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Arte

Museo Fondazione Crocetti

Metamorfosi della forma

Carmine Cecola 1923-2001

di Cinzia Folcarelli

Artista della realtà naturale e dell’emozione, Carmine Cecola (Monteroduni, Isernia, 1923 – Roma 2001) scolpiva e dipingeva preferendo l’indagine interiore meditata e lenta alla mondanità e al successo effimero. Di carattere riservato, credeva fermamente nel suo lavoro. Vissuto in anni che hanno visto moltiplicarsi a dismisura correnti e tendenze artistiche, egli non si è mai legato ad un movimento o ad un gruppo, preferendo lavorare da solo, nella tranquillità del suo studio. Attento conoscitore della storia dell’arte e degli artisti che l’hanno preceduto e a lui contemporanei, Cecola ha tuttavia uno stile personale ben definito, che rende le sue creazioni uniche.

La sua indole riservata non lo ha certo aiutato nel difficile mondo dell’arte, ma il suo cercare l’arte vera, quella che non si abbandona alle mode del momento, fa di lui un vero artista, capace di elaborare, nelle sue opere, caratteristiche stilistiche uniche e inconfondibili. Cecola nasce scultore. La forza plastica che emerge dalle sue sculture è data dalla linearità della forma, dalla mancanza di inutili particolari che servirebbero solo ad appesantirle.

   

Nei disegni e negli gli oli è sempre presente la mano dello scultore, le composizioni si dispongono secondo piani sovrapposti entro cui si dispongono corpi plastici. Nei bassorilievi, le figure escono fuori dallo spazio loro assegnato per venire incontro allo spettatore, facendosi partecipi della vita di quest’ultimo.

Le figure di Cecola hanno un sapore arcaico, sospese nel tempo e nello spazio, sono l’inizio e la fine. Le pose scelte dall’artista sono sempre molto naturali e nessun ornamento o simbolo connota le figure o le inserisce in un contesto, così che risultano eterne. Alcune donne e uomini in legno sono quasi dei totem, primitivi, immutabili.

Anche i cavalli di Cecola, altro tema caro all’artista, sono essenziali, e anche qui si nota l’assenza di qualsiasi ornamento, perfino la criniera e la coda sono ridotte al minimo.

Nella sua produzione artistica i nudi di giovani donne, le bagnanti e le ballerine rivestono ruoli importanti. Le figure femminili sono slanciate, dalla linea affusolata. Le gambe, solitamente snelle, si concludono nell’ampio bacino, simbolo di maternità, mentre la parte superiore del corpo torna ad essere minuta. I visi sono essenziali, i tratti somatici sono appena accennati, così che ad essere rappresentata non è una donna in particolare, ma la donna, la bagnante, la ballerina.

Nei piccoli bronzi Cecola riesce a dare il meglio di sé, creando figure forti e poetiche insieme, dove la luce si posa mettendo in risalto la resa plastica delle sculture e levigando i corpi, facendole vivere.

Nelle opere in cera, complice anche il materiale usato, le figure sono più materiche, i corpi acquistano volume, soprattutto nella parte inferiore, e morbidezza, ma anche una maggiore stilizzazione.

   

Alcune realizzazioni dell’artista sono invece più “geometriche”, presentano volumi maggiormente squadrati e segni fortemente incisi per delineare i contorni.

In una fase più avanzata dell’opera di Cecola le forme vanno verso l’astrazione. Il processo di astrazione raggiunge l’apice in alcune sculture di forma circolare, realizzate in legno e in bronzo. Nei disegni preparatori possiamo seguirne la genesi. Altre strutture si sviluppano invece in verticale, quasi novelle “torri di Babele”.

Cecola tuttavia non abbandona mai il figurativo. Nella sua produzione artistica astratto e figurativo si intrecciano tra loro, si allontanano per poi ricongiungersi.

Artista completo, Cecola ha saputo tenersi al di sopra delle mode del momento, non piegandosi alle richieste del mercato e di committenti convinti di poter decidere della sua arte. Spesso ha rifiutato commissioni importanti perché non erano in linea con le sue idee e con il suo mondo interiore, denotando un coraggio e una determinazione non comuni.

Anche per il suo carattere schivo è un artista in parte ancora da scoprire. Sicuramente da continuare ad apprezzare e valorizzare.

Questa mostra, allestita negli splendidi spazi del Museo Crocetti – fino al 23 dicembre -a cura di Lorenzo Canova, vuole far conoscere la produzione artistica di Cecola nella sua totalità. Si tratta della seconda retrospettiva sull’artista, la prima è stata allestita nella Galleria dell’Italarte L’Indicatore nel 2004.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)