Shaliran
Il Piccolo fiore sorridente - 48
di Ruggero Scarponi
-Come Bashir rapito dal gioco dei dadi e dalle cortigiane compì il tradimento contro Shawrandall
In quei giorni dopo la cerimonia dell’anatema, Bashir visitava frequentemente le taverne per individuare possibili spie del nemico.
Cercava con travestimenti vari di indurre le persone a esprimere le proprie opinioni per cogliere segni di possibili infiltrazioni. Fu così che venne riconosciuto dai compagni del mercante ucciso da Amin alla taverna Raja. Costoro seppero attirarlo al gioco dei dadi lusingandolo, per mezzo di trucchi, con facili vincite. Bashir che fin da giovane aveva amato il gioco si infervorò vincendo ogni sera. E i mercanti di yebbaq lo attiravano sempre più consentendogli facili guadagni che provvedevano a prosciugargli mediante delle giovani cortigiane alle quali Bashir era sempre stato sensibile. Essi lo conoscevano bene e sapevano come fosse debole. Così dopo averlo fatto vincere e divertire cominciarono a farlo perdere. Il giovane continuò ostinatamente a giocare e a indebitarsi per giacere con le cortigiane come era avvenuto tempo prima alla locanda.
Quando il suo debito divenne rilevante cominciarono a chiederne la restituzione e visto che Bashir non era in grado di far fronte agli impegni così gli parlarono - Amico Bashir, certo comprendiamo come in questi brutti tempi uno possa trovare un po’ di conforto nel tentare la sorte tra quattro amici e poi dimenticare la guerra e gli altri affanni tra le braccia di una giovane fanciulla. Sono cose che si possono ben comprendere. E che forse noi negheremmo al nostro amico questi semplici conforti! Suvvia Bashir, coraggio, qui sei tra amici, disponi pure del nostro favore. In cambio cosa ti chiediamo? Il denaro offerto in prestito? Non saremmo dei veri amici, anzi io credo che se tu farai per noi un piccolo servigio te ne daremo dell’altro. - Così parlò il mercante a Bashir che chiuso nella taverna tra altri due mercanti che avevano fatto balenare le lame di due pugnali, disperava di cavarsi da quella situazione.
Bashir allora disse. – Badate, sono un uomo della guarnigione cittadina, se mi colpite ne renderete conto per la vita. - Ma il mercante rispose. - Bashir, amico, perché mai dovremmo colpirti? Sarà sufficiente riferire al tuo superiore come ti sei indebitato per giocare ai dadi e godere dei piaceri delle fanciulle di questa taverna. Ma noi siamo convinti che per un amico si debba fare un sacrificio, per questo non ti denunceremo, Bashir.- Che volete da me, allora, che debbo fare? - Rispose in preda all’agitazione il giovane. – Ecco - disse ancora il mercante - dicci come si esce da Shawrandall.- Bashir a quella richiesta si mise sonoramente a ridere e disse. - Mi prendete in giro, forse? Se conoscessi il modo di andarmene, non ne avrei approfittato? Nessuno può entrare o uscire o forse non vi siete accorti che c’è un assedio. - Ma il mercante facendo finta di ridere anche lui con Bashir, gli sferrò un violento pugno sul viso dicendo. - E no caro Bashir, questo non va bene, noi di te ci siamo fidati e ti abbiamo prestato molti denari per il tuo piacere e tu come ci ricambi con delle bugie? Ti ripeterò la domanda: Come si esce, Bashir, da Shawrandall? - Tentando di asciugarsi il sangue che gli colava vistosamente dal naso Bashir ripetè. - Non è poss… - Non riuscì neanche a terminare la frase che, immobilizzato dai due mercanti che lo stringevano ai lati, fu nuovamente colpito con un violento pugno allo stomaco. Il Mercante allora disse con durezza. - Bashir non hai scelta, di qui non esci se non ci indichi il passaggio segreto. In città si mormora che tu insieme ai tuoi fratelli non eravate nella città quando cominciò l’assedio e quindi per forza dovete essere entrati per una via conosciuta solo da voi. Ma se tu non vuoi dircelo, va bene, ce lo faremo dire dalla tua sorellina quella dolcezza che tutti chiamano la santa ma che noi le faremo cambiare abitudini. Per il momento ti teniamo qui rinchiuso, poi, domani, ti porteremo la sorellina e vedremo se ti deciderai a parlare oppure lo farà lei per tuo conto. - Ma Bashir rispose - io non parlerò, preferisco morire e in quanto a mia sorella Kalina vi avverto non provate neanche a toccarla che essa è sacra alla dea Belt. Chiunque ha osato alzare la mano su di lei se ne è pentito amaramente.
Con disprezzo il mercante rispose. - Tu non sei che uno sporco vigliacco se accetti che noi andiamo a prendere tua sorella e in quanto a lei troverà finalmente il posto che le compete, nella taverna, a soddisfare le voglie degli ubriachi. - Voleva Bashir reagire e assalire il mercante per le parole oltraggiose ma immobilizzato come era ricevette altri colpi che lo fecero accasciare a terra privo di forze.
