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Racconto

Elegia del Camaleonte

di Ruggero Scarponi

Sala da pranzo Hotel Des Alpes
Primi anni del ‘900

SIG.RA STEIN Mi permette Signora Helleberg?
SIG.RA HELLEBERG Ma certo, certo, cara signora, si accomodi pure...
SIG.RA STEIN Non vorrei disturbarla, se però... se lei fosse così gentile da chiedere a suo marito di concedermi un breve colloquio, sarebbe per me molto importante...
SIG.RA HELLEBERG Cara signora, non dubiti, riferirò immediatamente a mio marito la sua richiesta...anzi tra pochi minuti scenderà per la colazione e se gradisse di prendere qualche cosa insieme a noi potrebbe tranquillamente parlare...
SIG.RA STEIN No, no, grazie, ma non voglio assolutamente disturbare...verrò subito dopo.
SIG.RA HELLEBERG Che disturbo! Anzi, mio marito ed io ne saremmo lieti.
SIG.RA STEIN No, no, apprezzo la sua cortesia, ma vede, preferisco venire dopo e poi io ho già preso la colazione, sono anni che al mattino prendo solo un po’ di caffè...fino all’altro giorno insieme a mio marito, poi...
SIG.RA HELLEBERG Coraggio Signora, si faccia coraggio.
SIG.RA STEIN Certo e proprio perché voglio farmi coraggio che vorrei parlare con suo marito, sa, per cercare di capire. La cosa peggiore, infatti, è questo senso di vuoto che improvvisamente dopo 30 anni di unione felice, o almeno per me felice, mi trovo a fronteggiare. Vede non è solo la perdita dell’uomo che amavo, ma l’avermi lasciata così, senza una lettera, un biglietto. 30 anni di vita coniugale, i figli, i piccoli e grandi progetti, sempre condivisi e poi improvvisamente, tutto finito. Come se non si fosse trattato del mio Albert, ma di un’altra persona, che non conoscevo.
SIG.RA HELLEBERG Capisco, cara signora, capisco che deve essere veramente dura, affrontare una perdita così grande e insieme tanti interrogativi...ma pensa che mio marito possa aiutarla in qualche modo...
SIG.RA STEIN Sì. Si lo penso...e lo spero...E’ stata l’ultima persona con la quale ha parlato, forse dovrei dire, confidato...e vorrei da lui, se possibile, uno spiraglio, una ragione che mi aiuti ad andare avanti...altrimenti...
SIG.RA HELLEBERG No, cara signora, non faccia così, vedrà che parlare le farà senz’altro bene, mio marito ed io le saremo vicini in questi giorni. Soggiorneremo qui in hotel per tutto il mese e se lei accetterà la nostra compagnia, oltre a parlare potremo svagarci un po’ insieme, fare passeggiate, le farà bene!
SIG.RA STEIN Non so davvero come ringraziarla, sig.ra Helleberg, anche se in questo momento, l’unica cosa che sentirei di fare è di abbandonarmi al pianto...sono veramente disperata e la vita ha perso per me ogni attrattiva, ah! Ecco suo marito, vi lascio, tornerò dopo la colazione.

Cambio scena, i coniugi Helleberg hanno terminato la colazione e ora insieme alla Sig.ra Stein sono seduti in un salotto attiguo alla sala da pranzo.

