LEGGI NOTE SULLA
MEMORIA DEI GIORNI
-Gandhi: Politico e filosofo di rilievo mondiale, nato a Porbandar, in India, e morto, assassinato, a Nuova Delhi nel 1948. Nel mondo ha lasciato un segno tangibile ed è conosciuto, soprattutto, con il nome di Mahatma (grande anima).
Brillante avvocato, la sua professione lo portò a scontrarsi con le questioni razziali legate al dominio britannico, contro cui ispirò un vasto movimento di protesta pacifica, riuscendo ad ottenere l'indipendenza del suo paese.
La filosofia del maestro e la sua opera hanno ispirato i grandi movimenti pacifisti e di difesa dei diritti umani e civili. In India il giorno della sua nascita è festa nazionale e l’ONU ha dichiarato il 2 ottobre la “Giornata Internazionale della nonviolenza”.
Un film sulla vita di Gandhi è il pluripremiato Gandhi (1982), vincitore di 8 Premi Oscar (tra cui miglior film), diretto da Richard Attenborough e interpretato da Ben Kingsley, entrambi premiati con una statuetta (miglior regista e miglior attore).
-Le due Germanie si riuniscono: A circa un anno dalla caduta del Muro di Berlino, le due Germanie tornano ad essere una sola nazione. In questa data i cinque "lander" (Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia) della Repubblica Democratica Tedesca (nota come Germania dell’Est) firmano il Trattato di unificazione, aderendo alla Repubblica Federale di Germania (l’ovest).
Tecnicamente si tratta di un'annessione dell’est da parte della Germania Occidentale e questo provocherà nei tedeschi della RDT un iniziale malcontento. Il processo che ha fatto maturare questa decisione ha avuto il suo punto di svolta nel 1985, con l’avvento della politica riformista di Michail Gorbačëv, che oltre a cambiare la fisionomia dell'Unione Sovietica ha ispirato un movimento di riforme nei paesi posti sotto l'influenza dell'ex Urss.
L'ultimo via libera all'unificazione era arrivato il 12 settembre 1990 con la firma del Trattato sullo stato finale della Germania da parte di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica, con quest'ultima che aveva dato il via libera all'entrata della nuova Germania nella NATO, purché non venissero stanziate truppe nella parte orientale.
Nel dicembre dello stesso anno si terranno le prime elezioni libere, cui prenderanno parte tutti gli elettori tedeschi, premiando la coalizione di governo guidata dal Cancelliere Helmut Kohl. L'enorme gap economico e industriale tra ovest ed est si ridurrà gradualmente negli anni, come pure tenderà ad attenuarsi lo spopolamento dell'est, inizialmente povero, in favore dell'ovest ricco.
-Eleonora Duse: Un modello universale nella storia del teatro italiano. Nata a Vigevano, in provincia di Pavia, Eleonora Duse è stata un'eroina dei palcoscenici internazionali, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Da Teresa Raquin di Émile Zola a Casa di bambola di Isben, passando per i drammi di Alexander Dumas, ebbe il merito di portare sulla scena la grande letteratura ottocentesca, contribuendo alla loro popolarità attraverso la sua "vis drammatica".
La carriera venne segnata dall'incontro con lo scrittore Gabriele D'Annunzio, che rese famoso interpretandone i drammi (tra cui "Il sogno di un mattino di primavera" e "La figlia di Iorio").
Abbandonato il teatro nel 1909, riprese negli anni Venti andando in tournée negli USA. Qui, nella città di Pittsburg, scomparve il 21 aprile 1924.
-Inaugurata l’Autostrada del Sole: In diretta televisiva, il presidente del Consiglio, Aldo Moro inaugura l'A1 Milano-Napoli, più nota come Autostrada del Sole, dopo il completamento dell'ultimo tratto tra Orvieto e Chiusi.
Tra le autorità presenti alla cerimonia: Fedele Cova, Amministratore Delegato di Autostrade (tra i promotori dell'opera), Giacomo Mancini (Ministro dei Lavori Pubblici), Giorgio Bo (Ministro delle Partecipazioni Statali) e Giuseppe Rinaldi (Direttore Generale dell'ANAS). Ci sono inoltre giornalisti e cittadini radunati in prossimità degli ingressi dell'autostrada, per testimoniare il grande evento dalle diverse zone interessate.
