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Teatro

Casa dei teatri - Roma

Anton Čechov in scena

Fotografie, documenti, bozzetti e suggestioni di scena
dal Museo Statale del Teatro A.A. Bakhrushin di Mosca

In programma dal 25 novembre 2012 al 27 gennaio 2013 presso la Casa dei Teatri la mostra “Anton Čechov in scena”: fotografie, documenti, bozzetti di scenografie e di costumi, ritratti di attori che raccontano i momenti più salienti delle opere del grande drammaturgo russo Anton Čechov dalle prime rappresentazioni teatrali fino ai giorni nostri.

Il Museo Centrale Statale del Teatro di A.A. Bakhrushin è il maggiore al mondo sulla storia del teatro russo. La sua collezione vanta circa 1,5 milioni di pezzi. Dieci anni fa, il regista ed esperto di Čechov, Viktor Gulchenko, direttore artistico del "Čechov Institute" presso il Museo Bakhrushin, ha creato "Il Laboratorio Internazionale su Cechov". Il compito principale di tale laboratorio teatrale è di rappresentare la prosa del grande drammaturgo attraverso la proposta di corsi di perfezionamento, esaminando gli aspetti più diversi, a volte inaspettati, del lavoro di Cechov.

I materiali del Museo Statale del Teatro “A.A. Bakhrušhin” di Mosca delineano la storia viva e intensa degli allestimenti čechoviani nei teatri russi, dalle più rinomate istituzioni teatrali ai teatri di provincia, dalla fine del XIX secolo a tutto il XX secolo, nell'intento di far conoscere al pubblico italiano quel fenomeno della vita teatrale russa che ha preso appunto il nome di “teatro di Čechov”. In particolare viene raccontata la storia scenica di cinque opere del drammaturgo russo: Ivanov (1888), Il gabbiano (1896), Zio Vanja (1899), Tre sorelle (1901) e Il giardino dei ciliegi (1904).

   

“Anton Čechov in scena” offre inoltre una selezione di materiali degli spettacoli che, a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo, sono stati ispirati alle novelle dello scrittore.

La singolarità degli spazi della Casa dei Teatri ha ispirato questa mostra che rievoca l'atmosfera e il simbolismo delle opere dello scrittore. Il visitatore entra in una "casa" abitata solamente dalle ombre e dai ricordi della gioia passata, dove “le cose” un tempo care a qualcuno sono ormai perdute o dimenticate. Il tempo ha cancellato il passato, ricoprendo tutto con le foglie secche. Restano solo i ricordi catturati in teatro e sulle pareti i disegni, le fotografie e le ombre di persone che non esistono più.

Nelle stanze della Casa dei Teatri, il visitatore incontra suggestioni estetiche e sonore, che rimandano in maniera intima e coinvolgente alla poetica, ai temi esistenziali, alle atmosfere del teatro di Anton Čechov. Tra le foglie secche rimangono sacchi di ciliege e marmellate de Il giardino dei ciliegi, nella stanza dedicata a Ivanov un tavolino da tè è stato preparato per un ospite mai giunto. Tutto sembra invece pronto per il viaggio nella stanza delle Tre sorelle: le valigie e le cappelliere lasciano immaginare una partenza programmata ma mai avvenuta. Il manoscritto di Trigorin, il vile letterato di cui si innamora perdutamente Nina Zarechnaya, il cui vestito è appeso all'attaccapanni, e un mazzo di fiori di campo secchi su una sedia rievocano Il Gabbiano e Zio Vanja. Infine una foresta di betulle evoca le tracce di un passaggio, i segni dell'autore e i ricordi dello scrittore.

   

Le opere teatrali di Anton Čechov segnano un passaggio fondamentale nell'evoluzione della drammaturgia moderna.

Il teatro cechoviano è un teatro d'atmosfera dove gli stati d'animo, i personaggi, si realizzano anche come simboli, il dramma interiore sostituisce la trama e l'azione della drammaturgia tradizionale. Sin dalla sua prima pièce Ivanov del 1988, Čechov fu accolto nei maggiori teatri russi come un innovatore perché capace di scavare nella tradizione e al contempo far vivere la scena di un tempo e di un respiro del tutto rivoluzionari. In quegli anni in Russia si cominciava a guardare con interesse alla più recente drammaturgia occidentale e cresceva lo scontento nei confronti dei palcoscenici nazionali, causa l'assenza di un'autentica drammaturgia contemporanea che riflettesse uno sguardo critico sul proprio tempo. Nei suoi drammi l'autore innovava la struttura drammaturgica tradizionale e affrontava i temi esistenziali dell'umanità a lui contemporanea.

   

Fenomeno unico nella vita teatrale russa, la rappresentazione delle opere di Cechov, uno degli scrittori più amati del suo paese, ha coinvolto, dal debutto ai giorni nostri, generazioni di registi, scenografi, attori, musicisti con decine e decine di allestimenti nei piccoli teatri di provincia e nei grandi teatri d'arte. La memoria di questa appassionante storia viene proposta nella mostra ai visitatori della Casa dei Teatri.

In concomitanza della mostra, in programma presso le Scuderie della Casa dei Teatri una serie di spettacoli.

L'esposizione è organizzata dalla Fondazione Internazionale Accademia Arcoe dalMuseo Bakhrushin di Moscacon il patrociniodell'Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Italianaed è promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, da Biblioteche di Roma e da Teatro di Roma, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

   


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