LUCAS HELLEBERG Cara signora Stein, è vero, negli ultimi giorni, prima dell’...suo marito ed io abbiamo avuto occasione di parlare molto insieme. Succedeva che dopo il pranzo io mi mettessi a prendere un po’ di fresco sotto il pergolato gustando un buon sigaro. In quell’ora tutto sembrava immerso in una calma irreale. Era estremamente piacevole rilassarsi così. Anche suo marito aveva l’abitudine di gustare un buon sigaro dopo il pranzo. A differenza di me, però, lui amava passeggiare. Un pomeriggio, lunedì scorso, improvvisamente si fermò. Si voltò verso di me e chiese se poteva sedersi. Naturalmente - risposi - avevo curiosità di ascoltare quell’uomo così distinto e raffinato, ma sempre così discreto e in disparte.
SIG.RA STEIN E’ vero, mio marito, non amava molto le pubbliche relazioni, in vacanza eravamo spesso soli, non che ci annoiassimo, era una persona ricca di interessi, per l’arte e per tante altre cose.
LUCAS HELLEBERG Si sistemò su una poltrona accanto alla mia, e aspirò con gusto il suo sigaro, ci scambiammo uno sguardo complice, ambedue condividevamo il piacere per una bella fumata. Suo marito, cara signora, dopo qualche istante in cui sembrò riordinare i propri pensieri, prese dal taschino del gilè il suo biglietto e me lo mostrò.- Lei, cosa ci nota di strano, in questo biglietto? - Mi sorprese chiedendomi a bruciapelo - egregio dottore – risposi con calma - non vedo proprio nulla di strano, non mi sembra ci siano dei refusi... - Refusi! – Esclamò - Ce n’è uno grande come una casa – Mi scusi ma non la seguo... - risposi vagamente turbato. Temetti di trovarmi di fronte a una persona in precario equilibrio mentale.
SIG.RA STEIN Cosa dice! Mio marito era l’equilibrio personificato!
LUCAS HELLEBERG Non mi fraintenda, cara signora, ebbi modo, subito dopo di constatare le ragioni di quel parlare...mi faccia proseguire.
SIG.RA STEIN Chiedo scusa, ma sa, istintivamente... io...
LUCAS HELLEBERG Capisco, ma mi lasci continuare e cercherò di arrivare al punto... Suo marito, cara signora, tenendo con la mano sinistra il biglietto, pose l’indice della mano destra in corrispondenza della parola Doktor e disse - Falso! Non un refuso, falso, falsissimo io non sono mai stato Doktor...- Egregio signore - obiettai - nessuno le ha chiesto nulla, lei non deve spiegazioni a nessuno. - A quel punto suo marito sembrò riprendere il proprio autocontrollo - Mi scusi per questo approccio così poco urbano, permette? - disse alzandosi e porgendomi la mano - Albert Stein, funzionario di prima classe a riposo - Lucas Helleberg - risposi - professore di storia alle scuole medie di Hinkelforr. – Bene, ora che ci siamo presentati...- Iniziò chiedendomi garbatamente se avessi piacere di fare un po’ di conversazione ed io rassicurato del fatto che il Sig. Albert fosse tutt’altro che uno squilibrato, acconsentii con interesse. Mi parlò lungamente della sua vita, a cominciare dai suoi studi, mediocri per lo più, con qualche eccezione.
SIG.RA STEIN Non direi, mio marito si diplomò al liceo classico brillantemente...
LUCAS HELLEBERG Non vorrei deluderla, cara signora, ma dal momento che è lei a volerlo, sono costretto a riferirle quanto mi disse in proposito. Il diploma di maturità fu dovuto a una relazione con la vicepreside, donna non più giovane, del suo liceo...
SIG.RA HELLEBERG Lucas!
SIG.RA STEIN No, Signora, la prego, la prego, devo conoscere la verità su mio marito, non posso continuare a vivere così...
LUCAS HELLEBERG Dunque mi fece piacere sapere che tra le eccezioni c’era la mia materia, a suo dire nutriva per la storia un interesse vivo, quasi una passione, che però non aveva saputo coltivare adeguatamente lasciandola tra i tanti interessi praticati solo superficialmente. In seguito, grazie alle influenti relazioni paterne, mi confidò, fu assunto in qualità di segretario nell’Amministrazione. Per 30 anni fino alla messa a riposo, che se non erro risale a 2 mesi fa’.
SIG.RA STEIN 2 mesi e 5 giorni, per la precisione.