Prima di questa data occorrevano due giorni di viaggio per coprire la distanza tra Milano e Napoli, perdendosi tra strade provinciali ed urbane. Ora s'impiegano soltanto otto ore per percorrere i 755 km in cui si distende il tratto autostradale.
Costati 272 miliardi di lire (pari a circa 140 milioni di euro), i lavori sono stati avviati otto anni prima, con la posa della prima pietra nel maggio del 1956. Due anni e mezzo dopo è stato inaugurato il primo tratto da Milano a Parma.
Il pedaggio entrerà in vigore qualche mese dopo: l'esattore Mario Pasetti ricorderà di aver rilasciato il primo biglietto l'8 dicembre del 1958, a un'automobile modello Fiat 1100.
-Dirottata l’Achille Lauro: La tranquilla crociera nel Mediterraneo degli oltre 700 passeggeri del transatlantico Achille Lauro viene drammaticamente interrotta dal blitz di quattro terroristi.
Il commando, composto di quattro elementi (di cui uno minorenne) imbarcatisi a Genova con passaporti falsi, irrompe alle 13 nella sala pranzo iniziando a sparare in aria e ferendo nella confusione un marinaio. Al momento del dirottamento a bordo della nave ci sono 320 membri dell'equipaggio, guidati dal comandante Gerardo De Rosa, e 107 passeggeri, dal momento che gli altri 670 sono sbarcati per una visita guidata al Cairo.
L'obiettivo iniziale dei terroristi è di compiere un attentato nello scalo israeliano di Ashdod, ma scoperti dagli ufficiali della nave mentre nascondevano delle armi, decidono per il dirottamento. L'allarme captato da una nave svedese arriva alle autorità italiane nel primo pomeriggio e in serata la notizia viene data in TV, in primis dal Tg1 diretto da un giovanissimo Enrico Mentana.
Si viene a sapere che i quattro sono membri del Fronte per la liberazione della Palestina (frangia estrema dell'OLP presieduto da Yasser Arafat) e chiedono in cambio la liberazione di 50 palestinesi detenuti in Israele. Scartata l'ipotesi di una soluzione di forza per l'estrema rischiosità della situazione - i terroristi sono pochi ma armati per compiere una strage - il Governo italiano, in contrasto con gli USA, apre le trattative trovando un alleato nello stesso Arafat, che prende le distanze dai dirottatori.
Nel frattempo, di fronte al diniego della Siria ad autorizzare l’attracco (d'accordo con l'Italia), il commando individua un passeggero ebreo con passaporto americano, disabile, Leon Klinghoffer, e lo assassina gettandone il cadavere in mare.
La situazione sembra sbloccarsi con l'intervento di Abu Abbas, emissario di Arafat, che convince i 4 a consegnarsi alle autorità egiziane con la promessa di un salvacondotto. L'Italia, che secondo la versione ufficiale ignora l'uccisione del passeggero, dà l'ok all'operazione tra le proteste dell'amministrazione USA guidata da Ronald Reagan, che invece è decisa a mettere le mani sui terroristi e sullo stesso Abbas. Così l'aereo su cui sono imbarcati questi ultimi viene intercettato dai caccia americani e costretto ad atterrare alla base aerea di Sigonella (in Sicilia).
Qui si scatena una vera e propria crisi diplomatica tra gli Stati Uniti e l'Italia, che con il presidente del Consiglio Bettino Craxi dice "no" allo storico alleato che chiede la consegna dei terroristi. Solo quando questi ultimi verranno presi in consegna e arrestati dalle forze dell'ordine italiane, l'Egitto lascerà partire l’Achille Lauro trattenuta fino a sabato 12 ottobre.
Finisce un incubo durato sei giorni che segnerà un passaggio storico importante nei rapporti tra l'Italia e gli Stati Uniti, nell'ambito della delicata questione mediorientale.
-Giuseppe Verdi: Nato a Roncole Verdi (frazione di Busseto, in provincia di Parma) e morto a Milano nel 1901. È stato uno dei più grandi compositori di sempre, autore di melodrammi famosi in tutto il mondo.
Pur provenendo da una famiglia umile e disagiata, Giuseppe Verdi riuscì ad intraprendere la carriera che desiderava. Eletto deputato nel primo Parlamento dell'Italia Unita, il carattere schivo e timido lo portò a condurre una vita semplice.
