornione, il Tevere le scorre di fianco e rispecchia il Soratte. L'Abbazia di Sant'Andrea in Flumine è una delle più antiche colonie benedettine in Italia.

Quasi un avamposto a guardia di Ponzano Romano che dista appena tre chilometri; borgo medievale dell'VIII secolo, eretto in posizione dominante su un colle tufaceo.

Ampli voli intrecciano lo spicchio di cielo che separa Ponzano dall'Abbazia: rondoni, cinciallegre, ghiandaie, passeri solitari, si rincorrono tra gorgheggi in concerto.

E sui campi, martore e ramarri si aggirano guardinghi tra zafferano giallo, ofride fior d'api, biancospino, mentre astuti moscardini ispezionano il noccioleto.

Informazioni ci vengono dal lontano X secolo da parte di un monaco di nome Benedetto che narra dell'Abbazia, storia e leggende. Si apprende così che la chiesa fu voluta da Galla, patrizia romana, mentre il monastero sorse per volere di Carlomanno, fratello di Pipino il Breve, monaco sul vicino monte Soratte.

Passò di qui Carlo Magno, e i saraceni saccheggiarono a lungo tra il IX e il X secolo.

Dell'antico convento restano in piedi alcuni archi, portali e finestre, esempi di grande maestria architettonica; mentre la chiesa, dopo i recenti restauri, con il suo grande altare, le arcate che dividono le navate, gli affreschi e gli originali pavimenti, vivono ancora oggi lo splendore di un'epoca caratterizzata dall'arte e dalla fede.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)