LUCAS HELLEBERG Già, già, dunque per 30 anni fu impiegato nell’Amministrazione.
SIG.RA STEIN Quante soddisfazioni, quante promozioni per meriti!
LUCAS HELLEBERG Cara Signora, anche su questo punto il racconto di suo marito fu di ben diverso tenore. Egli mi espose ciò che più lo tormentava. In 30 anni era riuscito a salire tutti i gradini della carriera Amministrativa fino a raggiungere la nomina a Funzionario di prima classe, praticamente un direttore di divisione, senza saper fare nulla.
SIG.RA STEIN Ah, questa poi! Mio marito era continuamente consultato per le sue alte competenze. Il Direttore Generale! Il Ministro, addirittura, una volta!
LUCAS HELLEBERG Ebbene, cara Signora, suo marito mi confessò che la pigrizia mentale gli impediva di concentrarsi su alcunché che non fosse il libero vagare dei pensieri. Mi rivelò che non era riuscito a imparare neanche il regolamento della divisione che egli stesso aveva redatto! Anzi non aveva redatto neanche quello...Aveva dato l’incarico al suo segretario e lui l’aveva solo firmato
SIG.RA STEIN Caro Sig. Helleberg, converrà con me che a questo punto il racconto di mio marito, presenta aspetti a dir poco incredibili. Bisognerebbe pensare che nell’Amministrazione tutti i suoi colleghi e Superiori fossero tanto asini da non accorgersi di che razza di nullità fosse Albert Stein!
LUCAS HELLEBERG E’ ciò che anche io ho provato a far notare a suo marito...
SIG.RA STEIN Ebbene?
LUCAS HELLEBERG Sa cosa rispose?
SIG.RA STEIN No, non riesco a immaginarlo.
LUCAS HELLEBERG Disse - caro Helleberg, semplice, abilmente procrastinavo gli impegni fin tanto che trovavo un collega più giovane e di grado inferiore che se ne facesse, spontaneamente, carico.
SIG.RA STEIN Non posso credere, fino a tanto...
LUCAS HELLEBERG Così, mi assicurò, suo marito. Cara signora e mi fece capire di aver passato tutta la vita a schivare, nascondere, dissimulare. Per contro era bravissimo a lusingare i superiori, lodare i colleghi, costruire tutta una serie di impressioni e opinioni favorevoli. Così che nell’Amministrazione, tutti, avessero di lui un alto concetto.
SIG.RA STEIN Ecco, vede allora, come le dicevo, non avrà avuto capacità pratiche, ma come diplomatico ci sapeva fare, anche questa è una qualità.
LUCAS HELLEBERG Senza dubbio, cara signora, e non solo. Suo marito era convinto che con la messa a riposo avrebbe finalmente raggiunto uno status in cui non avrebbe più dovuto dissimulare alcunché, uno status che non avrebbe richiesto nessuna competenza fornendolo di un diritto incontestabile.
SIG.RA STEIN E allora?
LUCAS HELLEBERG Qui, nacquero i problemi. Le famose passeggiate pomeridiane che suo marito faceva gustandosi il sigaro, lo condussero a delle profonde riflessioni esistenziali. Gli divenne intollerabile il vuoto di una vita oramai divenuta facile, semplice, appagante. Insomma anche il nascondersi continuamente era un’attività, ora con la messa a riposo si sentiva inadeguato, si, usò proprio questo termine, inadeguato. Di fronte a se stesso. Aveva mentito per tutta la vita di fronte agli altri, anche con un po’ di compiacimento, quasi fosse una sfida, ma ora che doveva mentire a se stesso non riusciva a reggere il peso di questa responsabilità. Certo cara signora, non potevo neanche lontanamente immaginare come sarebbero precipitati gli eventi...
SIG.RA STEIN Quindi lei ne ricava che mio marito...
LUCAS HELLEBERG Eh, no!Sarebbe un grave errore pensare questo. Suo marito non disse mai esplicitamente a quali conclusioni era giunto ed io non glielo chiesi. Questa vicenda mi ha fatto comprendere un concetto che non avevo mai preso in considerazione. Gli uomini e le donne su questa terra costituiscono un mistero inaccessibile. Si può convivere un’intera vita senza scalfire neanche la superficie di un’anima. Suo marito, cara signora, le ha vissuto accanto per tutta la vita e ciò che conta è quanto le ha mostrato e dimostrato e soprattutto ciò che lei ha saputo cogliere di lui.

Tutto il resto è mistero.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)