Il "cigno di Busseto" (come viene ricordato) compose moltissime opere, ancora oggi eseguite nei templi della lirica mondiale, su tutte l'Aida e il Nabucco, di cui fa parte il celebre coro del Va, pensiero, divenuto un inno di liberazione durante il Risorgimento e tuttora eseguito insieme all'inno di Mameli in alcune occasioni ufficiali.
-Eugenio Montale: Annoverato tra i grandi poeti del Novecento europeo, Eugenio Montale lasciò una grande eredità letteraria tra poesia, prosa e giornalismo. Nato a Genova e scomparso a Milano nel 1981, fu il quarto italiano a vincere il Nobel per la Letteratura (nel 1975).
Diplomato in ragioneria e appassionato di canto lirico, si avvicinò alla poesia da autodidatta, leggendo Dante, Petrarca, Boccaccio e D'Annunzio e aderendo al simbolismo letterario. Tra le principali raccolte vi sono Ossi di seppia (1925) e "Le occasioni" (1939).
Antifascista convinto, dal 1948 iniziò a collaborare per il Corriere della sera, scrivendo di letteratura straniera e di critica letteraria. Nominato "senatore a vita" nel 1967, otto anni dopo fu premiato dall'Accademia svedese con il massimo riconoscimento per uno scrittore, «per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni».
-Wojtyla è eletto Papa: «Anche non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi corrigerete!». Sono le prime parole da papa di Karol Wojtyla, eletto con il nome di Giovanni Paolo II.
È il 264° pontefice della Chiesa cattolica e anche il primo non italiano dal lontano 1523 (fine del pontificato di Adriano VI, olandese di origine). L’esito del Conclave, inaugurato il 14 ottobre, tiene col fiato sospeso una gremitissima piazza San Pietro, colorata di bandierine con i colori del Vaticano e di fazzoletti bianchi.
C’è grande attesa da parte dei fedeli e della stampa mondiale di conoscere il successore dello sfortunato Giovanni Paolo I, morto dopo solo 33 giorni di pontificato, tra sospetti e veleni. C’è bisogno di una personalità forte capace di affrontare il momento difficile sia all’interno della Chiesa, sia sul piano internazionale, dove regna un clima di guerra fredda tra l’Occidente e i regimi comunisti. C’è bisogno soprattutto di un uomo del dialogo.
Alle 17,17, dal camino collegato con la storica stufa della Cappella Sistina esce una fumata di colore bianco. I giochi sono fatti e subito iniziano a rincorrersi le voci su chi possa essere il nuovo Vescovo della Chiesa di Roma: il dubbio è tra il conservatore Giuseppe Siri e il progressista Giovanni Benelli.
Un’ora e mezza dopo, dalla loggia della Basilica di San Pietro si affaccia il cardinale protodiacono Pericle Felici che, con la storica formula dell’Habemus Papam, annuncia l’elezione di Wojtyla. Un nome talmente poco conosciuto che qualcuno arriva a credere che sia di origine africana.
Fin dal saluto, solitamente in silenzio, Giovanni Paolo II rompe con la tradizione salutando i fedeli con un breve discorso e inaugurando quel filone comunicativo che caratterizzerà il suo pontificato. Il 25 gennaio dell'anno seguente inizierà (direzione Santo Domingo, Messico e Bahamas) il primo di una lunga serie di viaggi apostolici, che lo porteranno a dialogare con le diplomazie e le culture di tutto il mondo.
L'attentato di cui sarà vittima, il 13 maggio del 1981, non ne frenerà l'azione di contrasto al comunismo e al capitalismo sfrenato, nondimeno la politica di dialogo interreligioso, a partire dalla storica visita alla sinagoga di Roma (primo pontefice dai tempi di San Pietro) nel 1986, dove si rivolgerà agli ebrei definendoli i «nostri fratelli maggiori».
Su altri aspetti - contraccezione, aborto e omosessualità - sarà criticato per le sue posizioni conservatrici.
Dopo la morte, il 2 aprile 2005, sarà fatto beato dal suo successore Benedetto XVI e, il 27 aprile del 2014, sarà proclamato santo da papa Francesco.
-Fondazione del Club Alpino Italiano: Da oltre un secolo e mezzo al servizio della conoscenza e della salvaguardia dell'ambiente montano, il Club Alpino Italiano (CAI) è oggi la maggiore organizzazione che raggruppa professionisti e appassionati di alpinismo.
