Forli - Museo Civico San Domenico
Letizia Battaglia
la fotografia come poesia civile
-Letizia Battaglia Via Calderai Palermo, 1991 © Letizia Battaglia / Courtesy of Archivio Letizia Battaglia
Dal 18 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026, il Museo Civico San Domenico di Forlì accoglierà Letizia Battaglia – L’opera: 1970-2020, un’ampia mostra dedicata a una delle voci più intense della fotografia italiana. Curata da Walter Guadagnini e ideata da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia insieme al Jeu de Paume di Parigi, in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia, la mostra porta per la prima volta in Italia un progetto espositivo che, dopo le tappe francesi di Tours e del festival internazionale Rencontres d’Arles, è stato ampliato e arricchito con 210 fotografie, alcune inedite, 22 riviste storiche e un docufilm che restituisce il profilo umano e intellettuale dell’autrice, la cui attività, iniziata alla fine degli anni Sessanta, si è sempre nutrita di un’idea di fotografia intesa come strumento di testimonianza e di trasformazione sociale.
Il percorso espositivo metterà in dialogo immagini, pubblicazioni, documenti e filmati per raccontare non solo l’attività professionale ma anche l’impegno civile che ha segnato la vita di Letizia Battaglia.
-Letizia Battaglia Domenica di Pasqua. La tradizionale corsa in cui gli uomini seguono il Cristo Risorto. Ribera, 1984 © Letizia Battaglia / Courtesy of Archivio Letizia Battaglia
Vale la pena ricordare le tappe di mezzo secolo di lavoro. Il racconto si apre con i primi anni di lavoro tra Palermo e Milano, a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta, quando le sue collaborazioni con riviste e giornali segnavano già un’attenzione particolare per i cambiamenti sociali, in particolare nei rapporti di genere e nei costumi collettivi. La svolta arriva a metà degli anni Settanta, con il ritorno a Palermo e l’ingresso nella redazione del quotidiano L’Ora. Su quelle pagine, ogni giorno la fotografa documentava le stragi e la violenza mafiosa che insanguinavano la città. Gli scatti che emergono da quel periodo sono assurti a icone della memoria collettiva, immagini crude e potenti elevano la cronaca per restituire la dignità e il dolore di un’intera comunità.
-Letizia Battaglia Quartiere Cala. La bambina con il pallone. Palermo, 1980 © Letizia Battaglia / Courtesy of Archivio Letizia Battaglia
Accanto agli scatti delle vittime e delle strade insanguinate compaiono i volti dei bambini, i riti religiosi, le feste popolari, i quartieri marginali, le stanze dei manicomi. Battaglia ha sempre guardato alla complessità della vita siciliana con uno sguardo capace di cogliere insieme la ferita e la bellezza. Negli anni Ottanta, dopo aver ricevuto il prestigioso W. Eugene Smith Grant for Humanistic Photography, ampliò il suo orizzonte verso altre geografie, dal blocco sovietico agli Stati Uniti, dalla Turchia all’Islanda, senza mai perdere la coerenza di una visione che concepiva la fotografia come immersione totale nell’esistenza del mondo. Parallelamente, intensificò il suo impegno politico e culturale, fondando riviste e case editrici, entrando nelle istituzioni e creando spazi di partecipazione e formazione, soprattutto per le donne.
-Letizia Battaglia Rosaria Schifani, vedova dell’agente di scorta Vito Schifani, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo ed i suoi colleghi Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo. Palermo, 1992 © Letizia Battaglia / Courtesy of Archivio Letizia Battaglia
Nata a Palermo nel 1935 e scomparsa nel 2022, Letizia Battaglia è stata infatti anche una figura di riferimento per l’impegno civile in Sicilia e in Italia. Oltre a L’Ora, ha collaborato con numerose testate, ha diretto il Centro di documentazione Giuseppe Impastato, ha fondato la rivista Mezzocielo, ha sostenuto battaglie culturali. Il suo lavoro è stato riconosciuto con premi internazionali e mostre nei più importanti musei del mondo, fino a diventare parte della storia visiva e civile del Novecento italiano.
-Santi Caleca, Letizia in Via Giulia, 1972