#343 - 6 gennaio 2024
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerà fino a NATALE e le Festività del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrà in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Danza

Emiliana Campo e Nicola Stasi

per

Duo d’Eden

Al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, Grosse fugue (vedere articolo precedente) è stata preceduta da Duo d’Eden, altro titolo di Maguy Marin del 1986, entrato nel repertorio della compagnia emiliana nel 2020.

Emiliana Campo e Nicola Stasi

È un folgorante duetto (un estratto del più ampio Eden) dentro la genesi dell’uomo, dell’origine e della fine. E dell’amore.
La simbiosi, il rigore esecutivo e l’ardua prova fisica di Emiliana Campo e Nicola Stasi, catturano la tensione dello sguardo immergendoci dentro un mondo primordiale evocato solo dalla danza muscolare dei loro corpi velati da un costume color carne che li rende nudi, col viso mascherato e una lunga chioma.
Sono Adamo ed Eva, colti nella nudità del paradiso terrestre; sono i sopravvissuti a un’apocalisse, unici esseri viventi su una terra desolata; sono gli amanti di sempre nel loro frastagliato rapporto di unione.

Emiliana Campo e Nicola Stasi

Sotto il rumore di una pioggia incessante, di tuoni e lampi, di cascate d’acqua, la coppia, tra lentezze e contorsioni, tesse un continuum di movimenti; la donna, serrata, avviluppata, si contorce con le gambe e le braccia all’uomo che la tiene, la prende sulle spalle, sopra la schiena, la sostiene, trattiene i suoi scatti, gli attacchi e le difese, la fa roteare, senza mai farla cadere se non, in alcuni momenti, facendole appena toccare terra coi piedi.
La plasticità dei due corpi che sembrano saldati e dei quali sentiamo il respiro e l’affanno, quel ritmo interno che sprigiona eros, solitudine, violenza, tenerezza, ci riconduce nei diciotto folgoranti minuti all’innocenza originale di un eden sognato e perduto.

Emiliana Campo e Nicola Stasi

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