#133 - 14 settembre 2015
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Racconto

La Gazania

di Ruggero Scarponi

La gazania era spuntata in modo davvero singolare. Il seme, trasportato dal vento, aveva attecchito alla confluenza tra un muro di cinta e l’asfalto di un marciapiede. Il luogo, piuttosto desolato, punteggiato solamente da qualche rada sterpaglia, si trovava nei pressi di un sottopasso ferroviario. Il piccolo seme della gazania aveva trovato rifugio in un punto in cui il muro di cemento leggermente aggettante sul piano stradale, aveva offerto una protezione. Tra muro e marciapiede una sottile ma profonda fettuccia di terriccio aveva consentito alla gazania di porre radici.

La GazaniaLa Gazania

                  *bordure*                                          *in vaso*

Trovandosi al riparo dalle intemperie era sbocciata una mattina, all’inizio dell’estate, sostenuta da una vitalità prorompente, esibendo su uno stelo robusto composto da un fascio di fibre verdi e legnose una corolla ampia e colorata. In quel tratto di strada, costituito solamente da elementi architettonici e urbanistici senza nessuna finalità estetica, risaltava misteriosa la bellezza del fiore. Dalle prime ore del mattino, fino al tramonto, dalla corolla si aprivano lunghi petali lanceolati, dotati di una livrea dai colori sgargianti.
I pochi passanti che transitavano a piedi da quelle parti, restavano stupiti dalla gratuità della bellezza. Il fiore, infatti, sembrava quasi fuori posto, in un luogo così squallido. Eppure proprio in esso la gazania risplendeva come se fosse stata piantata in un giardino. Qualcuno si fermò incuriosito ad ammirarla. Sostarvi davanti forniva un ristoro, un compenso dal grigiore e dalla bruttezza anonima della periferia.

La GazaniaLa Gazania

               * rosa *                                    * splendns*

Tra la fine di luglio e l’inizio d’agosto, la gazania raggiunse il massimo del fulgore. Sempre più numerosi i passanti si fermavano a contemplarla come fosse una rarità botanica, un’opera d’arte della natura.
Davanti al fiore spuntavano i sorrisi delle donne e degli uomini.
I primi che l’avevano scorta ne andavano fieri come se quella fioritura fosse opera loro e già si preoccupavano di difenderla dalle intemperie e da ogni possibile pericolo.
Il luogo, anonimo e squallido per definizione, fu nobilitato dalla bella gazania.
A metà estate il paese si coprì di manifesti.
Era stata annunciata la prossima consultazione elettorale.
La gazania giunta all’apice della fioritura cominciava a mutar colore. A fine agosto i petali e la corolla si sarebbero prima ingialliti e poi rinsecchiti fino a cadere. In primavera, però, sarebbe spuntata una nuova strepitosa fioritura.

La GazaniaLa Gazania

             * marittima *                                  *strisciante*           

Nell’imminenza delle elezioni comunali e per calcolo politico, il sindaco del paese ordinò ai giardinieri di eseguire opere di manutenzione per il decoro urbano.
Una mattina, alle prime luci dell’alba, un solerte giardiniere, percorrendo la via fino al sottopasso ferroviario azionò il decespugliatore per liberare il marciapiede dalle polverose sterpaglie.
Fu con grande rammarico che la mattina stessa, gli abitanti del luogo, scoprirono che la gazania era stata spazzata via, insieme alle altre erbe infestanti.

Foto con titolazione delle specie di gazania

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