#357 - 1 novembre 2024
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Fotografia

Come spiegare ad un giovane "digitale" la fotografia del tempo andato

e rimpiangere provini e lentini artefici e complici sul tavolo luminoso

Magie del Lightbox

Provino e Lentino

di Guido Alberto Rossi

Ai primi di luglio, mi telefona un’agenzia pubblicitaria che sa che ho delle vecchie foto di Formula Uno degli anni 70’ e mi chiede se può mandarmi un art director a sceglierle, ovviamente è sì.

Provino e Lentino

Un paio di giorni dopo arriva un giovane simpatico, circa trentenne che mi spiega cosa e chi sta cercando, vado a prendere in archivio le amate diapositive, le sistemo sul tavolo luminoso, (chiamato in Inglese Lightbox) gli do il lentino, ossia una lente tipo contafili, ma fatta apposta per guardare provini, negativi, diapositive e qualcos’altro; lui ha un’aria un po' smarrita e umilmente mi chiede come si usa, perché non li ha mai visti prima. Mi fa molta tenerezza, capisco che uno nato nell’era digitale forse non ha mai visto questi strumenti primitivi, che sono stati una specie di appendice a tutti noi maturi fotografi, mi sento anche un po’ bacucco, ma spero di non averlo dato a vedere.

Provino e Lentino

Spiegato il trucco si mette al lavoro, sceglie le foto e parliamo di come si fotografava con la pellicola e senza l’autofocus. Mi sento sempre bacucco, ma non lo do a vedere e fieramente descrivo le problematiche raccontandole, come fanno i veri eroi che minimizzano e fanno sembrare anche l’azione più estrema, come un fatto di normale routine giornaliera.
Non so bene se avesse tempo da buttare o fosse veramente interessato alla storia del passato recente della fotografia e così dopo un po', mi chiede come si faceva per le foto in bianco e nero. Semplice, rispondo, si scattavano come quelle a colori, si caricava, il rullino nel buio più assoluto, sulla spirale della sviluppatrice Peterson, (è ancora in commercio a € 31,90, il modello con due spirali) che altro non è che una specie di contenitore di plastica nero, simile a quelli per il sugo, dove la pellicola viene arrotolata su una spirale, poi dal buco sopra il coperchio si versa l’acido di sviluppo e con una girella manuale, sempre sul coperchio si fa girare la pellicola nell’acido.

Provino e Lentino

Scaduto il tempo necessario, si accende la luce e si tira fuori il rullino sviluppato, lo si lava, lo si asciuga, lo si taglia e si fa il provino a contatto, che non ha niente a che vedere con quello che devono fare le giovani attrici.
Il giovane art director sgrana un po' gli occhi e capisco che la parola: provino è un po' misteriosa e così apro un cassetto e ne tiro fuori alcuni, così faccio prima che a spiegarglielo.
I miei vecchi provini sono tutti segnati con il pennarello rosso o con dei bollini adesivi che servivano per dare le istruzioni al laboratorio che mi faceva le stampe, inutile dire che ogni volta che consegnavo i negativi, vivevo male fin che questi non tornavano a casa, credo un po' come per i genitori che hanno i figli adolescenti e che alla sera escono in motorino.

Provino e Lentino

Il Provino dimostra anche la bravura del fotografo, basta guardarlo e si capisce al volo quale era la situazione o il soggetto e come è stato fotografata/o.
Il Provino non mente, mette a nudo l’anima di chi ha scattato quelle foto.
Oggi scattiamo tutto in digitale, le pellicole e i provini vengono usati solo da artisti o fotoamatori evoluti.
Personalmente preferirei il contrario in modo da non dover fare la post-produzione dei file scattati che è infinitamente più complicata e lunga.
Guardare un provino, per scegliere i fotogrammi che vogliamo basta un’occhiata con il lentino e un segno di pennarello o matita grassa.
Per le diapositive basta stenderle sul visore luminoso, guardarle passandoci sopra il lentino e mettere da parte quelle scelte, in circa dieci minuti si fanno queste operazioni, guardando un rullino da 36 pose.
Con il digitale è tutta un’altra storia, un lavoraccio che personalmente trovo lungo e noiosissimo e che ogni volta che tocco il mouse mi fa rimpiangere il lentino.
Giusto per la cronaca, quando avevo l’agenzia, avevo sei tavoli luminosi a disposizione dei clienti e altrettanti lentini e, dopo che ne sono spariti un tot, li ho incatenati alle gambe dei tavoli.

Provino e Lentino

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