Parchi e Oasi dello Spirito
Montaione – (Firenze)
Sacro Monte
San Vivaldo
di Dante Fasciolo
La Val d’Elsa nasconde tra il lussureggiante verde il brunito delle sue morbide colline il convento francescano del sacro Monte San Vivaldo dichiarato Monumento Nazionale.
Qui, rannicchiato in posa orante nell’incavo di un castagno, sua abituale dimora, il vecchio eremita finì i suoi giorni terreni.
È naturale, dunque, che tutto ruoti intorno alla sua figura, che tra storia e leggenda, scalda i cuori dei credenti dal '200 e '300 tempo in cui Vivaldo visse unitamente ad altri eremiti.
L’umile chiesetta del tempo, località Camporena, fu ereditata dai francescani, a cavallo tra ‘400 e ‘500, che costruirono un vero convento e alimentarono tra la gente il culto per Vivaldo al punto che
Tommaso da Firenze progetto di trasformare il monte in una piccola Gerusalemme, un luogo privilegiato capace di accogliere migliai di pellegrini impossibilitati a raggiungere Gerusalemme in quel tempo dominata dai turchi.
Fu così che con la collaborazione attiva degli abitanti del luogo, furono realizzate vicino al convento 24 cappelle dedicate ai luoghi della vita di Gesù nella Città Santa.Un sentiero di preghiera che spinse Papa Leone X a concedere indulgenza ai fedeli che vi incrociavano il loro cammino fin dal 1516.
Come già altre Oasi di preghiera, anche il Sacro Monte cessò la sua attività nel 1808.
Bisognerà aspettare la fine del XIX secolo perché tornassero sul luogo i francescani che operarono un organico restauro riportando ad antico splendore il complesso monastico.
Una delle due chiese, quella annessa alla struttura cinquecentesca presenta un elegante loggiato d’ingresso, mentre all’interno tiene in serbo preziose statue in terracotta forgiate a mo’ Della Robbia, quasi interamente riproducenti motivi francescani legati a San Bonaventura e a Santa Chiara.
Il pregevole mobilio barocco della sacrestia dà il benvenuto a quanti vogliano transitare per lo splendido refettorio e il grande chiostro interno o visitare le restanti 17 cappelle delle originali 24.
Sono conservate in apposita cappella le reliquie del Santo, il cui culto fu riconosciuto dalla Chiesa
nel 1906, e che trasmette ancora oggi, dopo secoli, un’emozione vibrante appaiata alla serena atmosfera che qui si respira unitamente al grande silenzio dei boschi e dei, percettibili appena, rumori della natura circostante.