Pianse Bashir quella notte per la sua scelleratezza e per il timore di recare danno a Kalina. Allora al mattino seguente chiamò il mercante e disse - E sia, parlerò, vi rivelerò il passaggio segreto ma come faccio a essere sicuro che una volta rivelato non mi ucciderete? - Bashir - rispose il mercante - tu sarai la nostra guida e una volta fuori non sarà nostro interesse farti del male, una volta fuori avremo raggiunto il nostro obiettivo e comunque ti offriremo un’arma per difenderti é il massimo che possiamo darti come garanzia o ti fidi o dovremo denunciarti ai tuoi superiori, in ogni caso per te sarebbe la fine.- Bashir allora accettò di condurre i mercanti fuori della città.
Avrebbero atteso la notte e silenziosamente avrebbero percorso il quartiere con l’edificio da cui si raggiungeva l’ingresso della grotta con l’uscita presso il sepolcro della Strega. Bashir ammonì a fare grande attenzione che il cammino si presentava difficile e lungo ma i mercanti non si fecero impressionare. Fu stabilito di partire dopo il culmine della notte. Vollero allora i mercanti per maggior sicurezza andare a prendere Kalina e rapirla per condurla con loro così da evitare possibili colpi di mano o inganni da parte di Bashir.
Andarono in tre sapendo che Kalina si trovava da sola nel palazzo e ritenendo che sarebbe stato facile condurla con loro. Giunsero alla dimora dove alloggiava la fanciulla all’interno del palazzo di Yabel. Si introdussero e dopo aver cercato in moltissime stanze non riuscirono a trovarla e senza sapere come si trovarono all’uscita. Allora ripeterono il giro con la sensazione che le stanze fossero aumentate di numero. Sembrava che quel palazzo avesse un numero infinito di stanze e solo dopo molto vagare nuovamente si trovarono all’uscita. Indispettiti decisero di dividersi ognuno prendendo una diversa direzione. Anche stavolta le stanze sembravano essere aumentate ancora e non facevano che entrare e uscire da ambienti sempre diversi e alla fine esausti si trovarono tutti e tre nuovamente all’uscita.
Ormai si era quasi all’ora stabilita per la partenza e desistettero da ulteriori ricerche. Si ricongiunsero con gli amici dicendo di non aver trovato la ragazza che di sicuro era presso lo Pta-Nurim Yabel. Bashir guidò i mercanti attraverso la città addormentata. Passarono per vicoli oscuri attraversando spesso cortili interni e terrazzi di vecchie abitazioni abbandonate per evitare i presidi militari. Al fine giunsero all’edificio che Bashir ben conosceva e dal quale scendendo nelle cantine si accedeva all’ingresso della grotta. Presero quel cammino ripercorrendo a ritroso il percorso che Bashir aveva fatto insieme ai suoi fratelli e dopo molte ore giunsero all’altra estremità in prossimità della collina chiamata il Sepolcro della Strega. Bashir stringeva forte il pugnale che i mercanti gli avevano dato come garanzia che non l’avrebbero ucciso. Ma una volta all’aperto i mercanti così parlarono per bocca del loro capo – Bene, Bashir, hai mantenuto la tua parola. Ora unisciti a noi. Ti faremo diventare ricco e nobile. Devi sapere infatti che noi siamo emissari del principe Jalabar e adesso rivelandogli l’ingresso di questa grotta gli offriremo la chiave per vincere la guerra. Se ti metterai dalla nostra parte il Principe saprà ricompensarti come non immagini neanche. Pensa Bashir, pensa, non dovrai più mendicare nelle taverne il diritto a giacere con giovani fanciulle o di trastullarti con il gioco dei dadi. Avrai un palazzo sontuoso in premio e un incarico di grande prestigio e oro a sufficienza a soddisfare la tua brama di piaceri. Ormai non puoi tornare indietro a che ti servirebbe rinunciare a quanto ti offriamo? Noi sveleremo al Principe questo passaggio prima che il sole sia alto nel cielo. Deciditi! Se sarai dei nostri avrai agi e ricchezze. Se te ne tornerai a Shawrandall quando le truppe del principe irromperanno non avrai scampo e sarai ucciso, che questa sorte sarà di gran lunga preferibile all’essere risparmiato per poi essere ridotto in schiavitù - Bashir a capo chino con la testa tra le mani rispose - Gli dei abbiano pietà di me che sono stolto e malvagio - E poi rivolgendosi a Kalina come se fosse presente disse - O Kalina sorella mia perdonami per quello che sto facendo. Mi sono perduto per la mia scelleratezza. Avessi seguito un po’ del tuo esempio oggi la mia anima sarebbe in pace, mentre dentro di me sento agitarsi l’inquietudine del male.- Si rivolse ai mercanti e disse.- E sia, sono con voi, andiamo – Così, pieno di tristezza e amarezza, Bashir compì fino in fondo l’infamia del tradimento ai danni dei suoi parenti dei suoi amici e dell’onorevole città di Shawrandall come sarebbe stato scritto e tramandato per innumerevoli anni.