L'iniziativa del Diario di Conoscenda 2024 - Edizioni Conoscenza
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Elogio della lentezza
Settembre 2024
Scalare colline ripide richiede
inizialmente un passo lento.
(William Shakespeare)
Nel mondo moderno ogni mattina un uomo si sveglia e sa che dovrà cor¬rere. Verso qualcosa o contro qualcuno, se è donna dovrà correre ancora più veloce. Le giornate sono rimaste di ventiquattr’ore ma tutto il resto è aumentato. Trascorriamo troppo tempo in mezzo al traffico, lavoriamo troppo, non dormiamo a sufficienza e poi ci sono le commissioni, le in¬combenze familiari, gli impegni che proprio non possiamo rimandare. E non rimane tempo per noi. Per la nostra vita, le passioni, gli affetti. Siamo pe¬rennemente stressati, andiamo in terapia per farci dire che dobbiamo ral¬lentare, che dobbiamo fermarci ma non lo facciamo mai. “Non ho tempo”…
Ma siamo davvero programmati per andare a questa velocità? E andare più veloci non significherà forse arrivare prima alla fine della nostra strada? Fermiamoci a pensare a come vogliamo vivere. Probabilmente capiremo che per essere felici dobbiamo percorrere la strada che abbiamo di fronte godendo di ogni singolo scorcio, di ogni singola avventura, di ogni espe¬rienza possibile prima di arrivare alla fine del percorso.
Facile a dirsi, in un mondo così, direte voi. Probabilmente sì. Ma sono le scelte personali che possono cambiare le scelte della comunità, le scelte del mondo. E dunque fermiamoci, torniamo lenti.
Infine, ma non da ultimo. I più grandi pedagogisti, e oggi anche i neuroscienziati, hanno sempre raccomandato tempi lunghi nei processi di apprendimento. Una condizione che fa a pugni con l’attuale tendenza a fare dell’istru¬zione un campo competitivo e di performance sempre più stringenti col risultato di una generazione di gio¬vani stressati e con meno capacità di ricordare quello che studiano.
Pausa pausa ritmo lento
«In un mondo che corre vorticosamente, con logiche spesso incomprensibili, il problema della lentezza si affaccia alla mente con prepotenza, come una meta del pensiero e della via da percorrere. Andare più veloci non significa conoscere più di quello che la strada offre e nessuno vuole arrivare prima alla fine della propria strada».
(Lamberto Maffei, Elogio della lentezza, Il Mulino, 2014)
«Finalmente stavo facendo qualcosa che aveva davvero senso. Dor¬mire mi sembrava produttivo, come se qualcosa venisse risolto. Sapevo in fondo al cuore – e questa era forse l’unica cosa che sa-pevo in quel periodo – che se fossi riuscita a dormire abbastan¬za sarei stata bene. Mi sarei sentita rinata, nuova. Avrei potuto di¬ventare un’altra persona, ogni cellula rigenerata tante volte così che quelle vecchie sarebbero state solo memorie sfocate, distan¬ti. La mia vita passata sarebbe stata solo un sogno, e avrei potu¬to ricominciare senza rimpianti, rafforzata dalla beatitudine e dal¬la serenità accumulata nel mio anno di riposo e oblio».
(Ottessa Moshfegh, Il mio anno di riposo e oblio, Feltrinelli, 2019)
«Io vorrei che nella Luna
ci si andasse in bicicletta
per vedere se anche lassù
chi va piano non va in fretta».
(Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Torino, Einaudi, 1960)
«L’alta velocità impera e devasta un paese che Dio ha costruito per regalare al mondo il lusso della lentezza».
(Paolo Rumiz)
«La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza».
(Lao Tzu)
«Quella eccitantissima perversione di vita: la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe».
(Ernest Hemingway, Verdi colline d’Africa, Mondadori, 2016)
«Ogni valore che scelgo come tema delle mie conferenze […] non pretende d’escludere il valore contrario: […] così questa apologia della rapidità non pretende di negare i piaceri dell’indugio. La letteratura ha elaborato varie tecniche per ritardare la corsa del tempo […]».
(Italo Calvino, Lezioni americane, Mondadori, 1985)