Nuovi itinerari ogni anno
Camminare per la pace
John Mpaliza,
Messaggio di riflessione per gli uomini
“Non ho nulla, ma ho due gambe e posso usare quelleâ€. John Mpaliza, un giovane ingegnere informatico, cittadino italiano, residente a Reggio Emilia ma di origine congolese, riassume così quella che lui ama definire la sua “missioneâ€. “Posso dire che vivo di provvidenza, tanta ospitalità , sostegno. Ho lasciato la casa, ho regalato la macchina, ma io sono comunque ricchissimo anche se mi sono rimasti pochissimi soldi in tascaâ€.
Sembra per certi versi la storia di San Francesco, attualizzata nel Terzo Millennio, scrive Alvise Onorati nel raccontarci questa storia.
Dal 2010 ogni estate John lascia tutto e si cimenta in una marcia di sensibilizzazione per denunciare il dramma silenzioso e ignorato che vive il suo popolo dal lontano 1996 in particolare per lo sfruttamento del coltan, un minerale la cui estrazione e vendita è alla base della terribile guerra che ha insanguinato la Repubblica Democratica del Congo: guerra economica, che sembra avere poco a che fare con una lotta etnica “orchestrata†dalle multinazionali dell’hi-tech, che ha fatto più di 6 milioni di morti (e altrettanti profughi), nel pieno silenzio delle istituzioni internazionali. Il tutto è sfociato in un genocidio, nel decennio tra il 1993 ed il 2003.
John nasce in Congo a Bukavu 46 anni fa, cresce in una tipica famiglia africana con tanti fratelli e sorelle: si trasferisce a Kinshasa, studia dai Gesuiti prendendo nell’89 la maturità scientifica per poi iscriversi a ingegneria politecnica. Sotto la dittatura di Mobutu, per questioni politiche lascia il suo Paese a 21 anni: si ferma un anno in Algeria per poi viaggiare in Europa, e infine si stabilisce in Italia dove a Parma riprende gli studi laureandosi in Ingegneria Informatica. Per 12 anni lavora come informatico fino a quando nel 2014 decide di licenziarsi per vivere a pieno la sua vocazione di “ambasciatore della paceâ€.
Dopo un suo ritorno a Kinshaha infatti, dove la presenza di una missione Onu per la pace non è stata in grado di porre fine al conflitto, nel 2009 John rimane folgorato e intuisce che non è più il momento di dormire. Da allora vive per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale.
Così nasce l’idea del cammino: viaggiare a piedi con lo scopo di raggiungere il maggior numero di persone. L’ultima delle sue marce, che lo hanno portato anche a Santiago, Roma e Bruxelles, è stato il cammino Reggio Emilia – Reggio Calabria partito il 20 Luglio 2014. Ha raggiunto anche Strasburgo dove è stato ricevuto da una delegazione di parlamentari, ma questo non ha portato comunque a nessun risvolto decisivo: l’Europa continua ad osservare in silenzio-assenso lo scenario congolese. Uno schiaffo delle multinazionali che col loro potere cercano di silenziare qualunque tipo di “opposizioneâ€.
E’ stato cosi forte l’impatto con la tragica realtà del suo Paese che per raggiungere il suo obiettivo non bada alla sofferenza fisica, morale e psicologica, perché camminare comporta anche questo: il caldo o il freddo, la stanchezza, l’essere senza soldi non lo fermano. Spesso si trova a piangere da solo. Pensare alle persone che lo aspettano però, per ricevere un messaggio di pace, è la molla che gli permette di fare decine di chilometri al giorno “come un mattoâ€: spiegare che davanti alle guerre, alle carestie e alle ingiustizie il mondo non è condannato.
“Sono convinto che proprio grazie alla ricerca della pace, si possa arrivare ad un mondo caratterizzato da una maggiore giustizia sociale.â€
Spesso si ferma nelle scuole o li dove lo accolgono, e rende con forza e franchezza, insieme all’immancabile chitarra, la sua testimonianza cercando di scuotere le coscienze soprattutto dei giovani, sperando anche che qualcuno ascoltandolo rimanga con un “sano†senso di colpa. Mostra loro cosa c’è dietro i cellulari, il coltan appunto, il minerale leggero radioattivo che serve per una migliore gestione della corrente nei dispositivi elettronici: ai ragazzi propone un uso responsabile dei cellulari basato sulle tre “Râ€: riusare, riparare, riciclare.
“Il Buon dio è stato troppo generoso con la mia terra – dice Mpaliza – siamo ricchi da morire, questa è la nostra disgrazia, questo è quanto le multinazionali vanno a cercare, e quando non possono ottenerlo creano guerre economiche. Il coltan viene rivenduto a peso d’oro, 600 dollari al chilo in Europa contro pochi centesimi, massimo un euro al chilo, pagati dalle multinazionali.†L’80% di questo oro si trova proprio in Congo".
“E’ stato dimostrato che le multinazionali che realizzano i cellulari spendono parte dei loro proventi per continuare a finanziare i gruppi ribelli, in sostanza per rubare questo mineraleâ€.
Realtà di cui John si accorge proprio nel 2009 quando torna nel suo Paese: il padre morto in guerra, la sorella dispersa e la madre “spera†sia morta pur di non soffrire le terribili atrocità che le donne subiscono durante i conflitti.
Ecco che il suo spendere la vita per la pace è frutto di una reale esperienza di morte e sofferenza che lo ha toccato nel profondo di sé, cosi da cambiargli profondamente la vita: “Ho trovato uno scenario infernale: nonostante la presenza dei caschi blu e della missione Onu per la paceâ€. Nel 1991 la società civile si mobilita, ma Mobutu dà l’ordine di sparare uccidendo migliaia di studenti nelle tre università del Paese, lui rischia ma si salva, e riesce ad andar via.
In Italia si laurea mette radici in Emilia lavorando, ma dopo il viaggio nella sua terra qualcosa è cambiato dentro di lui, e in qualche modo lo “tormentaâ€: “Ho provato a scrivere della situazione congolese a vari giornali ma non ho trovato spazio†– decide allora di metterci la faccia, il corpo, oltre al cuore e le gambe –. “Mi sono trovato ad un bivio, dovevo cambiare non ce la facevo più a sostenere tutto. Come dice un proverbio africano, “il cane ha quattro zampe, ma non prende due strade alla voltaâ€.