C’è da dire che anche in Italia abbiamo degli esempi positivi come la ciclabile lungo il Naviglio Martesana alle porte di Milano e il Canale Villoresi, dove hanno utilizzato le sponde del canale per scopi ciclabili pur non essendo una vera e propria pista ciclabile a livello normativo; ma la strada da fare è ancora lunga per essere al passo con altre realtà europee.
In attesa di sapere quante risorse il Recovery fund destinerà alle aree interne perché diventino competitive, vi portiamo in giro per valli poco note come la Valmalenco in Lombardia, la Val Colcera in Piemonte, la Val Polcevera in Liguria, le Valli del Natisone a cavallo tra Friuli e Slovenia, la Val Passiria e la Val di Funes in Alto Adige. In quest’ultima ha mosso i primi passi da scalatore Reinhold Messner, come ci racconta lo stesso alpinista nell’intervista che pubblichiamo(Borghi febbraio 2021).
Siamo al confine tra l’Italia e la Svizzera, nell’unico comune della Lombardia la cui altitudine massima supera i quattromila metri.
Lanzada è il comune più esteso della Valmalenco e rappresenta alla perfezione l’unicità di questi luoghi: alte vette, vallate silenziose, pendii coperti di boschi, panorami mozzafiato.
Realizzate a mosaico, dipinte ad affresco o a olio, scolpite su marmo o su terracotta.
L’uso di applicare le madonnelle all’esterno dei palazzi, affonda le radici nel costume degli antichi romani di realizzare piccoli altari pubblici che avevano il compito di proteggere gli incroci delle vie urbane.
L’acqua è elemento di equilibrio ed essenza di vita e i Romani subito compresero l’importanza dell’oro blu, tant’è che l’Urbe fu caratterizzata da abbondanza di acque, per cui si meritò l’appellativo di regina aquarum, grazie alla perizia dei suoi costruttori, che realizzarono acquedotti per portare l’acqua dalle colline
Il paesaggio della nostra Penisola è tra quelli più profondamente plasmati dalla storia. Un ambiente fisico originario ricco di contesti profondamente diversi tra loro: monti, coste, pianure che propongono tante varietà ambientali, non sempre di facile vivibilità. Tutto questo, però, ha accolto una vicenda storica tra le più ricche di civiltà e di cultura. In Italia i popoli che nei millenni si sono succeduti hanno saputo modellare un insieme di scenari, di ecosistemi in grado di suscitare intensa ammirazione.
I popoli - Bizantini, Longobardi, Normanni Svevi, Angioini e Aragonesi - che qui si sono avvicendati attratti dall’Arcangelo guerriero, ci hanno consegnato il patrimonio monumentale che ha fatto del santuario un centro di fede: papi, santi, re, imperatori, pellegrini da 1500 anni si recano sul Monte Gargano dove le tracce del loro passaggio sono custodite nei Musei Tecum (Tesori del culto micaelico), un unico polo costituito dal Museo Devozionale (con il tesoro della Basilica) e dal Lapidario.
Made in Italy: per la ricerca di una visione del nostro presente
Lo Studio Urbana in collaborazione con Sochi Art Museum e la Fondazione 'Campo dell'Arte' Diffusamente Museo, cura la mostra Made in Italy dal 19 febbraio al 14 marzo del 2021, che prevede l'esposizione delle opere presso il Museo di Sochi e la stampa di un catalogo che sarà inviato ai partecipanti.
Il tempo è un alleato, un tiranno, un confidente oppure uno strozzino.
Tutto dipende da cosa ci aspettiamo da lui.
Gianni Fasciolo ha scelto di non avere aspettative.
Ha scelto di aspettare. Di conoscere il tempo per ciò che è: mutevole, opportunista, trasformista, medico e, talvolta, artista.
Ha scelto di affidare il suo lavoro e la sua arte, la sua espressione visiva e fotografica, al giudizio insindacabile del tempo.
E di attendere l’esito di questo incontro, seppur imprevedibile.
L’inaspettato passaggio dalla condizione di mobilità globale a uno stato di immobilità forzata o di spostamenti ridotti, ci fa riscoprire ciò che è vicino a noi. Il turismo di prossimità, di cui tanto si è parlato, è diventato tendenza.
Conoscere i luoghi cui apparteniamo è come tornare a casa, dopo averli ignorati perché troppo vicini per meritare una visita. In una recente intervista il quasi centenario sociologo francese Edgar Morin ha detto che “il confinamento fisico dovrebbe incoraggiare il de-confinamento delle menti”.
