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Il progetto fotografico-scientifico

“Sulle tracce dei ghiacciai”
Missione in Caucaso

di Fabiano Ventura

Il Caucaso è stato scelto quale meta significativa della seconda spedizione del progetto fotografico-scientifico "Sulle tracce dei ghiacciai", per compiere misurazioni glaciologiche e ottenere immagini fotografiche ad alta definizione in grado di osservare l'evoluzione dei ghiacciai a più di cento anni di distanza dalle spedizioni compiute dai primi fotografi ed esploratori.

Alla spedizione, svoltasi nell’estate del 2011, nella catena montuosa del Caucaso, nella regione della Svanezia (Georgia), ha lavorato un nutrito gruppo di persone con le specializzazioni più diverse.

Un ringraziamento particolare va all’Ambasciata italiana in Georgia grazie alla quale è stato possibile effettuare ricognizioni e voli in elicotteri. Grazie anche all’interessamento e al sostegno dei Ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Ambiante Georgiani e dell’Ambasciata georgiana in Italia, si è creato un network di professionalità che ha consentito il raggiungimento degli obiettivi scientifici ed esplorativi del progetto.

“Sulle tracce dei ghiacciai” è un progetto, dell’associazione no-profit Macromicro, che riunisce un team di scienziati, fotografi e alpinisti e che, ripercorrendo in 6 spedizioni le catene montuose più significative del Pianeta, studia gli effetti dei cambiamenti climatici coniugando la comparazione fotografica e la ricerca scientifica sul campo. Ogni spedizione prevede, infatti, un confronto fotografico tra le immagini storiche e quelle attuali, nonché la raccolta di dati sul campo e la loro successiva analisi in laboratorio. Le immagini scattate la scorsa estate in Caucaso da Ventura trovano conferma nei rilievi geomorfologici effettuati dai ricercatori e nei dati scientifici analizzati, presentati per la prima volta al sedicesimo Alpine Glaciology Meeting, uno dei più prestigiosi convegni di glaciologia in ambito europeo, svoltosi a Zurigo il 2-3 febbraio scorsi.

"Le nuove immagini – spiega Fabiano Ventura, fotografo, alpinista e ideatore del progetto – vengono realizzate dallo stesso punto geografico e nello stesso periodo dell’anno e, dopo un lungo lavoro di post produzione, vengono sovrapposte digitalmente tramite software specifici. Grazie a questo lavoro gli studiosi possono disporre di confronti ad altissima risoluzione, per verificare visivamente i mutamenti avvenuti nel tempo".

Foto antica: 1890
Vittorio Sella
© Fondazione Sella

Foto moderna: 2011
Fabiano Ventura
© Archivio F. Ventura

Panorama sui colossi del Caucaso: il monteTetnuldi(4853m) e il monte Skhara (5200m). Dal confronto fra le due fotografie, effettuate a 121 anni di distanza, si osserva con chiarezza il ritiro lineare delle fronti dei due grandi ghiacciai Adishi e Khalde.

Quello che più salta agli occhi, in questa regione della Georgia, è che fitti boschi sono cresciuti là dove si estendevano gigantesche lingue glaciali, delineando una demarcazione molto netta tra passato e presente. Si tratta di importanti contrazioni, avvenute soprattutto negli ultimi 50 anni, nella superficie e nella lunghezza dei ghiacciai, riscontrabili attraverso indagini fotografiche e scientifiche molto accurate. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati scientifici e delle fotografie di confronto, frutto di oltre sei mesi di lavoro, effettuato al ritorno dalla spedizione svoltasi nella regione della Svanezia (Georgia) nell’estate 2011.

A seguito della spedizione è stato realizzato un documentario prodotto da Sd Cinematografica, per la regia di Marco Preti.

Foto antica: 1890
Vittorio Sella
© Fondazione Sella

Foto moderna: 2011
Fabiano Ventura
© Archivio F. Ventura

Il ghiacciaio Chaalati nel Caucaso georgiano fotografato a 121 anni di distanza.

I risultati scientifici

“Dalla Piccola Età Glaciale (PEG), culminata in questa regione attorno al 1810, ad oggi, il Ghiacciaio Tviberi, il più grande ghiacciaio in Caucaso fino al 1965, ha mostrato la contrazione di superficie più forte (- 16,4 km ² - 34,9% della superficie originaria) e il ritiro lineare più marcato (- 3,98 km, il 42% della lunghezza massima lungo la principale linea di flusso). Il Ghiacciaio Chaalati, quello che spinge ancora oggi la sua fronte alla quota più bassa nel Caucaso meridionale (1861 m s.l.m.) ha mostrato una contrazione di 4,4 km² (- 27,1%) e un ritiro frontale di 2,16 km. Il Ghiacciaio Adishi, il più piccolo dei tre, ma con la quota media più elevata, ha mostrato la contrazione più modesta (- 1,5 km², - 13%), e un ritiro lineare di 1,15 km”.

E’ quanto dichiara Riccardo Scotti, glaciologo al Dipartimento di Scienze Geologiche e Geotecnologiche dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca, che ha partecipato alle spedizione in Caucaso, in qualità di ricercatore.