L'atto costitutivo dell'associazione venne formalizzato il 23 ottobre a Torino da Quintino Sella, ministro delle Finanze dell'allora Regno d'Italia, e da altri 183 soci, tutti appartenenti alle classi più agiate della società (nobiltà, alta borghesia, politica). L'idea era venuta a Sella nell'agosto dello stesso anno, a conclusione di una spedizione sulla vetta del Monviso.
Fu lo storico fondatore a dettare (in una lettera conservata tra i documenti fondativi del CAI) lo spirito identitario del nuovo organismo, assimilato in seguito nello statuto, dove si indica quale principale scopo quello «di far conoscere le montagne, più specialmente le italiane e di agevolarvi le salite e le esplorazioni scientifiche».
Organizzato in circa 500 sezioni, sparse in tutta la Penisola, e con oltre 300mila iscritti, il CAI oggi svolge un ruolo prezioso in tutti i vari aspetti che riguardano l'ambiente montano: dalla memoria storica, affidata al Museo della Montagna (istituito a Torino nel 1874), all'esplorazione con l'Associazione Guide Alpine Italiane (nata nel 1931 come costola del CAI), passando per le attività di prevenzione e soccorso di incidenti prestate dal "Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico" (CNSAS), in collaborazione con la Protezione Civile.
Presieduta dal 2016 da Vincenzo Torti, l'associazione collabora anche con l'Esercito Italiano per la fase di addestramento delle truppe alpine.
-Trieste torna italiana: L'orologio segna le 12 quando, in seguito al definitivo ritiro delle truppe angloamericane e al passaggio dei poteri nella mani del generale Edmondo De Renzi, per le strade di Trieste si alza il grido "Italia, Italia" tra centinaia di tricolori che sventolano tra la folla e dalle finestre. Dopo undici anni di dominazione straniera il capoluogo giuliano torna sotto la giurisdizione italiana, per effetto del Memorandum d'Intesa, sottoscritto a Londra ventuno giorni prima.
Annessa al Regno d'Italia nel 1918 (ufficialmente con la ratifica del Trattato di Rapallo del 1920), Trieste era finita in mani straniere dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e successivamente posta sotto occupazione militare attraverso l'istituzione del Territorio libero di Trieste, definito con il Trattato di Parigi del 1947. Con esso si suddivideva il territorio comunale in una zona A, controllata dall'esercito alleato, e in una zona B, affidata all'amministrazione jugoslava.
Ne era seguito un lungo braccio di ferro tra quest'ultima e il governo italiano, conclusosi con gli accordi di Londra del 5 ottobre 1954 che avevano sancito il passaggio della "zona A" all'Italia e l'assegnazione della parte restante alla Jugoslavia. Il 4 novembre dello stesso anno la città riceverà la medaglia d'oro al valor militare dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
-Inaugurata la Statua della Libertà: Sull'isolotto che sorge all'imboccatura del porto, di fronte all'isola di Manhattan, venne inaugurata la Libertà che illumina il mondo, in seguito chiamata dai newyorchesi e dal mondo intero, semplicemente, Statua della Libertà.
Qualcosa di più di una scultura imponente: simbolo di una città e della storia di un'intera nazione; faro di libertà per tutti i popoli; messaggio di speranza da oltre un secolo per chiunque fugga dalla disperazione e dalla miseria; immagine di benvenuto per quanti inseguono il sogno americano. Ma come tramandano le cronache storiche, la sua storia iniziò nel vecchio continente, più precisamente in Francia.
Qui, dopo la caduta dell'ultimo regime napoleonico e l'inizio della Terza Repubblica, si respirava un nuovo clima di libertà accompagnato da un rinnovato orgoglio per la nazione e i suoi simboli. In quel contesto, maturò nel filosofo Édouard René de Laboulaye l'idea di un monumento che celebrasse la libertà e la Repubblica, da donare ai lontani amici d'oltreoceano per commemorare il centenario dell'indipendenza.
Il progetto venne affidato all'architetto Frédéric Auguste Bartholdi che, d'accordo con la fonderia francese Gaget, Gauthier & Co, giudicò più pratico realizzare il rivestimento della statua in fogli di rame battuto, con la tecnica a balzo, in modo da alleggerirne il peso. Dello scheletro interno si occupò l'architetto Gustave Eiffel (artefice dell’omonima torre parigina), che lo costruì in metallo, scelta funzionale alle operazioni di smontaggio e trasporto negli Usa.
