#346 - 17 febbraio 2024
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Pagine Preziose

I versi “iconopoietici” di Dante Alighieri.
Un’indagine sui temi dell’aldilà e del sacro nell’ultimo libro di Marcello Fagiolo.

L'immaginazione della Commedia

l'ombra di Fiorenza e il Paradiso di Roma-amor

Visione di Dante

Di Marcello Fagiolo

Quattro Emme Edizioni

Marcello Fagiolo ha pubblicato, per i tipi di Quattroemme, un testo affascinante dedicato al padre della lingua italiana, ma non come letterato, bensì come propulsore d’immagini che hanno influenzato l’arte di tutti i tempi. Il libro, illustrato da 700 immagini, s’intitola Visione di Dante. L’immaginario della Commedia, l’ombra di Fiorenza e il paradiso di Roma-Amor.

Non deve certo essere dimostrato - scrive Marco Bussagli - che la Divina Commedia ha – in un sol colpo – assolto almeno a due funzioni: rendere concreta e tangibile l’idea dell’Aldilà e stimolare la riflessione filosofica per immagini intorno al tema del sacro. Dico per immagini perché, come l’autore dimostra magistralmente, Dante non si abbandona alla descrizione astrusa di concetti, ma riconduce la speculazione teologica a icone; come se si trattasse di una Biblia pauperum sorprendente dove, però, sono le parole a descrivere figure allegoriche in grado di spiegare in maniera immediata assunti filosofici e teologici che, altrimenti, necessiterebbero di pagine e pagine di note e di chiose.

In altri termini, se mi si permette un neologismo, i versi di Dante sono “iconopoietici” e Marcello Fagiolo ce ne spiega i meccanismi con quella acribia e quell’acutezza intellettuale che solo i grandi Maestri possono permettersi. Del resto, giustamente, l’autore ricorda quanto Paola Manni ha scritto nel suo saggio sulla lingua dantesca, rilevando «che occhio è il sostantivo che ha in assoluto la più alta frequenza nella Commedia, con 263 occorrenze e parallelamente fra i verbi più ricorrenti abbiamo quelli della medesima sfera semantica: vedere, rivedere, guardare, mirare…».

Il punto d’inizio che ci introduce a questa particolare visione del poema risiede nella relazione fra la città di Firenze e l’idea del giardino, nell’ambito della quale, poi, la costruzione di S. Maria del Fiore divenne il segno più bello e tangibile di quella grande stagione fiorentina in cui la Repubblica provava a moralizzare le sue immense ricchezze, frutto delle varie attività di speculazione finanziaria e commerciali, trasformandole nella preghiera di marmo sbocciata proprio al centro della città-giardino di cui diveniva l’ornamento più bello.

Dante non vide mai la costruzione di Arnolfo e meno che mai quella ampliata di Talenti (completata poi con la cupola di Brunelleschi, ma la decisione di sostituire l’antica chiesa di Santa Reparata con quella nuova, datata al 1293, era ben nota al poeta che assunse la carica di priore (insieme ad altri sei colleghi) nel bimestre luglio-agosto 1295.

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.