#134 - 21 settembre 2015
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 30 giugno quando lascerà il posto al numero 365. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Cultura e Società

Ciclo dalle pagine del diario "Conoscenda" dell'editrice Conoscenza,
interamente dedicato al 750 anniversario della nascita di Dante Alighieri.

Testi - vignette di Staino - illustrazioni di grandi autori

Dante Alighieri e le donne

Da Vita Nova e Divina Commedia
parole di rispetto e comprensione

Nella Vita nova Dante dice esplicitamente che il poeta in lingua volgare volle fare intendere le sue parole a donna, alla quale era malagevole d'intendere li versi latini.
Questa affermazione, così esplicita e chiara, conferma la tesi di quegli studiosi che ritengono che la scelta del volgare per la Commedia è dovuto al volersi rivolgere in particolare alle donne che non conoscevano il latino, e che pertanto l'opera è un atto d'amore e di grande considerazione nei confronti del sesso femminile.
D'altra parte è noto che nel Dolce Stil Novo la donna e l'amore sono al centro dell'attenzione dei poeti, Dante si rivolge direttamente alle donne quando scrive: Donne c'avete intelletto d'amore (Vita Nova XIX).

Dante Alighieri e le donneDante Alighieri e le donne

La donna, dunque, possiede la capacità intellettuale di comprendere davvero l'amore. Beatrice sorride più volte anche di fronte ai dubbi filosofici di Dante; non solo, lo guida al confronto con i sapienti del Paradiso fino a Dio. E quando parlano, le donne rivelano capacità di precisione e di sintesi straordinaria.
Narra Francesca da Rimini:

Noi leggiavamo un giorno per diletto / di Lancillotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto. / Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso; / ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso / esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso, / la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: / quel giorno più non vi leggemmo avante.

La Commedia (Inferno canto V)

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Alcune fotografie e immagini presenti sono tratte da Internet e Face Book , e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori fossero contrari alla loro pubblicazione, possono segnalarlo a dantefasciolo@gmail.com in modo da ottenerne l'immediata rimozione. Buona Lettura a tutti. grazie.