Uno dei risultati più interessanti di questo studio è l'accelerazione della riduzione della superficie glaciale nell’ultimo intervallo temporale considerato (1965-2011) rispetto agli intervalli precedenti. Negli ultimi decenni il Ghiacciaio Tviberi ha perso una superficie 3,2 volte maggiore rispetto al precedente intervallo, e quasi 50 volte più velocemente rispetto al XIX secolo. Lo stesso comportamento è riscontrabile negli altri due ghiacciai studiati.

Foto antica: 1884
Mor von Dechy
© Royal Geographical Society

Foto moderna: 2011
Fabiano Ventura
© Archivio F. Ventura

Il ghiacciaio Tvuiberi nel Caucaso georgiano, fotografato a 127 anni di distanza. Al posto della fronte del ghiacciaio, ritirato di oltre 4 km, compare oggi una foresta.

L’analisi dei confronti fotografici ad alta risoluzione effettuati durante la spedizione da Fabiano Ventura, ha permesso di constatare come i tre ghiacciai studiati siano molto rappresentativi dell’andamento di tutti gli altri ghiacciai della zona. Sono state effettuate venti fotografie

realizzate dalla medesima prospettiva e nello stesso periodo dell’anno di quelle ottenute dai primi fotografi esploratori (Vittorio Sella e Mor von Dechy) oltre centoventi anni fa.
Il Caucaso è una catena montuosa che si estende per circa 1200 km tra il Mar Nero e il Mar Caspio, e che, come poche altre, riassume in sé tante peculiarità naturalistiche, con territori che ospitano le vette più alte d'Europa e ghiacciai importanti per le loro caratteristiche fisiche e geologiche.

Foto antica: 1884
Mor von Dechy
© Royal Geographical Society

Foto moderna: 2011
Fabiano Ventura
© Archivio F. Ventura

Vista frontale del ghiacciaio Adishi. Dal confronto fotografico è ben evidente il collasso dell’intera superficie della fronte del ghiacciaio.

Il comitato scientifico internazionale

Il progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai” si avvale di un apposito Comitato Scientifico internazionale, che ha coordinato il lavoro del team sul campo, che è composto da: Claudio Smiraglia, Professore Ordinario presso la Facoltà di Scienze dell'Università Statale di Milano, Kenneth Hewitt, Professore Emerito di Geografia e Studi Ambientali e Ricercatore Associato del Cold Regions Research Centre della Wilfrid Laurier University a Waterloo-Ontario in Canada, Christoph Mayer, membro dell'Accademia delle Scienze di Monaco di Baviera e membro della Commissione Glaciologica Tedesca, e Stefano Urbini, Ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma.

Sul sito web dell’associazione Macromicro, il team all’opera sul campo ha pubblicato i resoconti delle attività, descrivendo la maggior parte dei risultati raggiunti durante la spedizione con un ricco ed appassionante diario di viaggio, corredato di immagini e video.

Foto: © Archivio F. Ventura

Fabiano Ventura sulla vetta del monte Banguriani (3885m) in Caucaso durante la ripetizione di una fotografia panoramica di Vittorio Sella a 127 anni di distanza.

L’idea e la fotografia

Fabiano Ventura, ideatore del progetto fotografico-scientifico “Sulle tracce dei ghiacciai”, cura la ripetizione degli scatti fotografici storici durante le spedizioni, individuando, grazie ad un lungo lavoro di ricerca d’archivio delle antiche lastre, dei diari di viaggio degli esploratori e delle mappe, le esatte posizioni di ripresa utilizzate dai primi fotografi-esploratori oltre un secolo fa.

“Realizzo le fotografie - spiega Ventura – con macchine fotografiche a pellicola di grande formato per poterle paragonare e sovrapporre a quelle antiche. Le fotografie, infatti, devono essere paragonabili sia in termini di risoluzione, sia in termini di distorsione introdotta dall’obiettivo utilizzato. In particolare, la missione "Caucaso 2011" ha ripercorso i tracciati fotografici di: Vittorio Sella (1889, 1890 e 1896), Mor von Dechy (dal 1884 al 1902), Mario Piacenza (1910), Vittorio Ronchetti (durante gli anni ’10 e ’20 del secolo scorso) e Andrea Pollitzer (1929), nonché quelli dei grandi pionieri come Hermann Woolley, Albert Frederik Mummery, Douglas William Freshfield.

Importante è stato il ritrovamento del punto fotografico dal quale Mor von Dechy, 127 anni fa, realizzò una storica immagine della fronte del ghiacciaio Tviberi, nonché il raggiungimento della vetta del monte Banguriani (3885 metri), da cui Vittorio Sella, 121 anni fa, ottenne una spettacolare sequenza panoramica estesa per oltre 180°, unendo ben sette lastre fotografiche di formato 12x20 cm. Per il restauro e la post produzione di queste due immagini panoramiche, quella storica e quella moderna, è stato necessario il lavoro di sette esperti per un totale di cinque settimane. Come spiega Ventura, "si tratta di un complicato lavoro di ricostruzione fotografica senza precedenti: dalla ricerca in situ degli esatti punti di ripresa per ottenere una sovrapponibilità ottimale, al restauro delle lastre e dei negativi originali di Dechy e Sella”.

Per maggiori informazioni: www.macromicro.it e www.fabianoventura.it


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