Monsanto, il villaggio più portoghese
Monsaraz, Medkieval Museu Aberto
Da una nota di Germana Carrillo per GreenMe
...e come se non bastasse Monsanto si trova anche all’interno del Geopark Naturtejo (www.naturtejo.com), inserito dall’Unesco nella rete dei 50 Geoparchi mondiali. Un’area che ti fa capire da vicino come mai il Portogallo sia una delle mete preferite al mondo dell’eco-turismo. Tutta la zona comprende 7 itinerari, da percorrere a piedi, a cavallo oppure in bici. Da ogni dove si possono raggiungere insediamenti storici antichissimi e da qui altri riserve naturali e altre aree protette.
La montagna è un’attrazione fatale. L’inverno è la sua stagione, dura e fredda come le rocce. E il Natale è il posto più bello dove adagiare l’inverno, nei labirinti dell’immaginazione. Se si è fortunati, si ritrova la strada che porta all’infanzia. E il Natale è lì ad aspettare, carico di doni, luci e affetti.
...Interessante è la presenza, a monte dell’abitato, della piazza in cui sono concentrati gli edifici religiosi. Una curiosità: la piramide in cemento dipinta di bianco che spunta tra le case più alte è un segnale trigonometrico per i naviganti.
Santa Maria Maggiore - Santa Prassede - Santa Pudenziana
...E' il caso dell' Associazione romana Artisti Naty da tempo dedita - oltre alle performance teatrali e si spettacolo in genere - anche alle iniziative di viaggi culturali alla scoperta della città, programmando visite in luoghi poco conosciuti e in genere poco valorizzate dalle agenzie turistiche.
Da Serra e Corezzo al Santuario della Madonna del Faggio
Di
Dante Fasciolo
Ne sono certo, c’è rimasta un’ultima tappa, la ventisettesima…siamo vicini alla meta finale.
La “città del sole” vagheggiata da Cosimo dei Medici, la cui costruzione fu iniziata dopo la metà del XVI secolo, poi interrotta e mai ultimata, è testimoniata da pochi ruderi tra i prati e i frassini.
Dal vicino paese di Carpegna dove l’Eremo della Madonna del Faggio costituisce idealmente una meta che fonde in sé un patrimonio di storia, natura e spiritualità.
Abbiamo perduto il numero delle tappe…poco importa. Il cammino prosegue. Un nuovo atteso traguardo è Tossignano, antico borgo che si sviluppa su una rupe gessosa attorno ai ruderi della rocca. Un nuovo incanto: Borgo Rivola e l’antica pieve di S. Maria in Tiberici, recentemente ristrutturata. Ancora, edifici Cà di Malanca, restaurati e adibiti a Museo della Resistenza; Fontana, Palazzuolo sul Senio e Marradi.
Rieti - Fiume Velino Installazioni fino al 15 novembre 2020
(Ri)verArt #20 : No P∀nic!
Le installazioni sonore e visuali vogliono spingere verso una fruizione del tutto innovativa dell’opera d’arte attraverso l’utilizzo della corrente del fiume. «Il Velino - spiegano gli organizzatori della rassegna - da soggetto passivo, contemplativo, fotografico, diviene soggetto attivo, narrante, ritrovando, seppur variata, la sua funzione primaria di centro vitale della città. Con le installazioni l’osservatore viene proiettato in un’atmosfera sorprendente, generata da una visione mobile di un soggetto pittorico, leggermente alterata dal flusso del fiume, dal dinamismo variabile della corrente dell’acqua
Di Claudio Bacilieri - Direttore di Borghi Magazine
Prati in pendio e campi terrazzati ripagano con i loro raccolti la fatica di chi li ha ricavati dalle pieghe del monte. Pietra e legno, legno e pietra: di altro non ha bisogno l’architettura della montagna. Il biancore della prima neve accende la strada. Tutti già sono scesi dai pascoli alti. L’intimità delle lunghe sere invernali è una stanza foderata di legno. Come ha scritto Jean-Jacques Rousseau: “Un paese di pianura per quanto sia bello, non lo è mai stato ai miei occhi. Ho bisogno di torrenti, di rocce, di pini selvatici, di boschi neri, di montagne, di cammini dirupati ardui da salire e da discendere, di precipizi d’intorno che mi infondano paura”.
Le immagini che Benazzo esporrà dimostrano che, in effetti, i relitti spiaggiati sono in grado di raccontare (sempre che si voglia lasciare spazio alla fantasia) le storie degli uomini che erano a bordo. Questo sarà del resto il tema e il titolo di un libro che Benazzo sta preparando per un editore francese (gli editori italiani non hanno mostrato interesse): non un uomo che parla di navi, ma navi che parlano di uomini.
Questo sito utilizza cookie tecnici e analitici, proprietari e di terze parti, per consentire la fruizione ottimale del sito e interagire facilmente con i lettori attraverso i social network. Se vuoi saperne di più o negare il consenso all'installazione di qualsiasi cookie clicca qui. Continuando la navigazione o chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.