Il viaggio individuale nell’inverno degli 8mila
Winter 8000
In scena le vicende dei protagonisti dell'alpinismo
Bernadette McDonald - Mulatero editore
La storica dell’alpinismo est europeo Bernadette McDonald mette in scena il crudo inverno himalayano con i suoi protagonisti: quegli alpinisti che nella loro carriera hanno scalato gli 8mila. Ad esempio, i grandi polacchi come i Andrzej Zawada, Krzysztof Wielicki, Jerzy Kukuczka, Voytek Kurtyka, Wanda Rutkiewicz, Maciej Berbeka, Artur Hajzer e Adam Bielecki, solo per citare alcuni altri leggendari componenti del plotone polacco. Senza dimenticare i “non polacchi” tra cui la svizzera Marianne Chapuisat: la prima donna a scalare d’inverno un 8000. Il bergamasco Simone Moro con il suo record di 4 prime invernali su altrettanti Ottomila. Infine, Denis Urubko, Tomasz Mackiewicz. Tom Ballard, Tamara Lunger ed Elisabeth Revol.
Con Winter 8000, McDonald mette in scena il viaggio individuale di questi nomi celebri del mondo dell’alpinismo, in un ambiente in cui la temperatura scende sotto i 50 gradi centigradi e il vento gelido sferza a 150 chilometri all’ora. Sul palcoscenico salgono i loro sogni e le loro aspettative, le loro vittorie e le tante sconfitte. Le lotte per la sopravvivenza, le tragedie e il dolore si intrecciano nel viaggio individuale e collettivo focalizzato sul superamento del limite. L’autrice condivide con i lettori un lavoro di approfondimento sulle imprese invernali negli 8mila dell’Himalaya. McDonald è artefice di diversi libri sul mondo dell’alpinismo e della cultura di montagna. Tra questi “l’arte di essere libero” e “Voytek Kurtyka. L’alpinista leggendario”, titolo con cui si è aggiudicata il Banff Mountain Book Festival e il Boardman Tasker Award. Senza dimenticare il Cardo d’Argento al premio ITAS, con “Tomaz Humar. prigioniero del ghiaccio”. «Un’altra grande prova dell’autrice canadese, autorevole storica dell’alpinismo est europeo. Qui in scena il crudo inverno himalayano con i suoi protagonisti. Che a una tecnica sopraffina uniscono resistenza sovrumana e capacità di di soffrire. Un affresco poderoso», scrivono Linda Cottino e Anna Girardi su Montagne 360.