Una volta completata l'imponente opera fu smontata e trasportata in 1.883 casse, a bordo di una piccola nave costretta a numerosi viaggi. Nel frattempo, nella "grande mela" ci fu un'ampia mobilitazione di cittadini, ispirata dalla campagna del New York Times per una sottoscrizione pubblica, atta a raccogliere i fondi necessari (oltre un milione di dollari) alla costruzione del basamento.
L'obiettivo fu raggiunto in pochi giorni e si riuscì a dare avvio ai lavori sull'isolotto, che aveva un grande significato per i milioni di immigrati giunti nel nuovo continente e che da quel momento prese il nome di Liberty Island.
Nel giro di appena due anni i newyorchesi poterono ammirare la mitica Lady Liberty: una statua di donna alta 46 metri (93 considerando il basamento), vestita di una lunga toga e che regge nella destra una fiaccola (simbolo della fiamma eterna della libertà) e nella sinistra un libro con su incisa la data dell'Indipendenza (4 luglio 1776).
Altri particolari sono: la corona a sette punte (in rappresentanza dei sette mari e sette continenti); le catene spezzate ai piedi quale segno di liberazione dal tiranno; il sonetto inciso sul piedistallo, composto dalla poetessa Emma Lazarus per esortare i cittadini alla raccolta fondi.
Grazie alle due scale a chiocciola progettate da Eiffel, i cittadini poterono visitarla all'interno e raggiungere la vista panoramica dalla corona.
Salutata già all'epoca come un insieme prodigioso di arte e tecnica architettonica, nel 1984 fu inserita nel Patrimonio dell'Unesco. Tra le copie distribuite nel mondo, la più famosa è quella di Parigi che guarda esattamente nella direzione della gemella americana.
-Debutta il fumetto del Signor Bonaventura: «Qui comincia la sventura del Signor Bonaventura...» apparve per la prima volta ai giovanissimi lettori del Corriere dei Piccoli, sul n° 43 della storica rivista, pubblicato ad ottobre del 1917.
Da quel momento nei cuori dei piccoli (e di molti adulti, visto che il "Corrierino" usciva come supplemento del Corriere della Sera) entrò un signore alto e smilzo, vestito in maniera buffa, con bombetta e palandrana rossa su larghi calzoni bianchi.
Il simpatico personaggio, ideato dal disegnatore e commediografo Sergio Tofano, cominciava sempre con una disavventura che alla fine della storia si trasformava in un'inattesa fortuna: la vincita di un milione di lire, elevata a un miliardo negli anni Ottanta.
Il suo esprimersi attraverso filastrocche, molto amate dai bambini e ancora oggi presenti nelle principali antologie scolastiche, e il suo inguaribile ottimismo nel superare ogni difficoltà lo resero popolare al pubblico di tutte le età.
Protagonista per oltre mezzo secolo sulle pagine del "Corrierino", il Signor Bonaventura ispirò diversi sketch di Carosello, una serie TV a cartoni animati e, in epoca più recente, due cortometraggi in computer grafica 3D. Lo stesso autore ne trasse sei commedie teatrali, portate in scena tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Cinquanta.
-Federico Fellini: Nell'olimpo dei migliori registi di sempre, al punto che l'aggettivo felliniano ovunque rievoca scene immortali che hanno fatto la storia della settima arte.
Nato a Rimini e morto a Roma nel 1993, dimostrò il suo sconfinato estro inizialmente come vignettista del quindicinale Marc'Aurelio, la principale rivista satirica italiana, e poi come autore alla radio. Il battesimo con il set avvenne come sceneggiatore, dapprima di diversi film di Aldo Fabrizi, successivamente di due manifesti del neorealismo, "Roma città aperta" e "Paisà" (per i quali ebbe due nomination all'Oscar), firmati da Roberto Rossellini.
Dopo il debutto alla regia con Luci del varietà (1950), impose la sua poetica visione del cinema, proiettando la cara realtà di provincia in un universo onirico e indefinito. Da "I vitelloni" (Nastro d'argento come "miglior regista") del 1953 ad Amarcord (premio Oscar come "miglior film") del 1973, passando per la La dolce vita e 8½, suo capolavoro assoluto.
Oltre a cinque premi Oscar (l'ultimo alla carriera nel 1993, poco prima di morire), conquistò la Palma d'oro al Festival di Cannes e nel 1985 il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia.